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PANCHINA, DECISIONE IN ARRIVO. GATTUSO VERSO LA LAZIO, FONSECA VICINO A FIRENZE. RESISTONO LE CANDIDATURE STRANIERE

di Mario Tenerani

Sarà la settimana decisiva per sciogliere il nodo dell’allenatore. Il tempo incalza la Fiorentina, la nuova stagione deve essere programmata da subito. Per certi aspetti è già in ritardo. Non è facile districarsi nel labirinto dei candidati perché i desiderata della società non sempre combaciano con quelli dei candidati. La Fiorentina non è neppure fortunata perché opera in un contesto molto fluido, è l’estate del cambiamento, molte panchine cambieranno proprietario. Il noto effetto domino di cui tanto si parla in questo periodo, coinvolge tutti. Si libera il primo posto si scatena la bagarre. Prendiamo l’esempio di Gattuso: sicuramente lascerà Napoli, ma la futura destinazione non è scontata. La Fiorentina proverà l’ultimo assalto, tentando di convincerlo circa la bontà del progetto viola. Ma Lazio rappresenta una tentazione più forte del club viola. Mercoledì, infatti, ci dovrebbe essere nella Capitale un summit tra Simone Inzaghi e il patron Lotito. Tutto è possibile, anche una rottura tra il fratello di Pippo e la società della sua vita. Inzaghi in passato era stato accostato alla Fiorentina. Incredibilmente Simone potrebbe diventare un candidato alla panchina viola, con Gattuso alla corte di Lotito. E’ un’ipotesi, tra le tante, perché il quadro generale delle panchine di serie A è complicato. 

Da qualche giorno Fonseca, tecnico in uscita dalla Roma dopo una stagione francamente deludente, è avvicinato alla Fiorentina. Forse perché il lusitano ha fatto sapere di voler restare in Italia e la soluzione Firenze sarebbe molto gradita. Ieri sera in diretta a Sky Fonseca, a precisa domanda circa un imminente incontro con la Fiorentina, ha sorriso e balbettato… Insomma, è apparso imbarazzato. Forse dietro a quelle parole biascicate c’era l’ammissione malcelata di una trattativa con i viola. Lo sapremo tra poche ore. In questo caos calmo resistono anche le candidature straniere che la Fiorentina ha più o meno sondato: da Tedesco (è calabrese seppur cresciuto in Germania) a Marcelino, piuttosto che Abel Ferreira o Garcia. Il club viola ha guardato oltre il confine ed ha fatto bene perché gli allenatori stranieri possono sempre portare idee innovative. A patto che siano chiare perché di questo ha bisogno la Fiorentina. 

Si chiude il campionato con i viola al tredicesimo posto, arrivato dopo i 40 punti fatti, meno 9 rispetto ad un anno fa, meno uno rispetto al 2019. Il peggior risultato dopo il fallimento del 2002. Una classifica ammantata da un velo di tristezza perché di stagione in stagione, mettiamoci il periodo crepuscolare della precedente gestione, le cose non sono migliorate. Anzi, addirittura peggiorate. La discesa della Fiorentina è sembrata costante. Adesso serve trovare un tratto pianeggiante, giusto per arrestare la corsa verso il basso, prima di cominciare con convinzione la salita verso l’Europa e quelle posizioni che rendano giustizia al blasone della squadra viola. Aspettiamo di vedere le prime mosse della società, a cominciare dalla scelta dell’allenatore e dopo, a cascata, tutto il resto. Al nuovo gruppo di lavoro andrà concesso il tempo necessario, purché non sia troppo.