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PIEDI SPORCHI E PATTO DELLA BISTECCA

di Luigi Garlando
Luigi Garlando

Dopo il sofferto, ma orgoglioso esordio di Delio Rossi contro il Milan, avevo scritto che la Fiorentina, tatticamente in ciabatte, pratica e concreta, poteva mettersi i mocassini e cominciare a farsi bella. Contrordine: qui siamo ancora con i piedi sporchi. Per le calzature c’è tempo. Prima di occuparsi di tattica e lavagna, questa Fiorentina deve darsi un’anima etica, un’identità condivisa, un senso di responsabilità che è la base di ogni gruppo di lavoro, non solo nello sport. Nel 2006 a Marcello Lippi riuscì la magia di coagulare una banda di azzurri diventata campione del mondo e simbolo di coesione. In un giorno di riposo, durante il torneo tedesco, il ritiro azzurro restò quasi pieno e Inzaghi spiegò: “Stiamo bene insieme”. Non è facile raggiungere questi livelli di intimità, ma oggi la Fiorentina appare l’esatto opposto: c’è una forza centrifuga spaventosa. Sembra sempre che sia suonato l’allarme antincendio e tutti vogliano darsela a gambe: Kharja naturalmente in treno verso Milano; la squadra dal campo della Favorita senza neppure salutare i tifosi; Cerci e Lazzari rientrano tardi forse perché temono di trovare Firenze in fiamme; Gulan con molta calma, appiedato dalla Stradale. Non stiamo parlando del piacere di stare insieme, ma del primitivo senso di responsabilità di presentarsi in modo dignitoso sul posto di lavoro. Delio Rossi deve inculcare l’abc della convivenza professionale, altro che 4-3-1-2 e mocassini. La sensazione è che le crepe non siano di oggi, ma che siano state sottovalutate nella confezione di un progetto maldestro. Quali sono, in genere, i punti saldi di una squadra, le colonne portanti? L’allenatore, il capitano, l’uomo simbolo, spesso il bomber.
   Bene, prendiamo la Fiorentina di quest’estate. L’allenatore era Mihajloivic, che brigava per andare all’Inter e lo faceva scrivere agli amici. Il capitano era Montolivo, che evitò di radicarsi, programmando il trasferimento nobile. L’uomo simbolo era Gilardino, il bomber, che ha avuto parecchi mal di pancia mercantili prima di decidere di restare. Dalle tre colonne portanti sono partiti poderosi messaggi di distacco che tutta la squadra, da Freccia Rossa Kharja agli altri, prima o poi ha raccolto. Il primo compito di Delio Rossi è combattere questa inerzia e fare di tutto per ridare alla Fiorentina una sensibilità di gruppo, un forte orgoglio di squadra. La Juve non potrà mai essere un punto di riferimento per la Viola, ma lo spirito solidale che anima oggi la banda Conte, e che permette due rimonte da doppio svantaggio nella stessa notte (Napoli) oggi appare un mondo lontanissimo dalla Fiorentina, impotente davanti al doppio svantaggio alla Favorita. Anche la Roma di Luis Enrique sembra un pianeta incomprensibile nella logica di questa Fiorentina di fuggiaschi, ritardatari e spatentati. Esistono oggi un paio di viola disposti a prendersi a botte per un passaggio mancato? Ad appassionarsi così tanto per motivi di lavoro? E quanti anni luce appaiono lontani i patti dalla bistecca di Bati e Rui, ai tempi di una Fiorentina appassionata, solidale e vincente? Ecco. Serve un patto del genere, oggi, prima di mettersi davanti alla lavagna di Delio. Recitare come in un rosario a voce alta, tutti insieme, i propri doveri, i propri propositi, la propria fede in qualcosa da conquistare insieme. Un patto tra uomini, tra professionisti, prima ancora che tra mediani e terzini. E che nessuno si alzi da tavola e provi a scappare prima che arrivi la bistecca. 

Luigi Garlando 

prima firma de La Gazzetta dello Sport