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QUANDO PARLARE DI CALCIO DIVENTA IMPOSSIBILE. ANCHE SE PROVEREMO A FARLO

di Pietro Lazzerini

Mentre queste righe vengono pubblicate, diverse province italiane vengono dichiarate zona rossa per l'allarme legato all'epidemia di coronavirus. Vi chiederete cosa c'entra con la Fiorentina, ma il punto è proprio questo: come si fa a parlare di calcio in un momento così duro per il paese e per tutto il mondo?

Nel nostro piccolo, ci proveremo e continueremo a farlo, ma oggi, pur con l'Udinese alle porte, il pensiero va a tutti i malati colpiti da questo maledetto virus e anche a tutti coloro che ogni giorno lottano per evitare che il contagio si propaghi vivendo in prima linea momenti che fino a poco fa venivano descritti, tra una battuta e l'altra, nei fantascientifici. 

Il calcio non si fermerà nemmeno con il paese in ginocchio. Forse come spinta sociale e mediatica per spingere le persone a pensare positivo, forse solo perché i giocatori sono tra i più controllati al mondo e visti i lauti stipendi, chi comanda trova giusto che continuino a portare avanti il carrozzone della Serie A nel bel mezzo della più grande crisi globale del nuovo millennio. Tutto fa pensare che questo campionato sia impossibile da portare a termine e che, se si salverà l'Europeo, sarà un vero miracolo. Però, per adesso, si va avanti così, passo passo e con la speranza che domani, come è arrivato, questo virus sparisca con la stessa velocità. 

Ogni cittadino verrà messo a dura prova. Milioni di italiani dovranno fare i conti quotidianamente con una crisi senza precedenti, che ci porterà a cambiare modo di pensare ed agire fin dai prossimi mesi. Ci sarà un prima e un dopo coronavirus e ci sarà un mondo che dovrà ripartire facendo i conti con un'economia a rischio collasso. Il calcio dovrà fare gli stessi conti e forse ripartirà su altre basi, come dovrà ripartire tutto il pianeta. 

La Fiorentina continuerà ad allenarsi e giocare fino a che il Governo non deciderà di chiudere tutto, cosa che, visto l'andazzo di contagi e decreti, farà presto. Si guarderà alla Cina, dove il contagio, dopo un paio di mesi, pare essere sotto controllo e dove finalmente si vede la luce proprio grazie alle restrizioni della libertà del cittadino che già in precedenza, per il Governo cinese, non erano certo una priorità. Oggi Iachini e giocatori faranno finta di giocare una partita di calcio in un clima mai conosciuto prima che ovviamente non comprende solo le banali porte chiuse ma anche tutto ciò che ci sta circondando. 

Dopo questi punti assegnati a l'una o l'altra squadra, si passerà la settimana successiva a cercare di capire se si potrà o meno continuare un campionato già falsato dagli eventi e che aspetta solo di essere chiuso. Inutile girarci intorno. 

Come detto, noi continueremo a fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile, guardando avanti con la fiducia che non è mai mancata nel nostro paese anche nei peggiori momenti della sua storia. L'Italia s'è desta tante volte e siamo certi che lo farà anche stavolta.