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PALLADINO GIÀ NEL CUORE DELLA SQUADRA. E BIRAGHI SARÀ IL SUO PILASTRO. OK TESSMANN E MCKENNIE, MA SE PARTE NICO SERVE GUDMUNDSSON. UN PLAUSO AL CHINO

di Andrea Giannattasio

La sensazione che si respira forte e chiara in Inghilterra è che il clima che si sta creando nel cuore della nuova Fiorentina sia quello dei giorni migliori. Raffaele Palladino è un tecnico giovane ma carismatico e fin dal suo approdo a Firenze ha saputo toccare le corde giuste dei suoi giocatori, riuscendo a riscuotere da subito consensi anche da parte della vecchia guardia. Cristiano Biraghi ad esempio, una figura centrale nella gestione Commisso, era e resterà il pilastro centrale attorno al quale sarà costruita la nuova Viola: oltre ad indossare la fascia di capitano, sarà il confidente del tecnico, il suo braccio destro nonché la figura che dovrà servire da collante tra il gruppo che negli ultimi tre anni ha ottenuto altrettante finali e i volti che sono arrivati e arriveranno in riva all’Arno. Anche perché ciò che pare altrettanto chiaro è che più di questo, l’allenatore non possa fare. Le sue idee sono già state recepite bene dalla squadra e al di là dei mezzi passi falsi in amichevole contro Bolton e Preston (figli soprattutto di una preparazione mai così dura), la Fiorentina che sta nascendo tra il Viola Park e la terra d’Albione sembra avere tutto per far bene e migliorare i piazzamenti degli scorsi anni in campionato.

La vera incognita, semmai, è capire quando il gruppo verrà completato e in che tempi al mister saranno garantiti quei calciatori che, assieme a Colpani e Kean (due che certamente già oggi in partenza hanno sollevato la competitività del gruppo, se – in modo più che ottimistico – si può valutare come scambio alla pari l’addio dell’ultimo modesto Milenkovic e l’arrivo di uno dei migliori centrali dell’ultima Serie A, ovvero Pongracic), potranno essere sinonimi di “ambizione”, quella parola tanto – legittimamente – sbandierata dalla società a inizio estate ma che per adesso, specie nell’opinione dei tifosi, non ha trovato più di tanto risposte nel concreto. In attesa di puntellare difesa e attacco (dove mancano almeno altri due-tre interpreti in tutto) è sul centrocampo che adesso la società deve spostare la sua attenzione: Tessmann e McKennie, se pur diversi per costi, ingaggi e caratteristiche, sono due profili molto interessanti che certamente darebbero seguito alle promesse di rilancio svelate solo pochi mesi fa.

Come conciliare, però, l’arrivo di altre pedine di livello con il sempre più probabile addio di Nicolas Gonzalez? Per la verità, facciamo mera cronaca, la Fiorentina sull’argentino è sempre stata dello stesso avviso di fine luglio, senza cambiare di una virgola il suo mantra: “Resta al 99%”. Un concetto che vuol dir tutto e nulla, visto che il sentore è che con una giusta offerta il numero 10 alla fine possa anche salutare. Un sacrificio che, nell’ottica di un livellamento verso il basso del monte ingaggi, ci può anche stare a patto che però l’ingente somma ricavata dalla cessione dell’esterno sia reinvestita su un altro profilo di sicuro affidamento. Gudmundsson, ad esempio, sembra essere l’identikit ideale che la Fiorentina sta sondando ormai da un anno ma le vicissitudini private dell’islandese (che ad autunno nel suo Paese sarà processato con l’accusa di violenza sessuale) impensieriscono e non poco gli uomini mercato viola.

Chiusura con Martinez Quarta, l’altro pilastro sul quale – ne siamo certi – verrà costruita la nuova Viola: la scelta da parte del “Chino” di rinunziare a quasi una settimana di vacanza pur di tornare ad allenarsi prima del tempo con la Fiorentina è stata una decisione che tanto il club quanto i tifosi via social hanno apprezzato molto. E anche noi non possiamo certo fare altrimenti (Gonzalez rientrerà invece a Firenze il 5 agosto, godendosi fino all’ultimo giorno le sue vacanze: per carità, è un suo diritto ma...). Un messaggio chiaro, a se stesso e ai suoi compagni: l’ambizione, al di là del mercato che farà Pradè e il suo team di lavoro, passa principalmente dalla testa. E dalla voglia di sentirsi importanti per la Fiorentina che verrà.