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PECCATO, FIORENTINA POCO AFFIDABILE. SENZA CONTINUITÀ NON C’È QUALITÀ. SARÀ DURA CONQUISTARE L’EUROPA. SOUSA DEVE TORNARE AL SUO CALCIO LOGICO

di Mario Tenerani

La sconfitta di Genova è stato un pugno in pieno volto che speriamo non porti conseguenze. Un tonfo duro da digerire per le sue modalità: una partita profondamente sbagliata nella testa dei giocatori, incredibili i 4 errori fatti nei 17 minuti del primo tempi (uno di questi è valso il gol vittoria del Genoa) e in quella di Sousa che ha fallito la formazione iniziale. Il portoghese l’ha raggiustata nella ripresa, dimostrando che avrebbe potuto far meglio subito, ma anche se il gioco è migliorato parecchio, i gol non sono venuti comunque. Ci può stare di perdere a Marassi con i rossoblu, Juve docet, ma non in quel modo. I viola non hanno imparato la lezione dei primi 28 minuti dell’11 settembre, quando prima della pioggia provvidenziale in campo si è erano visti solo gli uomini i Juric. 

La Fiorentina veniva da 2 vittorie in campionato e una in coppa ed è caduta di nuovo. Prima dei due trionfi con Palermo e Sassuolo, aveva perso a Milano e in Europa col Paok. E prima ancora aveva vinto con un poker a Empoli. Montagne russe, rendimento schizofrenico, non c’è continuità. La mancanza di quest’ultima equivale a poca affidabilità. Ecco, la Fiorentina attuale, seppur bella nel gioco a tratti, risulta discontinua sul terreno dei risultati. Senza continuità non ci può essere qualità, nel senso che ogni obiettivo, qualunque esso sia, diventa difficilissimo da raggiungere. Speriamo di essere smentiti davvero, ma immaginare oggi una Fiorentina dentro a maggio nello steccato del sesto posto, cioè in Europa League, diventa francamente un esercizio duro da realizzare. 

La squadra non regala mai la sensazione del decollo: accelera e immediatamente frena. E’ una formazione insicura. Poi a Genova anche Sousa ci ha messo del suo. Con Kalinic e Ilcic in panchina, insieme a Chiesa rivelazione, mentre in campo si sono visti calciatori in posizioni inusuali come Milic, Vecino e Zarate. La cosa appare ancora più strana se pensiamo che Sousa è allenatore pragmatico e molto logico. Così almeno lo abbiamo felicemente conosciuto l’anno scorso. Ma in questa stagione talvolta si è affidato ad un turn-over abbastanza singolare. Forse adesso, considerando l’imminenza di due sfide ad alto coefficiente di difficoltà - Lazio a Roma e Napoli in casa -, sarebbe saggio se Sousa tornasse a scelte logiche e naturali. Sarebbe un modo per restituire qualche certezza alla squadra. 

Detto questo, a Marassi si sono visti anche molti errori individuali e per questi non può essere certamente accusato Sousa. Servono più attenzione e più concentrazione, occorre che la Fiorentina entri in partita quando l’arbitro fischia l’inizio. Si parla tanto di approccio nel calcio moderno, quello che è venuto meno a Marassi. Se Sousa saprà riequilibrare la formazione e chi va in campo saprà seguirlo, forse la rotta tornerà ad essere più stabile. Ma d’ora in poi sarà vietato perdere ulteriore terreno. 
La società, infine, dovrà fare le proprie valutazioni: nessuno chiede sogni impossibili, ma a gennaio Corvino dovrà essere messo nelle condizioni di effettuare una o due operazioni in grado di irrobustire l’organico. I rinforzi non servono per battere Crotone, Genoa, Sampdoria e Atalanta, giusto per citare 3 pareggi e una sconfitta. No, sono utili per provare ad aumentare la velocità di crociera.