PIOLI, NON È ANCORA FATTA. DUBBI E COSE DA CHIARIRE. TIFOSI PERPLESSI. ECCO PERCHÉ DI FRANCESCO È SALTATO. IL SISTEMA CORVINO. BERNA, TUTTA LA VERITÀ. TROPPE SPECULAZIONI. ADV IN ORIENTE. A FIRENZE LA LAZIO-B
Un uomo saggio come Trapattoni è ormai una leggenda per la sua frase "non dire gatto finchè non ce l’hai nel sacco" e vorrei ripeterla oggi ai tanti incauti, più realisti del re, che hanno già dato tutto per fatto annunciando Pioli nuovo allenatore della Fiorentina. Qualcuno l’ha addirittura visto ieri mattina in un bar del centro a colloquio con Corvino, peccato fosse a Milano per l’addio ai dirigenti dell’Inter e alla squadra. La corsa a certi inutili presunti scoop su cose che tutti si aspettano e già conoscono, è ormai diventata imbarazzante. Chi pensa di vendere qualche giornale in più, alla fine ne vende di meno: non c’è più credibilità.
Dunque, come stanno realmente le cose? Più o meno come prima dell’esonero, con un’unica variante positiva: da ieri Pioli è un uomo libero e (volendo) ora potrebbe intavolare trattative, accordarsi ufficiosamente con la Fiorentina e cominciare a lavorare per la futura Viola in attesa di risolvere il contratto con i nerazzurri anche per la parte burocratica con una transazione (è legato anche per un altro anno).
Fino al termine della stagione contrattualmente resterà comunque legato ai nerazzurri, ma in testa non ha più l’Inter e tre settimane di campionato da gestire. L’esonero è stata una sorpresa per tutti. Dopo i contatti positivi che ci sono stati tra Corvino e il tecnico nelle settimane scorse, l’idea fra le parti era quella di riprendere il discorso per chiuderlo dopo il 28 di maggio. Ora, sempre volendo, si potrà dare una accelerata. Ma Pioli è così convinto di accettare la proposta della Fiorentina e la Fiorentina è davvero convinta di Pioli?
Si può rispondere "ni" in entrambi i casi. L’allenatore sarebbe sicuramente felice di riprendere subito posto su una panchina, Firenze è una soluzione graditissima, non ne fa mistero e l’ha già detto a Corvino nei primi contatti avuti. L’accordo economico non sarà un problema, ma c’è ancora da discutere molto sui programmi di lavoro e sul mercato. Chi pensa a Pioli come a uno "yes man", disposto a tutto, si sbaglia. Ha grande carattere e non le manda a dire a nessuno. Il programma dovrà essere condiviso, dirà sì solo se sarà convinto in pieno. A maggior ragione dopo l’esonero dell’Inter, Pioli non può permettersi altri passi falsi o avventure.
C’è ancora da mettersi a tavolino, discutere e chiudere. Non è così automatico. E’ vero, ci sono ampie possibilità, ma per adesso le parti sono andate poco oltre la proposta "verresti a Firenze con un progetto triennale per rilanciare la Fiorentina?" alla quale è stato risposto "certo, con gioia". Manca tutto il resto che sarà messo a punto nelle prossime settimane.
Che Pioli fosse uno dei due (l’altro è Di Francesco), rimasti nella lista di Corvino era noto da tempo. Nelle ultime settimane il Dg viola era andato dritto su Pioli, anche prima dell’esonero di martedì notte, mentre in società qualche dubbio serpeggiava. L’analisi della carriera di Pioli è risultata positiva dal punto di vista tecnico-agonistico, qualche perplessità c’era e resta nella capacità di gestire i momenti difficili. L’ultimo mese all’Inter ha fatto aumentare i dubbi. Su questi dubbi sono allineati anche i tifosi che sui social possiamo accumunare in un unico pensiero "ma si deve prendere davvero lo scarto dell’Inter, già esonerato da Lazio e Bologna?".
Già, questa è la domanda delle domande. Soprattutto Pioli ha la forza morale e psicologica per ripartire subito, alla grande, con lucidità, dopo questo brutto stop professionale? L’uomo è solido, un signore sotto molti aspetti, ma a questa domanda dovrà rispondere solo Corvino nella sua analisi anche psicologica. Sulla valutazione tecnica, dubbi (come detto) non ce ne sono. Anche all’Inter, prima della bufera, Pioli ha dimostrato di saperci fare. Detto questo, purtroppo, l’allenatore ideale della Fiorentina non è Pioli (se firmerà) e non lo è Di Francesco. Buoni profili, ma forse serviva di più e di diverso in un momento così difficile.
Ma come abbiamo già avuto modo di scrivere, non è facile trovare allenatori disposti a venire a Firenze, una piazza storica del calcio dove (giustamente) si vuole molto, con una proprietà non apprezzata e spesso contestata, un direttore dell’area tecnica che lavora con sistemi vecchi, sceglie i giocatori e prepara le squadre in prima persona, secondo le sue idee di calcio, mettendo il tecnico in secondo piano. Decide lui. Stop. Non tutti gli allenatori (anzi pochi) sono disposti ad accettare certi sistemi e infatti Giampaolo ha detto no, Simone Inzaghi ha detto no, l’idea di prendere Sarri è naufragata difronte alla realtà e anche le possibilità di andare su Spalletti e pagare il suo "onorario" sono rimaste un pour parler tra Ddv e il suo entourage. Non credo che Spalletti sarebbe disposto a farsi fare la squadra da Corvino, tanto per dirne una… Ma questa è la storia e la strada imboccata dalla Fiorentina con il ritorno al Ds del suo passato. Un remake per ora riuscito malino.
Qualcuno ora si chiederà perché è saltato Di Francesco, o almeno oggi non è più l’obiettivo. Da subito, ricorderete, dopo l’incontro con Corvino a Firenze vi avevamo riferito delle perplessità di Di Francesco, espresse a un collega allenatore. Dubbi sulle idee di Corvino, sul progetto viola. Poi le parti sembravano più vicine, Di Francesco si era convinto, ma la Fiorentina si è bloccata quando ha capito di non essere la prima scelta (l’allenatore sogna la Roma) e per di più i viola avrebbero dovuto pagare la famosa clausola da tre milioni nonostante l’amicizia tra i Della Valle e Squinzi. Su questi tre milioni Cognigni, come al solito, è sbiancato.
Dunque, ecco tutto e tutti su Pioli. Ripeto, l’accordo non c’è ancora, ma l’ottimismo è tanto. Nei prossimi giorni ci saranno nuovi incontri, si entrerà nel merito di tutte le cose, dal contratto alla campagna acquisti, dagli obiettivi alle ambizioni. L’idea è quella di proporre un triennale, ripartire con una squadra giovane e talentuosa, divertente, ma con una buona fase difensiva, in grado di arrivare al top nel giro di un po’ di tempo.
Vediamo se il piano-Corvino andrà bene a Pioli e se in società cadranno gli ultimi dubbi. Corvino è il più convinto su Pioli, spinge, non è un caso che siano stati i suoi trombettieri abituali a dare per fatto l’accordo, quasi come voler mettere davanti al fatto compiuto, ma in società qualcuno vuole ancora riflettere più a fondo. La Fiorentina sa benissimo che non può permettersi di sbagliare nulla, soprattutto allenatore, dopo l’ultima stagione disastrosa in balia degli umori negativi di Sousa. Alla fine, credo, comunque si farà anche perché non esistono alternative, ma ricordatevi del famoso gatto...
Tornando ai trombettieri, l’altro giorno, improvvisamente è uscita una notizia secondo la quale Bernardeschi avrebbe chiesto attorno ai sei milioni per rinnovare il contratto. Un modo per mettere le mani avanti e forse per cominciare a giustificare l’eventuale addio a Firenze, gettando le responsabilità su un giocatore esoso.
Non è così e ve lo abbiamo già spiegato. Bernardeschi ha apprezzato la proposta viola (cinque anni di contratto a due e mezzo l’anno più bonus), ha chiesto solo l’inserimento di una clausola rescissoria tra i cinquanta e i sessanta milioni valevole dall’anno prossimo. La Fiorentina non vorrebbe clausola e se il giocatore insistesse, la vorrebbe da non meno di cento milioni. A quel punto il procuratore ha ribattuto che per una clausola così alta, parametrando il tutto, servirebbe un ingaggio da 5-6 milioni. E’ la logica del dare-avere che lo impone. Comunque Berna sta valutando anche altre proposte arrivate e si incontrerà con la Fiorentina soltanto a campionato finito.
Adv non tratterà direttamente, parlerà solo al giocatore per ricordargli che la Fiorentina lo vorrebbe far diventare una bandiera. Mi sembra complicato nel calcio di oggi. Restando ad Adv, dopo lo sfogo del quale si è già pentito, sta facendo le valigie per un viaggio di lavoro verso l’Oriente (Giappone, Cina etc) per cercare di rilanciare le sorti del gruppo Tods in chiara difficolta negli ultimi esercizi con una contrazione delle vendite, dei profitti e un vistoso calo in borsa.
Il presidente onorario, quindi, sabato non ci sarà a vedere l’anticipo con la Lazio. L’avversario è ostico e in gran forma, ma la Fiorentina deve ringraziare la Juve che ha conquistato la finale di Champions. Così la finale di coppa Italia Juve-Lazio sarà anticipata e si giocherà mercoledì 17 maggio. E’ chiaro e matematico che sabato Inzaghi farà un ampio turn-over pensando alla Coppa, giocherà la Lazio-B, un’altra occasione che la Fiorentina non può buttare.