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PESANTE RICADUTA, CAGLIARI SOLO UN’ILLUSIONE. TORNANO I FANTASMI DI UNA SQUADRA PRESUNTUOSA, SENZA RABBIA, LENTA E PREVEDIBILE. TATARUSANU NON È IL SOLO COLPEVOLE. NON BASTA IL CAMBIO DI MODULO. SOUSA SEMPRE NEL MIRINO

di Redazione FV

La vittoria di Cagliari non ci aveva convinti fino in fondo, non eravamo certi che i cinque gol avessero davvero guarito la Fiorentina, avevamo predicato la cautela contro i facili entusiasmi: purtroppo è arrivata subito la conferma ai dubbi e alle perplessità. Non ci siamo. I viola non ci sono ancora. E la ricaduta è pesante.

Il pari agguantato alla disperata, nei minuti finali, contro l’ultima della classifica che in nove giornate aveva collezionato solo un punto e incassato venti gol, è solo un pari maledetto. Tornano i vecchi fantasmi di una squadra compassata fino all’esasperazione, non sappiamo se presuntuosa o superficiale, senza rabbia agonistica, senza intensità. Molle, tremendamente molle.

Questo pareggio purtroppo vale molto meno di quello conquistato con l’Atalanta, rispetto al Crotone la squadra di Gasperini ha altra solidità, altri fondamentali di gioco. Ieri sera la Fiorentina non ha saputo mettere sotto neppure una equipe modestissima che ha solo carattere e volontà, che ha fondato la sua partita sulla difesa e il contropiede. E questa difesa colabrodo, la peggiore della serie A con una media di più di due gol subiti a partita, nonostante tutto è riuscita a fronteggiare gli attacchi della Fiorentina fino a quando le forze hanno retto. I viola hanno pareggiato nel forcing finale, con il gol di un difensore, in mischia. Una rete di sicuro benvenuta, ma testimone di quante difficoltà continui ad avere questa squadra in fase offensiva sia con una che con due punte. Sia con il vecchio modulo che con questo, il nuovo 4-2-3-1 in fase offensiva che diventa 4-4-1-1 in fase difensiva. 

A lungo abbiamo dato colpa proprio al modulo, ormai prevedibile, forse troppo macchinoso. Il cambio sembrava benedetto, ha portato solo alla vittoria di Cagliari, ma ora è più chiaro quanto ci abbiano messo del loro gli isolani lasciando giocare i viola a piacimento. Con gli spazi stretti, le marcature decise, sono tornati i vecchi problemi. E’ l’atteggiamento della Fiorentina che non ci piace. E se le attenuanti sono molte, dalla interruzione per il maltempo, al campo in brutte condizioni, alla tattica ostruzionistica del Crotone, non è possibile non riuscire a trovare spazi per le giocate, non dare al gioco quella intensità che avrebbe mandato di sicuro in bambola i modesti calabresi. E’ il ritmo che manca. E’ la rabbia. E’ la voglia.

Non mi basta e non può bastare un piccolo assedio sterile che dopo molti minuti ha fruttato solo qualche angolo e un gol casuale.

E’ vero che dentro questo pareggio c’è pesantemente la gaffe di Tatarusanu che ha favorito il gol di Falcinelli, ma proprio questa papera fotografa la situazione. 

Sulla respinta difettosa del portiere rumeno c’è arrivato prima uno del Crotone e ha fatto gol. Su un’azione identica, nella ripresa, con errore del portiere crotonese, sono arrivati prima i difensori a spazzare in angolo. La Fiorentina arriva spesso seconda sia sulle prime che sulle seconde palle. Più che la condizione fisica mi sembra sia un problema di motivazioni e qui torno alle considerazioni già fatte su un ciclo forse ai titoli di coda, di alcuni giocatori che avevano voglia di cambiare aria e di altri in calo di rendimento forse irreversibile.

Il cammino per recuperare la Fiorentina perduta è ancora difficile e forse lo sarà per tutta la stagione. Ci sono difetti strutturali, probabilmente figli anche della cultura calcistica di questo allenatore che predica un calcio bellino, elegantino, ma anche gracilino. Con il centrocampo a due, ad esempio, io non giocherei mai. Ma cosa pensate di una bella mediana fatta da Badelj davanti alla difesa, Vecino e Sanchez interni? Tanto per dirne una. Il fatto è che ci sono troppi giocatori che non sono né carne né pesce (Ilicic e Tello), altri che faticano a crescere (Babacar), altri alla ricerca di una vera dimensione (Bernardeschi). E Kalinic è bravissimo con le difese tipo Liberec o Cagliari che lasciano autostrade, diventa normale negli spazi stretti e quando viene raddoppiato.

Avevamo scritto che questo mini ciclo di sei partite prima della sosta di campionato del 13 novembre, avrebbe dovuto far riflettere anche sulla guida tecnica, su Sousa. Tre sono state giocate e dopo le vittorie in Europa League e Cagliari, ecco il passo indietro. Serve continuità, serve un deciso cambio di passo. Restano due test importanti in campionato Bologna fuori (soprattutto) e Samp in casa, con l’intermezzo del Liberec di ritorno. Motivi di ottimismo ce ne sono pochi. E gli spazi di manovra sono stretti.