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PRANDELLI È ASINTOMATICO, MA SALTA IL GENOA. FUORI DIECI GIORNI, ALTRO DURO COLPO IN UN MOMENTO DELICATISSIMO. ORA LA SQUADRA DEVE REAGIRE. DIFFICILE L’ATTACCANTE A GENNAIO. AUTOCRITICA DI PRADÈ, MA BASTA DEPRESSIONI. E ROCCO ALLONTANA LO STADIO

di Enzo Bucchioni

Cesare Prandelli è positivo al Covid e sembra quasi una maledizione. Siamo tutti vicini all’allenatore viola, gli facciamo un grande in bocca al lupo, è ovvio che la prima preoccupazione sia andata tutta per la sua salute, ma per fortuna è asintomatico e questo è un gran sollievo. Banale e scontato dire che non ci voleva in assoluto e in questo momento in particolare.

Nel periodo più delicato, quando il lavoro del nuovo allenatore stava entrando nel vivo, alla vigilia dello scontro con il Genoa, una roba del genere rischia di essere una ulteriore, grande mazzata.

Per il protocollo della Federcalcio dello scorso ottobre, “le persone asintomatiche risultate positive al Covid, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (dieci giorni + test)”, quindi in teoria Prandelli dovrebbe saltare la gara di lunedì con il Genoa e rientrare venerdì undici dicembre alla vigilia della partita con l’Atalanta. Ma la situazione andrà monitorata giorno per giorno anche perché negli ultimi tempi le interpretazioni del protocollo sono state le più varie. Inutile fare esempi, sappiamo benissimo di cosa si parla.

L’unica certezza è che, purtroppo, il lavoro di Prandelli subirà un rallentamento e non poche complicazioni. E’ vero che l’allenatore anche da casa dove è in quarantena fiduciaria, continuerà a seguire tutto e tutti, ha un ottimo staff con il secondo fidato Pin in testa, ora c’è anche l’ex viola Marco Donadel e non solo, i sistemi tecnologici aiuteranno non poco i rapporti diretti e gli interventi del tecnico, ma il contatto quotidiano, il lavoro psicologico e motivazionale oltre che tecnico-tattico, fatto in presenza è un’altra roba. La speranza è che il gruppo si responsabilizzi ancora di più, da questa notizia negativa sia capace di trarre forza per reagire. Mi aspetto che siano i giocatori più esperti e carismatici a ricompattare il gruppo e a trasmettere una scossa, un modo per dare un segnale a tutto l’ambiente e solidarietà per l’allenatore. Un fatto simile è accaduto di recente a Pioli pure lui asintomatico, non era in panchina neppure domenica contro la Fiorentina, e il Milan ha reagito alla grande con due vittorie consecutive, mi aspetto lo stesso atteggiamento da parte della Fiorentina.

Per fortuna gli altri tamponi eseguiti hanno dato esito negativo, questo non toglie che la Fiorentina abbia pagato al Covid un tributo pesantissimo già nella scorsa primavera, ma anche di recente con Pulgar, Callejon e perfino Joe Barone.

La squadra, sempre da protocollo, è entrata in bolla, praticamente isolata, e continuerà la preparazione per la gara di lunedì. Altri tamponi sono previsti dopo 48 ore.

E’ un momento complicatissimo per tutto il calcio, anche il Genoa, prossimo avversario viola, ha pagato pegno con l’apice toccato nella trasferta di Napoli, ma quasi tutte le squadre sono state toccate.

Per lunedì Prandelli aveva in testa di continuare a dar fiducia ai giocatori scelti nelle ultime gare, Vlahovic compreso, e su questa falsariga continuerà il lavoro di Pin. Cesare si aspetta molto da Ribery, Callejon, Borja Valero, Bonaventura e dal capitano Pezzella, sono loro che possono dare una svolta alla stagione con il temperamento e l’esperienza, oltre alle loro qualità tecniche.

E’ inutile dire che i problemi sono molti, tutti drammaticamente evidenziati nelle ultime gare che fanno di questa partenza di campionato la peggiore da quando si gioca per i tre punti. Il mal di gol sta diventando un macigno da sopportare, quattrocento minuti senza esultare sono un’eternità. Da qui bisogna ripartire, serve un’immediata inversione di tendenza anche se la classifica è cortissima e ventinove ancora le gare da giocare.

Intanto ieri Pradè è tornato a parlare pubblicamente e l’autocritica gli fa onore. Gli errori li ha fatti anche lui, ovvio, ma ha ragione quando dice che i valori di questa squadra sono ben altri. Il problema però è che quando entra un baco nello spogliatoio, prima è difficile da individuare e poi da far scomparire. Non mi sono piaciuti invece l’atteggiamento tafazziano e l’eccesso di autofragellazione del Ds viola, nei momenti di difficoltà come questo si devono tirare fuori il petto, i muscoli e anche qualcos’altro, ma ci siamo capiti. “Questa non è una squadra da sedicesimo posto, cazz...", urlerebbe nello spogliatoio un sergente qualsiasi dei marine e lo stesso grido dovrebbe rimbombare ogni giorno nella testa di tutti, dirigenti, tecnici e giocatori, nel centro sportivo Davide Astori.

E se il Covid rende impossibile il rapporto adrenalinico con i tifosi, se non riescono a capire cosa è il Popolo Viola e cosa ti può dare, i giocatori le motivazioni devono trovarle dentro di loro: il tempo è scaduto. Si parla volentieri di tattica, di errori degli allenatori e di altre robe che sono alla base di questo disastro, ma ora basta. In casi come questi, in attesa di una completa guarigione, si può e si deve supplire con il carattere. Lunedì arriva il Genoa, la Fiorentina deve pensare solo a vincere, deve approcciarsi come se fosse una finale o davanti ci fosse il Real Madrid.

Questo si aspettano tutti, a cominciare da Rocco che paga gli stipendi con assoluta regolarità e di questi tempi non è poco.

Pradè ha parlato anche del mercato di gennaio e par di capire dalle sue parole che sarà difficile trovare una punta buona, in grado di risolvere subito i problemi del gol. Lo crediamo, ma riparliamone. Se Vlahovic, Cutrone e Kouame non si sbloccano e la Fiorentina non riparte, qualcosa andrà fatto. E forse non solo l’attaccante. Nessuno chiede giocatori da venti gol a gennaio, ma non mi sembra difficile trovarne uno più funzionale di questi tre prigionieri di un prolungato momento negativo dal quale non riescono a uscire. Spero, naturalmente, di essere smentito a suon di gol già da lunedì.

Nel frattempo è tornato a farsi vivo anche Commisso che in questo momento ha scelto il basso profilo. Finalmente, aggiungo io. Ha risposto per iscritto a una bella lettera degli amici Scoglionati Viola e, purtroppo, ha confermato quelli che erano i nostri sospetti espressi nell’editoriale di martedì scorso.

Anche Rocco teme che lo stadio resterà "un sogno forse irrealizzabile", come dargli torto? E pure il sindaco Nardella ieri ha cercato di fare il democristiano, dicendo in sostanza, né ruspe, né battaglie di retroguardia per il Franchi, ma un giusto compromesso per la modernizzazione. Peccato che il solo modernizzare non basti a Rocco e non sia funzionale per i bilanci della Fiorentina, come più volte ribadito. Ma, par di capire, purtroppo non si parla più neppure di Campi. Un vero peccato…