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PALLADINO PIÙ CREDIBILE, ORA RESISTA AGLI SCOSSONI E AI MALUMORI. CINQUE TRASFERTE NELLE PROSSIME 6 GARE CI DIRANNO LA VERITÀ SULLA FORZA DEL TECNICO. SI LAVORA PER UN VICE KEAN A GENNAIO

di Angelo Giorgetti

Le vittorie contro Lazio e Milan hanno aggiunto credibilità al lavoro di Palladino e non è un dettaglio che i due spot siano nati da un aggiustamento tattico coinciso con le idee di molti osservatori, più gran parte dei tifosi. Abbiamo dunque assistito a un avvenimento calcistico raro, o forse è stata una coincidenza benedetta dai risultati: l'allenatore che cambia idea e la sfanga seguendo l'onda dei suggerimenti. Tutto bello fuori, stai a vedere che c'è una democrazia orizzontale, ma dentro? Ci arriveremo, perché questa sarà la chiave dell'evoluzione (oppure della frenata). 
Palladino - fino al primo tempo contro la Lazio squassato dalle critiche - ha ripreso colore e ora dovrà gestire un prevedibile assestamento interno. Scelte così 'forti' hanno cambiato le gerarchie, ci permettiamo dunque di sospettare, e anche qualcosa di più, che alcuni senatori non abbiano preso benissimo questa retromarcia (due nomi a caso, Biraghi e Quarta). Palladino dovrà dunque dimostrare di avere carisma e spessore per gestire il nuovo modulo e le conseguenze di scelte che hanno cambiato gli equilibri e messo in discussione ruoli, protagonisti e carisma. Non solo, per proseguire la crescita e dare forza a quello che sta costruendo, Palladino ha bisogno di un ingrediente che Italiano ha frequentato a tratti: la continuità. Quando sembrava che la Fiorentina potesse decollare arrivavano le batoste, mentre quando era a un passo dal precipizio - è successo più volte - un sussulto di orgoglio riusciva a salvarla: una micidiale altalena che ha lasciato dietro di sé un senso di maturazione parziale e tanto, troppo stress per un decollo mai avvenuto. 

Esattamente quello che non serve in una stagione in cui la Fiorentina dovrà migliorarsi, arrivando almeno fra le prime sei per restare in linea con le aspirazioni pubbliche dei dirigenti viola e del presidente Commisso. Per ora Palladino ha frequentato la parte dark con un inizio da dimenticare, poi la svolta tattica gli ha portato i risultati che mancavano e la credibilità di cui parlavamo. I nuovi equilibri hanno fra l'altro determinato l'esclusione del capitano Biraghi e lo scivolamento in panchina di Quarta, al quale è stato preferito il giovane Comuzzo (classe 2005), autore di buone prestazioni da quando la difesa è passata a 4. Decisioni legittime e coraggiose, il passaggio successivo sarà quello di valutare la crescita della 'nuova' squadra nelle prossime 6 partite. Perché proprio 6? Perché 5 volte la Fiorentina giocherà in trasferta e lo spessore di un gruppo si valuta soprattutto lontano da casa, è lì infatti che oltre ai moduli giusti servono gli attributi (e i secondi non si insegnano). Domenica in campionato a Lecce, poi in Svizzera contro il San Gallo per la Conference, la Roma in casa, a seguire Genoa e Torino in trasferta prima di un altro viaggio a Cipro per incrociare l'Apoel (7 novembre). Trascurabili forse gli impegni in Conference, ma in meno di un mese sarà possibile fare un primo, vero bilancio: sarà la variabile della lontananza da Firenze a misurare il reale valore dello sviluppo che abbiamo finalmente intravisto contro il Milan. 

L'impressione è che la Fiorentina possa cominciare una stagione diversa, avendo fra l'altro a disposizione una profondità di rosa superiore rispetto alle scorse stagioni. L'identità di un gruppo si costruisce grazie ai risultati conseguiti senza cali di tensione, sono quelli che legittimano il lavoro e la credibilità di un tecnico chiamato a compiere un'impresa, cioè giocarsela fino in fondo con Milan, Atalanta, Roma, Lazio e Bologna (lasciamo per ora da parte Napoli, Inter e Juventus, più la rivelazione Udinese che precede i viola in classifica). Bisogna raggiungere in fretta un solido stato di grazia, per restare al di sopra della mischia e mantenere la barra a dritta, perché va bene essere duttili e alternare i moduli, ma questo in genere succede quando non si hanno certezze. Quindi Palladino insista e dimostri di saper governare anche eventuali malumori, tenendo nel frattempo tutti sul pezzo: complicato, ma gli allenatori in serie A devono saper fare anche questo.

Ci proiettiamo avanti e pensiamo già al mercato di gennaio, che lo scorso anno ha avuto almeno il merito di alimentare un'insolita autocritica da parte del presidente Commisso: questa volta siamo sicuri che la Fiorentina si comporterebbe - e si comporterà - diversamente, perché si impara dai propri errori e soprattutto perché le componenti che hanno costruito la rosa sono consapevoli di giocarsi il futuro. Il primo obiettivo dovrà essere un vice Kean e siamo certi che gli uomini di mercato viola si stanno già muovendo, perché le trattative importanti si costruiscono nel tempo (vedi quella per Gudmundsson, complimenti ancora). Djuric era un obiettivo estivo e potrebbe resistere alle ventate invernali, ma chissà quante opzioni esistono in giro. Basta saperle trovare. Quindi al lavoro per non farsi trovare impreparati? Evitiamo questi ricordi perché la lezione - ne siamo certi - questa volta è servita.