QUALCOSA È CAMBIATO: LA CHIAREZZA AL 1° POSTO E LA RISCOPERTA DEL VALORE DELLA STORIA ALLA BASE DELLA NUOVA FIORENTINA
Immergersi nella realtà fiorentina attuale, per un neofita del calcio, potrebbe essere particolarmente rischioso. Non tanto perché in ballo ci siano tematiche importanti (si parla pur sempre di pallone, caldi d’angolo e rigori), quanto perché a giudicare dai sentimenti che si respirano in città, l’ambiente viola sembra essere come spesso accade spaccato a metà. Da un lato gli inguaribili ottimisti, i romantici del calcio: coloro che prima di giudicare quella che sarà la Fiorentina 2.0 targata Paulo Sousa aspettano come sempre il 31 di agosto e nel frattempo si abbonano a prescindere, a scatola (quasi) chiusa. Dall’altro, la parte pessimista, critica per certi aspetti fino all’esasperazione (ed a prescindere), insoddisfatta da quanto fino ad oggi è stato (o non è stato) fatto sul mercato e che non ripone da tempo più fiducia nella proprietà viola. Uno spaccato (parola mai fu più azzeccata) che di giorno in giorno si confronta, si becchetta senza mai arrivare ad una conclusione. Un gioco al massacro tra "leccavalliani" ed "anti-dellavalliani" che, oggettivamente, più che portare a critiche costruttive è servito soltanto a lacerare un ambiente già di per sé storicamente diviso in fazioni.
Tanto per fare un esempio, a Moena, durante la promenade lungo le vie della Fata delle Dolomiti oppure il giorno seguente presso il Viola Village o la partita contro il Panetolikos, non si è sentita volare nemmeno mezza critica all’indirizzo della proprietà viola e di Andrea Della Valle, che come consuetudine ha scelto anche quest’anno di farsi un bagno di folla tra selfie ed autografi di rito. Un contesto quasi idilliaco, lontano anni luce - ad esempio - dall’astio e dalla depressione (più o meno motivati) che si respirano a giro per Firenze (o per meglio dire, sui social network) all’indirizzo della proprietà. Due mondi, dunque, praticamente opposti: ma dove risiede la verità? Nel mezzo, probabilmente. Eh sì, il noto adagio latino dell’ “in medio stat virtus” ha fatto centro anche stavolta. Con però una non trascurabile differenza, ovvero il “mea culpa” che da giorni si respira da più parti in casa Fiorentina per tutti gli errori commessi in passato.
Tra le tante pecche che per mesi sono state rimproverate alla famiglia Della Valle ed alla dirigenza viola, all’apice c’è sempre stata l'annosa questione relativa alla “chiarezza”, un concetto che - specie nell’ultimo mercato estivo ed in quello invernale - era stato pesantemente messo a repentaglio, tra una toccata e fuga di Milinkovic-Savic in sede, ad un “non ci faremo trovare impreparati” sul caso Salah, passando per un interminabile (ed improduttivo) viaggio in Argentina alla ricerca di Mammana, poi sfumato clamorosamente. Ecco, se ad oggi la Fiorentina sembra decisa a mettere i puntini sulle “i” a proposito di questa carenza, non si può non sottolineare come l’impegno che sta profondendo in queste ultime settimane il club sia a dir poco lodevole. Sotto tanti, tantissimi aspetti.
Il primo, forse quello che giustamente meno interessa ai tifosi, è il rapporto dell’ufficio stampa (che verrà presto arricchito da un’altra figura) con i mezzi di informazione, che nel corso del ritiro in Val di Fassa hanno ricevuto non solo un’attenzione maggiore ma anche un occhio di riguardo nello svolgere il proprio mestiere. Il secondo è quello relativo alla chiarezza che fin da subito la Fiorentina ha voluto fare sui propri obiettivi stagionali: niente proclami (la volontà è quella di piazzarsi tra il 4° ed il 6° posto), tanto lavoro e massimo impegno per trattenere a Firenze tutti i big di una rosa già di per sé competitiva che sarà arricchita di giovani di prospettiva. Non sarà il massimo, è verissimo, ma con i chiari di luna che si vedono a giro (ma i milioni dei cinesi per Inter e Milan li ha visti per caso qualcuno? E le due romane stanno forse meglio?) non è poco.
Terzo ed ultimo aspetto è quello relativo al valore della storia viola, che improvvisamente - dopo 15 anni di presidenza - LA Fiorentina (con l’articolo) sembra aver riscoperto sotto la canicola di luglio. I 90 anni di storia del club sono stati un assist decisivo per i Della Valle che, grazie alla collaborazione con il Museo Fiorentina, hanno predisposto una serie di festeggiamenti davvero particolari, coinvolgendo al meglio i tifosi nello stilare la top-11 della storia gigliata e promettendo di far sbarcare a Firenze, nella notte tra i 28 ed il 29 agosto, tutti i campioni più grandi dell’epopea viola: da Batistuta a Rui Costa, passando per Baggio, Dunga, Edmundo e Passarella. Un progetto davvero ambizioso e decisamente degno di lode per chi, fino ad oggi, era stato più volte rimproverato (spesso a ragione) di non considerare quanti hanno scritto la storia della Fiorentina prima di Gubbio. Che il vento sia definitivamente cambiato? La sensazione, più che l'auspicio, è proprio questa. E ripartire con una certezza così, sarebbe un notevole passo avanti.