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PIETRE CONTRO VLAHOVIC. DOVEVA ESSERE LA FESTA DI IKONE, DIVENTA UNO SHOW CONTRO IL CENTRAVANTI: DELLA SERIE COME FARSI DEL MALE COL DG

di Leonardo Petri

Doveva essere una festa per la presentazione di Ikone, si è rivelata l'ennesima manifestazione di livore e di intolleranza verso il miglior giocatore della Fiorentina. Ma quel che è peggio è che ancora una volta il direttore generale ha mostrato i suoi grandi limiti nella gestione di un club importante e prestigioso come la Fiorentina. I fatti sono sotto gli occhi di chi li vuol vedere. Da una parte un'intervista, per quanto non autorizzata, che tutti, e dico tutti, dall'ultimo dei tifosi, alla totalità dei media, agli addetti ai lavori, hanno considerato un passo indietro e una piccola apertura da parte di Vlahovic verso il Presidente; dall'altra le pietre verbali che Joe Barone ha inteso scagliare ancora una volta contro il calciatore serbo. È addirittura incredibile sentire parlare il dirigente di mancanza di rispetto da parte del numero nove, un ragazzo di vent'anni che ha segnato più di trenta gol nell'anno solare per questa maglia, che ha salvato praticamente da solo i viola nello scorso campionato, rimediando a suon di gol ai mercati disastrosi di chi lo accusa, che è capocannoniere della serie A e che, primo fra tutti, ha posto come obiettivo stagionale il ritorno in Europa.

Questo nonostante le reiterate campagne contro di lui che le parole di Barone e in precedenza del Presidente Commisso hanno contribuito ad alimentare. Ve lo ricordate quando la pancia del tifo ne chiedeva l'esclusione? Per fare posto a Kokorin. Ecco, l'acquisto di Kokorin lo considero senza dubbio una mancanza di rispetto verso Firenze e la Fiorentina, non certo le parole e le ambizioni di VlahovicNon sarà che Vlahovic oltre alla mancata firma paghi la stima nei confronti di Prandelli? Un uomo mai neppure nominato dal club e invece considerato dal ragazzo l'artefice principale della sua esplosione. E non è che Vlahovic sta anche pagando la sua volontà di fare bene il proprio lavoro? La sua voglia di vincere?

Sapete cosa emerge da questa vicenda? Che oggi Vlahovic e la squadra vogliono fortemente andare in Europa, il direttore generale e il Presidente invece trasmettono il desiderio di vedere quanto prima l'attaccante lontano da Firenze. Legittimo, per carità, ma allora abbiano il coraggio di farlo davvero. Volete vendere Vlahovic a gennaio? Provateci. Volete metterlo fuori squadra perché irrispettoso? Provateci. E' stato una conferenza surreale. Ad ogni domanda Joe Barone non perdeva occasione per tornare a parlare di Vlahovic, ascoltarlo è stato frustrante. E anche quel riferimento, volutamente non supportato da cifre, al fatto che l'entourage del calciatore abbia chiesto a novembre il doppio di quanto offertogli da Commisso, fosse vero, inchioderebbe la Fiorentina. Si, perché forse inconsapevolmente ma dicendo questo Barone ha affermato che Vlahovic avrebbe firmato, al doppio forse, ma avrebbe firmato. Mi piacerebbe sapere perché la Fiorentina anziché offendersi non abbia colto l'occasione. Immaginate che potere di vendita avrebbe acquisito la società? Enorme. Con un contratto lungo in essere lo avrebbe potuto cedere a qualsiasi cifra. Ma figurarsi. 

La strategia mi pare acclarata. Rendere Firenze un ambiente invivibile per Vlahovic, cercare di costringerlo a volersene andare, metterlo in difficoltà psicologica. E poco importa se questo fa il male della Fiorentina, se va contro i desideri di Italiano, se complica la stagione, se rende più difficile ripetere nel ritorno quanto di bello fatto nell'andata. Questo viene dopo perché apparentemente la priorità è quella di annientare il proprio giocatore più forte. E meno male che hanno a che fare con un mostro del calcio a cui, per il momento, scivola tutto addosso. Complimenti.