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PER UNA VOLTA PARLIAMO DI CIÒ CHE FUNZIONA. INTANTO LA VIOLA PASSA IL TURNO DI COPPA

di Stefano Prizio

Se è vero come diceva il grande giornalista Leo Longanesi che la libertà di stampa serve solo ai giornalisti che non sanno scrivere, è altrettanto vero, come disse un altro bravissimo giornalista, Benito Mussolini (magari fosse rimasto a fare quel mestiere magari per lui e per tutti gli italiani), che il libero giornalismo esercita funzioni di controllo, di critica e di propulsione.

Nei miei articoli per Firenzeviola.it esercito ed ho esercitato, per taluni fin troppo, le funzioni di critica e controllo, insomma che ad esempio il mercato della scorsa estate sia alla verifica del campo un clamoroso flop, non importa davvero che ve lo ripeta io ancora una volta quando è evidente nei fatti e così che la squadra sia in notevole ritardo in classifica  rendendo aleatoria la speranza  non già di migliorare, ma anche di eguagliare il buon piazzamento dell’anno scorso, vano è ripeterlo, ognun lo vede da sé.

Perciò quest’oggi parlerò  delle funzioni di propulsione, ovvero spinta a migliorarsi ulteriormente, partendo da ciò che va, da ciò che nella Fiorentina funziona e si può mettere all’occhiello a mo’ di medaglia: intanto la questione morale che i più cinici diranno non va in campo, ma che nel mondo del pallone così sozzo e corrotto è un trofeo di cui i più onesti e sinceri sportivi sanno andare fieri, la Fiorentina è una società priva di debiti e gabbie contabili di cui dovere arrossire, è lesta, lestissima, a versare le tasse dovute, non pietisce aiuti di stato per portare avanti la sua attività.

La Fiorentina ha una tifoseria annoverata tra quelle più ‘tranquille’ del triste panorama patrio, intendiamoci qualche bischero sciolto c’è anche qui da noi, vedi lo schiaffeggiatore di Spalletti che era pure un nonno ( mala tempora currunt), ma di certo la tifoseria viola se vi fosse una scala Mercalli del grado di violenza delle tifoserie non sarebbe nelle posizioni da cataclisma o maremoto.

C’è poi un proprietario ricchissimo e presente, anche se, come diceva ieri Luca Calamai deve ancora capire ed adeguarsi allo spirito dei fiorentini. Tutto ciò detto, e detto col piacere di scrivere ( e speriamo per voi di leggere) le buone notizie.

Non si può chiudere gli occhi dinanzi ad alcuni ‘particolari’: iniziando dai big chiacchierati in uscita come Amrabat e Gonzalez, i quali se partissero davvero a breve, la Fiorentina rinnoverebbe il suo vizio di essere lesta, troppo lesta, troppo sollecita,  a vendere i suoi giocatori migliori, a questi due aggiungeremmo Bonaventura, per il quale molto si discute del rinnovo di contratto, ma forse  dati i suoi 33 anni suonati, sarebbe d’uopo che il club viola si preoccupasse più che altro di trovare il futuro sostituto, magari puntando su un calciatore forte e già fatto e non su calciatori da rivendere successivamente, come fanno i club di un’altra categoria rispetto alla Fiorentina, infatti bisognerà infine capire che la Fiorentina, per la sua piazza, la storia e il blasone, non è e non dev’essere un’Udinese o un Empoli.

Parole, parole, parole, diceva Mina.

Ieri s’è giocato  in quella competizione che qualcuno, errando, giudica minore, ma che invece proprio per la sua natura di tono più intimo è adatta ad un club non tra i primi come la Fiorentina che non a caso  ne ha ben sei, di coppe Italia appunto, nella sua bacheca. Passiamo quindi alla partita:

Al Franchi arriva una Sampdoria piuttosto scalcagnata, ma l’imperativo per la truppa di Italiano è vincere e passare il turno, dove al prossimo appuntamento c’è il Torino che ha prevalso sul Milan. Italiano ha scelte obbligate davanti, con Cabral infortunato tocca per forza a Jovic, ma il mister non sembra avere il coraggio di puntare sui giovani e infatti lascia Bianco in panchina e in porta schiera Gollini, quando qualcuno preconizzava persino il 2006 Martinelli, ma le scommesse sui giovani non sembrano esattamente nelle corde del tecnico viola.

Comunque i gigliati  vanno in vantaggio con Barak e il gol di misura sarà l’unico di un incontro tra due attacchi impalpabili che sbagliano molto, lo stesso Jovic segna, ma in offside trovando l’implacabile Var a negargli una delle sue rarissime gioie.

Il resto è una gara modesta, parca di emozioni che termina con la qualificazione dei gigliati, in fondo l’unica cosa realmente interessante di una serata mediocre senza alcuna patina aurea (  e così anche la qualificazione la rubrichiamo  tra le cose positive di questo periodo e di questo articolo).

Nota finale a margine è la presenza di Commisso in tribuna. Registrare la presenza di colui che, volendo, potrebbe modificare il potenziale della squadra, essendo per altro a mercato aperto, non può essere una notarella a piè di pagina, sempre che il proprietario del club voglia incidere con forza sul momento attuale della Fiorentina.

Vedremo a breve.