ORA PIAZZA PULITA. E DELLA VALLE PRESIDENTE
C’è stato il tempo della coesione e non dei processi, perché la salvezza era l’unico obiettivo. Adesso che la permanenza in serie A è cosa matematica, grazie alla faticaccia di Lecce, sarebbe l’ora di passare la parola alla pubblica accusa. Ma l’urgenza del momento impone di spostarsi addirittura alle sentenze. Non esiste altra strada: serve la cimosa per cancellare dalla lavagna viola due stagioni, le ultime, fallimentari.
Piazzamenti in campionato non da Fiorentina ambiziosa; episodi negativi in campo e fuori; dimissioni, polemiche, allontanamenti. Di buono c’è stato veramente poco. La società ha sbagliato, gli uomini pure. Dalle scrivanie al pallone.
Nell’era Della Valle ci sono stati altri periodi non facili, ma la proprietà viola ce l’ha sempre fatta a superarli. Ci viene in mente la primavera 2005, dopo quella terribile annata: a Firenze arrivarono Corvino e Prandelli. Si formò un asse di ferro: patròn, diesse e allenatore. Intorno, certo, anche altro, ma la spina dorsale era quella. Non è un caso che gli anni migliori della gestione Della Valle siano stati quelli. Il calcio è cambiato, va bene, ma non in tutto: una società ha bisogno di pochissime teste, purché queste pensino per tutti. L’errore da non commettere è creare confusione, all’interno per i ruoli e all’esterno per i messaggi che si inviano. E allora, visto che la salvezza è arrivata, i Della Valle dovranno decidere in settimana il futuro della Fiorentina: con un direttore generale buono anche come diesse, sembra che Oriali sia tornato ad essere il favorito, e un allenatore di qualità, tanta quanta ne avrà il dirigente che gli starà sopra. Se è vero che la Fiorentina non potrà contare su capitali ingenti per faraoniche campagne acquisti, bene che investa sulle capacità altissime di manager e allenatore. Di sicuro la squadra andrà rifondata.
Un altro traguardo sarà riconquistare la gente, ormai latitante dal Franchi e a distanza siderale dalla società. Per conseguire quest’altra vittoria, i Della Valle dovranno presentare nomi prestigiosi, mentre i programmi nasceranno di conseguenza. La famiglia Tod’s dovrà dare un robusto segnale di cambiamento, con facce nuove e idee fresche come la Tramontana. Non si tratta di fare delle epurazioni, ma collocare ogni dirigente nel proprio ruolo, fatto di specifiche competenze. Chi parlerà di calcio, chi di numeri, chi di marketing, chi di solidarietà. Se tutti parleranno di tutto sarà un disastro, forse ancor più grande di quello attuale.
Firenze vuole piazza pulita, sarebbe uno sbaglio non accontentarla. Ma i tifosi sognano anche altro: il ritorno alla presidenza di Andrea Della Valle e qualche blitz in più – tipo quello della vigilia della gara col Milan a San Siro – di Diego Della Valle. Suo fratello Andrea in questi ultimi due mesi ha fatto un gran lavoro di tessitura e di aiuto vero alla squadra. Un patrimonio così non va disperso ma sublimato col ritorno alla presidenza. Il passato insegna che le dimissioni di Diego e Andrea sono state l’inizio della fine. Per ricominciare occorre fare esattamente il contrario. Coraggio, agite, subito.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana