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PER LA FIORENTINA UN BEL TEST. NAPOLI DIRÀ MOLTO SUI VIOLA. IL CALCIO LIQUIDO DI SPALLETTI. L’AGGRESSIVITÀ DI ITALIANO. CABRAL-PIATEK: BALLOTTAGGIO VERO. NON PENSARE AL 2-5, CANCELLARE IL 6-0

di Mario Tenerani

Non sappiamo come finirà domani al Maradona, ma siamo certi che in campo scenderà una squadra con l’animo lieve, la Fiorentina, e un’altra inchiodata ad un solo risultato, la vittoria. La pressione sarà sulla seconda, non sulla prima.  

È vero che la squadra di Spalletti, pur avendo una rosa da lotta per il vertice, è partita per tornare in Champions dopo il fallimento tecnico firmato Gattuso. A De Laurentiis sarebbe bastato il quarto posto, ma l’allenatore toscano gli ha rimesso a posto le cose dopo le criticità dell’anno passato, riposizionando il Napoli sul livello dove avrebbe dovuto stare da tempo. E adesso sogna, con valide ragioni, il terzo scudetto. Quello che aveva lasciato in un hotel di Porta al Prato il 29 aprile 2018. Ci pensò il Cholito Simeone, allora centravanti viola, a frantumare le speranze azzurre con una tripletta d’autore. A proposito, Simeone è già a quota 16 gol in campionato col Verona, complimenti. E meno male che per qualcuno era scarso…  

La città di Napoli è più silente rispetto a 4 anni fa, ma pronta ad esplodere. Sotto il Vesuvio sale la temperatura, inutile negarlo. A Firenze no. L’Arno scorre serenamente, non c’è ansia nel gruppo di Italiano. Questo potrebbe diventare un vantaggio non banale. Superfluo ricordare che i viola sono partiti per un campionato tranquillo, da parte sinistra della classifica, che vuole dire tutto o niente. Come il Napoli la Fiorentina si è ritrovata a rincorrere un obiettivo insperato. I viola hanno scoperto l’Europa cammin facendo. Sarà una sfida scudetto-Europa League, al netto delle previsioni di un’estate fa.

Assenze pesanti su entrambi i fronti. Nel Napoli dovrebbe farcela Osimhen, importantissimo per Spalletti, mentre saranno fuori Anguissa e Di Lorenzo, quantomeno nel gruppo dei titolari. Italiano perderà tre pedine determinanti: ancora fuori Odriozola e Bonventura - francamente speravamo nei loro recuperi -, oltre a Torreira, fermato dal giudice sportivo. Ma il branco viola ha difese immunitarie forti, troverà dentro se stesso le risorse necessarie per superare queste mancanze.

Il Napoli, sicuro della propria cifra tecnica e con una fisicità di spessore in alcuni elementi, non crediamo attaccherà subito la Fiorentina. Spalletti punterà sul suo calcio fluido, costruito su uomini che all’interno della propria zona di competenza si muovono come fossero trottole, senza riferimenti all’avversario, tentando di sfuggire alla tattica dell’uomo addosso, della marcatura preventiva. Alla ricerca di uno spazio vitale non più tra gli avversari, ma tra le linee, come ha sottolineato qualche settimana fa Luciano Spalletti, dopo una partita. Trattasi di squadra liquida, la citazione è sua.  
Il Napoli palleggia, prova a mandare fuori giri chi gli sta di fronte. La Fiorentina assalta, ruba palla, cerca l’ampiezza del campo, con frequenti giro palla. La Fiorentina ha una difesa alta che però nelle ultime settimane, anche per la complicità tattica di Milenkovic e Igor, è diventata più impermeabile. Con il Napoli subirà uno stress test. All’andata la profondità di Osimhen, palla lunga a scavalcare la terza linea, sventrò la Fiorentina.

Sarà una partita che dirà molto sulla maturità dei viola, sulla loro crescita, sulle ambizioni, per adesso legittime, di un piazzamento continentale.
Italiano non ha ancora deciso la formazione. Nessuna meraviglia, lui si comporta così. E stando ai risultati conseguiti in carriera, si comporta bene. La formazione viene affissa nello spogliatoio 80 minuti prima del fischio di inizio, praticamente al rientro dal sopralluogo sul campo, quando sta per cominciare il riscaldamento del pre-gara.

Un metodo per tenere sulla corda tutti gli uomini, nessuno escluso. Per evitare che qualcuno, anche inconsciamente, possa mollare o dolersi con qualche altro dell’esclusione minando la concentrazione del gruppo. Niente da fare, fino all’ultimo ognuno ha diritto di coltivare la speranza di essere titolare. Nella testa di Italiano sono decisive la rifinitura e la notte che precede la partita. Quello l’attimo in cui si cominciano a diradare i dubbi e l’allenatore punta dritto sulla formazione.

Ora ci sono ancora nodi da sciogliere. Il principale è il centravanti. Più Cabral di Piatek? Attenzione, tutto è in ballo. Anche se le condizioni del polacco non sono ottimali. Durante gli allenamenti e le prove tattiche effettuate nel test col Poggibonsi giovedì scorso, le carte sono state mischiate. Un po’ Cabral, un po’ Piatek. Giocherà alla fine chi risulterà più brillante agli occhi di Italiano.

La difesa dovrebbe essere la stessa, con Venuti ancora per Odriozola e a metà campo dentro Amrabat, Castrovilli. Maleh e Duncan si contenderanno l’altra maglia. Sulle corsie Gonzalez a destra, a sinistra incertezza tra Ikonè, Saponara e Sottil.

Essenziale per la Fiorentina sarà non ripensare al 13 gennaio quando in Coppa Italia, ottavi di finale, i viola fecero fuori il Napoli con un perentorio 2-5 (dopo il 2-2 dei tempi regolamentari) ai supplementari. La squadra di Italiano firmò una grande prestazione contro un Napoli più che rimaneggiato. La Fiorentina giocò quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini (espulso Dragowski al 47’ pt), fino al 37’ della ripresa quando il rosso toccò a Lozano.

Pochi minuti dopo fuori anche Fabian Ruiz, Napoli in nove. Una gara strana nella quale a segno andarono anche Vlahovic e Piatek, quest’ultimo all’esordio. I viola per affrontare al meglio il Napoli non dovranno basarsi sul ricordo della Coppa Italia, potrebbe diventare fuorviante. Ma dovranno al tempo stesso cancellare l’umiliazione subita il 17 gennaio 2021, un 6-0 che stordì la Fiorentina. Due sfide molto diverse e agli antipodi.
Prima il Napoli al Maradona e poi il Milan a San Siro. In questo finale di campionato la Fiorentina sarà arbitro dello scudetto. Sognando l’Europa…