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QUANDO ANCHE LA (POCO STIMATA) CATEGORIA DEI GIORNALISTI PUÒ TORNARE UTILE: LANCIAMO UNA GRANDE CAMPAGNA...

di Stefano Prizio

La categoria è poco amata di questi tempi, certo non odiata quanto quella dei politici, ma sicuramente la stima generale nei confronti di chi anima e governa la macchina dell'informazione nazionale, compresa quella sportiva, è oggi ai minimi storici. Colpa della categoria senz'altro, colpa anche di chi fruisce dei servizi di questa categoria - che fu de' Montanelli, de' Terzani e de' Biagi e che oggi è di professionisti di risma un tantinel diversa -  la cui capacità di scelta si è deteriorata fino all'accasciamento. Insomma colpa dei giornalisti, ma anche dei lettori che non esercitando la scelta della qualità contribuiscono se non determinano lo scadimento generale della professione. Ci fermiamo qui, non avendo la voglia nè soprattutto il tempo di rintuzzare le ire dei nostri colleghi baroni, d'altronde il clima dei tempi attuali farà presto il suo lavoro….

Cotanto cappello per poi dire che talvolta la categoria criticata può anche venire utile, in questo caso, in rigoroso ordine: in aiuto alla bellezza del gioco del pallone ed alla Fiorentina. Talvolta - e questo potrebbe essere il caso - una campagna di stampa potrebbe giovare all'intero movimento calcistico italiano o per meglio dire all'unica caratteristica che lo rende ancora interessante e degno d'attenzione. La sua occasionale bellezza. Se non l'aveste capito parliamo proprio di bellezza, quella che resiste anche al pattume, alla sporcizia, al vizio di chi corrompe il gioco più bello del mondo per suo personale tornaconto. Inconsapevole che ad un dì il gioco finisce. Confessatelo! Perché andate ancora allo stadio? Perché seguite ancora il calcio? Non è forse per quell'inspiegabile passione? Non è per quel sogno d'infine prevalere sui torti? Non è - ditecelo per favore - per quei momenti ormai così rari di gioco bello, spensierato, fanciullesco?

E' per l'estro dei campioni che il calcio non è morto negli ultimi decenni. Per la loro fantasia, il talento sfacciato, la dissacrante ribellione di alcuni degli interpreti di questo giuoco - talvolta li si chiama campioni o fuoriclasse - che ancora oggi, nonostante tutto ciò che è accaduto in nome e per conto del calcio, la gente segue questo pazzesco fenomeno sportivo. E' la speranza dell'imprevedibilità che i potenti del calcio, i grigi uomini seguaci di mammona, combattono strenuamente con le loro super organizzazioni. Con le loro regole violabili, le combine, i giochetti. Trame imbastite che possono essere mandate all'aria da un colpo di genio. Da un dribbling, un colpo di tacco. Una rovesciata. Un tocco magico da campione.

Nella Fiorentina di oggi, tra le tante belle sorprese, tra i tanti calciatori da ammirare, ce n'è uno particolare. Un ragazzo che arriva da oltre Oceano, con la zazzera folta e la faccia pulita. Con l'amore per il calcio che gli sgorga dai piedi, dall'incontenibile voglia di superare l'avversario sempre e comunque. Senza calcoli. Anche quando è inutile. Così come gioca un bambino in un tardo pomeriggio d'estate su di un campo polveroso di periferia (che manco ne esistono più). Un ragazzo così rispettoso in maniera naturale dell'avversario da mai fermarsi affrontandolo. Mai irridente, ma sempre al massimo, dal primo minuto all'ultimo. In una partita già persa o già vinta. Quel giocatore viola è Juan Guillermo Cuadrado Bello. Bello come l'allegria di un acquazzone estivo. Un calciatore che viene massacrato dai falli di avversari aggrappati alla loro disperata pochezza calcistica e sportiva. Un calciatore minacciato ad ogni partita, ma che ad ogni partita regala lampi di qualità e di bel calcio. Un ragazzo che va tutelato, da parte degli amanti del colore viola, ma anche da tutti i veri sportivi italiani. Ecco cari amici e colleghi! Facciamo una campagna a tutela di Cuadrado, denunciamo lo scempio della qualità, richiamiamo al rispetto delle regole. All'amore per il bello.

Stefano Prizio

giornalista di Radio Toscana e squer.it