PLATINI LIQUIDA LA COPPA UEFA. TROPPI ARBITRI, MEGLIO LA MOVIOLA
A Torino giunse dopo aver rischiato di indossare la maglia nerazzurra. Ma lui, Michel Platini, è sempre stato, qualcuno direbbe, antropologicamente più juventino che altro. Lo chiamavano Le Rois, era un campione ma nel suo Dna c’erano già le tracce genetiche per diventare un capo. Fu iniziato da Giovanni Agnelli e da Giampiero Boniperti, purtroppo gli toccò di fare un drammatico giro di campo all’Heysel con in mano il trofeo della coppa dei campioni, mentre fuori dello stadio stavano mettendo in fila i cadaveri di 35 sventurati. Anni dopo, uscì allo scoperto, proiettando la sua candidatura alla presidenza del calcio europeo. Oggi è il monarca del calcio continentale.
Il primo punto della sua rivoluzione prossima ventura riguarda la riforma delle coppe. Com’è noto, la Champions League è il torneo dei ricchi, degli aristocratici, dove sono in palio milioni e milioni di euro. Al primo turno si guadagna qualcosa venti milioni, poi dieci il secondo e così via. Si stima che la vittoria valga qualcosa di meno di cinquanta milioni di euro. Insomma tanti soldi, tali da consentire il pareggio di bilancio. L’Europa League, invece, è un torneo di seconda classe. Si vince poco pur faticando molto, così che molte squadre, con buona pace del mio amico David Guetta, lo affrontano con la “mano sinistra”. Ebbene, Platini sta pensando dal 2015 di cancellare la nipotina della coppa Uefa, per fare una Champions a 64 squadre. Una scelta davvero clamorosa, che potrebbe ricalibrare le opportunità di molte squadre. Bisognerà capire se i top team glielo consentiranno.
Il secondo punto riguarda la moviola in campo o qualcosa di simile. Lui, che di conti se ne intende, sostiene che è meglio schierare cinque arbitri. Costano 2,3 milioni contro i trentaquattro della moviola. Pur rispettando la valenza del dirigente, pur considerando Platini il meglio che il nostro calcio si possa consentire, non si capisce la logica di un ragionamento del genere. Gli arbitri sono come i galli di un pollaio: più se ne mettono e più difficile è avere un giudizio unico e efficace. Vero che gli stadi impegnati nelle competizioni Uefa sono 78, vero che la tecnologia è cara, ma perché non prendere spunto da quanto succede, ad esempio, nel rugby. Le partite di campionato e quelle di coppa ormai sono riprese con dieci/dodici telecamere. Non c’è quindi bisogno di chissà cosa. Basta allestire un punto d’osservazione tecnologico, con un arbitro dedicato per leggere correttamente, con l’aiuto del mezzo elettronico, la verità sarebbe più verosimile.
Certo ci vuole coraggio. Sono due punti che garantirebbero democrazia nel calcio, sarebbero due innovazioni che ripristinerebbero uguaglianza tra i vari contendenti. Platini deve dimostrare di essere dalla parte del calcio. Come recita quello slogan: “il calcio è di chi lo ama…” Platini ama il calcio? E allora si dia da fare per dimostrarlo, alla faccia dei super club.