PRONTI, VIA, PARTE IL DOPO VLAHOVIC. UNA SFIDA OGGI CHE VALE MOLTE RISPOSTE. VOLTARE PAGINA E’ UNA NECESSITA’. PIATEK-CABRAL: UNA MAGLIA AL FOTOFINISH. ITALIANO E’ LA POLIZZA VIOLA PER IL FUTURO
Di solito le sfide bivio sono altre. La prima del girone di ritorno piuttosto di quella che giunge dopo molte sconfitte consecutive. Magari quando balla una panchina oppure se torna un lungo degente dall’infermeria. La letteratura in materia è vasta. Dentro ci sta anche la partita di oggi della Fiorentina.
Quando il calendario ha sistemato questa gara nell’agenda del campionato, pochi o nessuno avrebbero immaginato che sarebbe stata la prima del post Vlahovic. Prima e dopo il serbo, la stagione si divide così. Se ne va il capocannoniere del campionato, col suo carico di ingratitudine generale per aver preferito il nemico giurato (del calcio), e arriva il nuovo che avanza, Cabral. Va affiancare il polacco in cerca di rilancio dopo una parentesi grigia, Piatek. Il romanzo viola gira pagina. Più che una scelta è una necessità. Anche i tifosi più critici sono stufi, non ne possono più di parlare del serbo scappato a Torino, vogliono concentrarsi su chi lo ha sostituito. Stato d’animo comprensibile, ancorché legittimo, ma poi sarà il campo a trasformarsi nella cassazione.
Un conto sono i desiderata, un altro sono i risultati. Prima e dopo Vlahovic. Questa annata 21/22 a Firenze sarà ricordata così. E non solo sotto la cupola di Messer Brunelleschi. Tutta Italia ha parlato per giorni e giorni del trasferimento record in una sessione di gennaio. E’ stata una roba da record, come le ferite delle anime viola non sono state uno scherzo. Ecco perché l’impulso spinge a distogliere lo sguardo dallo specchietto retrovisore, sgassando a tutta velocità verso la dirittura che ci porterà al domani.
Prima e dopo Vlahovic, la sfida con la Lazio è questo e molto altro. Si attendono risposte dalla Fiorentina, pur consapevoli che tutte non potranno arrivare questa sera. A Italiano un po’ di tempo (poco purtroppo) andrà concesso per riavvolgere il nastro. Per scegliere tra Piatek e Cabral, per spiegare alla squadra come muoversi con un nuovo centravanti e per chiedere al designato numero 9 come andare incontro alle geometrie del gruppo. Il calcio ha sempre fretta e la Fiorentina dovrà ritrovarsi velocemente per riprendere spedita il cammino verso l’alta classifica. Italiano è la garanzia, il demiurgo di questo impianto di gioco. I viola lo seguono, hanno fiducia nel loro capo branco, lo spogliatoio è unito e i calciatori avranno voglia di dimostrare al mondo che i 36 punti in 22 gare sono arrivati non solo per merito di Vlahovic. Ben consapevoli che in caso di battute a vuoto lo spettro del serbo volteggerà sulle teste dei viola. Potremmo andare avanti a lungo nell’elencare i molteplici aspetti che rendono la partita con la Lazio di delicatezza estrema. Più che una gara sembra più un contenitore di risposte da fornire in serie.
Piatek o Cabral, un bel rebus. Si giocheranno la maglia a fotofinish. Se seguissimo l’Italiano-pensiero dovremmo immaginare il polacco titolare. Il tecnico viola inserisce per gradi i nuovi, ricordiamoci di Ikonè. Ma ieri in conferenza stampa ha spiegato che il brasiliano è quello che si avvicina, di più, tatticamente parlando, a Vlahovic. E allora? Un giallo indovinare il centravanti. Tra poche ore sapremo tutto. Incertezza anche per gli esterni e a centrocampo. Anche se Sottil, ad esempio, dopo Cagliari e quel gol bellissimo, dovrebbe avere una maglia.
Affidiamoci a Italiano, la garanzia della Fiorentina. Ieri ha detto che a Firenze “sta troppo bene”. Una dichiarazione che dovrebbe essere musica per i tifosi viola. Italiano non si ritiene di passaggio, ma stanziale. Speriamo che la società sappia toccare le corde giuste per trattenerlo a lungo. Con questo allenatore la Fiorentina può iniziare un ciclo. A patto che riesca a convincere i migliori a restare. Questa sarà la nuova sfida della Fiorentina di Commisso, convincere i giocatori più rappresentativi a investire sul viola e non sul bianconero. Passa tutto da lì. E il resto verrà da sé.