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PRENDERE PIOLI ORA È POSSIBILE. BERNARDESCHI METTE IN CRISI IL MERCATO DELLA FIORENTINA. ADV CONTESTATO: È SOLO L’INIZIO. SOUSA RIDICOLIZZA CORVINO E LA SOCIETÀ, MA SE LA SONO CERCATA

di Enzo Bucchioni

Se Pioli era un’idea circolata in autunno (prima dell’Inter), ora può tornare d’attualità. L’inattesa sconfitta dei nerazzurri in casa con la Sampdoria e il definitivo (o quasi) addio alle speranze Champions, rimetteranno di sicuro in moto tutti i dubbi di mister Zhang che pensa a un allenatore più conosciuto e scafato (da Conte a Spalletti, passando per Pochettino) da mettere sulla panchina dell’Inter. Già nei giorni scorsi Pioli ha confidato ad amici di essere stufo della graticola mediatica milanese, di temere un’altra stagione tribolata anche in caso di conferma. Forse comincia a dubitare del suo futuro all’Inter.

Se la Fiorentina non ha ancora deciso o non è completamente convinta dell’idea Di Francesco, magari questo è il momento giusto per rilanciare con l’ex difensore viola. Lo faranno? Chissà. L’incertezza regna sovrana. Brucia ancora il no di Giampaolo, il primo della lista viola. Da quel rifiuto la situazione si è incartata. Vedendo giocare la Samp si capisce perché la scelta era giusta. I blucerchiati giocano un bel calcio, hanno giovani dal grande futuro e c’è un parco giocatori con il quale poter lavorare su una base molto solida, forse queste certezze hanno indotto Giampaolo a dire no ai viola.

Dopo l’incontro di una settimana fa con Di Francesco e l’irrigidimento del Sassuolo, qualcuno in società ha tirato il freno a mano tornando perfino a fare il nome di Donadoni sul quale (per altro) Corvino non è d’accordo. Se devo valutare il Bologna per la stagione e quello visto domenica, soprattutto come è stata impostata la partita dal tecnico (un catenaccio anni settanta) è giusto che Donadoni resti dove è. Ma anche su Di Francesco i dubbi ci sono, se potesse permetterselo e avesse programmi più chiari, è evidente che la Fiorentina meriterebbe un tecnico più maturo.

Si merita, intanto, il pesce d’aprile di Paulo Sousa. In quarant’anni di calcio non ricordo un altro allenatore capace di prendere in giro e di parlare male della sua società come ha fatto e sta facendo il portoghese. La vicenda del pesce è roba da "Amici miei". Evidentemente Sousa si è calato bene nell’ironia toscana. E’ chiaro che vista dalla parte della Fiorentina la presa in giro che scimmiotta l’incontro del direttore generale con Di Francesco "Ho invitato Corvino a cena a casa mia" e l’annuncio canzonatorio "stiamo trattando il rinnovo", è assolutamente inaccettabile. E’ altrettanto chiaro che Sousa abbia ridicolizzato e mancato di rispetto a chi lo paga, sono cose inammissibili da parte di un professionista, ma la Fiorentina ha avuto almeno quattro occasioni per esonerarlo e non l’ha fatto per non pagare un altro allenatore. Potevano cacciarlo dopo il mercato di gennaio del 2016 e le critiche dure contro la società. Poi a fine stagione scorsa. In autunno quando s’era capito che sarebbe stata una annata difficile e infine in febbraio dopo l’eliminazione dall’Europa League che ha sancito di fatto il fallimento totale. Niente. L’hanno tenuto e lui adesso si diverte, tiene tutti in ostaggio. Vi siete chiesti come mai Saponara non gioca? E Milic ripescato all’improvviso? E Cristoforo, pupillo di Corvino, in mediana contro il Bologna forse per far vedere che vale poco?

Situazione imbarazzante, ma non basta. C’è imbarazzo anche per Bernardeschi. L’edema osseo non guarisce, difficile il recupero in tempi rapidi. La speranza è quella di non dover intervenire chirurgicamente per far riassorbire il versamento. Molti ora si chiedono: è stato giusto mandarlo in campo con infiltrazioni quando già non stava bene?  

Al di là dell’infortunio, sta diventando di difficile interpretazione anche il silenzio attorno alla proposta di rinnovo con prolungamento del contratto. L’entourage del giocatore fa capire chiaramente che non ci sarà nessun prolungamento, non c’è interesse alle proposte di Corvino. Se dovesse persistere questa linea, la Fiorentina rischia di andare in difficoltà. E’ vero che il contratto scadrà nel 2019, ma se ci si avvicina troppo a quella data il prezzo del giocatore è destinato a calare e alla fine lui potrebbe perfino pensare di andarsene a parametro zero quando avrà appena 25 anni. Scenari da valutare. O il giocatore firma o potrebbe essere perfino conveniente venderlo l’estate prossima. Un bel dilemma perché dopo aver venduto bisognerebbe essere bravi a reinvestire tutto e subito su basi solide, non è più il tempo degli esperimenti e delle "corvinate".

Adv, naturalmente, vorrebbe tenere Berna a tutti i costi perché teme la contestazione. Sa benissimo che se Bernardeschi decide di andar via vuol dire che non crede nei programmi della Fiorentina, il segnale sarebbe devastante per l’ambiente. Ma tenerlo senza prolungamento, economicamente potrebbe diventare un autogol. Questo sarà il tormentone dell’estate. A proposito di contestazioni, gli striscioni apparsi domenica hanno irritato parecchio Adv. Ragionando, non dovrebbe prendersela con i tifosi, ma con sé stesso o, al massimo, con i suoi manager. Cognigni in testa. Ma con loro non se la prende perché non lo fanno spendere. La stagione è fallimentare, i programmi poco chiari, lo stadio pronto nell’anno del poi. Il futuro, come si dice, un’ipotesi.

Cosa dovrebbero fare i tifosi dopo una stagione finita a febbraio, forse applaudire? Ventimila abbonamenti dovrebbe meritare un maggiore rispetto e una maggiore attenzione nelle scelte, purtroppo tutte sbagliate nelle ultime due stagioni. Adv deve solo ringraziare il gol di Babacar il reaparecido, in un’altra partita triste più o meno come quelle col Crotone e con il Cagliari. Sono comunque arrivati nove punti capaci di tenere accesa l’illusoria fiammella dell’Europa League e fino a quando c’è vita c’è speranza….il proverbio diceva più o meno così. Almeno mi pare.