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QUANDO GIOCARE NELLO STADIO DELLA FINALE PORTA BENE. SOUSA SA COME SORPRENDERE IL SUO PASSATO. GIOVEDÌ ATTESA UNA REPLICA DI ADV

di Andrea Giannattasio

C’è un motivo in più, quest’anno, per sognare ancora una volta di provare ad alzare quella Coppa, quel trofeo che Firenze sogna dal 1990 e che sotto la gestione dei Della Valle è stato vicino in due occasioni. Quest’anno il teatro della Finale di Europa League sarà Basilea, una città, uno stadio che Paulo Sousa conosce alla perfezione e che dopo la cavalcata straordinaria dello scorso anno tra Tottenham, Roma e Dinamo Kiev stavolta sembra un po’ più vicino. La strada è lunghissima ma comunque vada in quello stadio, nel nuovissimo St. Jakob Park, la Fiorentina ci dovrà in ogni caso giocare contro i padroni di casa, quel Basilea in testa alla SuperLiga svizzera (24 punti in 8 giornate di campionato…) che il tecnico portoghese conosce molto molto bene e che tra poche ore atterrerà a Firenze. Una curiosa circostanza, visto che anche nella passata stagione la Viola di Montella iniziò la stagione con il successo di Varsavia sul Real Madrid, la città che poi avrebbe visto il Siviglia alzare la Coppa. 

Ma la Fiorentina non pensa ai ricorsi storici, è concentrata piuttosto alla sfida che giovedì sera l’attende al Franchi (proprio contro gli svizzeri) e alla miglior gestione possibile delle forze a disposizione in vista del tour de force che, dal 17 settembre al 4 ottobre, vedrà i viola scendere in campo ben sei volte. La prima sfida alle porte è sicuramente quella più dura e delicata: il Basilea è l’avversario più temibile nel girone I e riuscire ad avere la meglio sugli elvetici già nella prima giornata della fase a gironi in casa garantirebbe ottime chance di passare il turno da prima in classifica, dando per scontato che poi arrivino buoni risultati contro Belenenses (travolti dal Benfica nel week-end) e con il Lech (campioni di Polonia sempre più in fondo alla classifica). Sousa per questo non farà calcoli ma contro il suo passato spedirà in campo l’undici migliore, una formazione per gran parte diversa da quella che ha battuto il Genoa e che sarà poi nuovamente stravolta in vista del match contro il Carpi di domenica. Si rivedranno Gonzalo e Roncaglia (davanti a Sepe che farà il suo esordio), a centrocampo spazio a Badelj, Suarez e Mati Fernandez, mentre davanti sarà ancora una volta il turno dei terribili “-ic”, con Ilicic e Kalinic pronti a colpire ancora.

Ma giovedì, oltre alla risposta (possibilmente confortante) che dovrà arrivare dal campo (la Fiorentina sin qui in casa ha sempre vinto e non ha mai subito gol, contando anche le gare di precampionato), ci si aspetta quella che dovrà arrivare da due zone del Franchi ben definite. Da un lato la Curva, che contro il Genoa ha espresso il suo malumore per una campagna acquisti giudicata deludente e per una serie di casi per tanti aspetti evitabili, dall’altro quello ben più importante della tribuna vip, dove come sempre è atteso il patron Andrea Della Valle. Anche nella giornata di ieri, i vertici della Fiorentina hanno ribadito che lo sfogo di ADV di sabato sera era dettato più dall’adrenalina del match che da una vera e propria rabbia repressa e che in ogni caso il bersaglio del presidente non era il tifo ma una parte della critica. Ecco perché giovedì sera sarà interessante capire se ADV avrà intenzione di tornare sui suoi passi (sarebbe, forse, la scelta migliore) o se quantomeno vorrà chiarire chi possano essere i reali artefici del clima dal patron definito “inquietante”. Mettere da parte polemiche sterili e tardive da una parte e dall’altra (il mercato è chiuso ormai, contestare alla 3ª giornata non serve a nulla) sarebbe il miglior toccasana per garantire alla Fiorentina una stagione che può e deve regalare sorprese. Con la finale di Basilea nel mirino.