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QUARTO POSTO, SI FA PIU’ DURA. VIOLA, VINCERE E TORNARE A FARE CALCIO. INSEGUENDO LA CHIAREZZA. GLI INTERROGATIVI SUL PRESENTE E SUL FUTURO

di Lorenzo Marucci

La sorprendente vittoria dell’Inter sul Napoli mette la Fiorentina davanti all’assoluta necessità di tornare al successo oggi contro il Sassuolo, obiettivo non semplicissimo per la squadra viola di questi ultimi tempi. Adesso occorre quanto meno restare in prossimità del quarto posto. Dover rinunciare alla fine anche a quello sarebbe molto amaro, alla luce di una prima parte di stagione con prospettive ben diverse. Prima però occorre soffermarsi sulle (poche) certezze che accompagnano la Fiorentina: ieri c’era grande attesa per le parole di Sousa in conferenza stampa, ci si aspettava che il tecnico potesse mettere la parola fine sulle voci e i dubbi che circondano il suo futuro. Della Valle ha spiegato a chiare lettere nei giorni scorsi che il club intende aprire un ciclo con il portoghese, che però anche ieri – pur ribadendo che di presente e futuro parla spesso col patron – non ha propriamente e definitivamente chiuso la questione. A Firenze intanto nessuno vuol rivivere lo stillicidio dell’anno passato quando il caso Montella rimase aperto fino a dopo la fine del campionato. E’ evidente che il futuro dipende dai programmi, quelle strategie che anche Firenze e i tifosi viola vorrebbero capire in modo dettagliato così da farsi un’idea sul futuro. Se è vero che si intende aprire un ciclo con Sousa, occorre comprendere velocemente se sia davvero possibile coinvolgerlo al cento per cento, facendogli avere voce in capitolo su acquisti e programmi. Al tempo stesso è fondamentale decidersi sulla dirigenza, ammesso che non sia ancora stato fatto. Il mercato è adesso e la costruzione della nuova squadra non può aspettare moltissimo. Qualcuno osserverà che in fondo, a giugno, si giocheranno gli Europei e molti calciatori si metteranno in vetrina. D'accordo, ma non mancheranno autentiche aste sui migliori, a colpi di milioni su milioni. E allora torna la necessità di arrivare per primi sui giocatori, assicurandoseli ora (ammesso che non sia già troppo tardi). La scelta sulla dirigenza, ripetiamo, non può attendere. Prima di tutto però è necessario tornare a seguire le più normali regole del calcio. Negli ultimi anni la Fiorentina ha allargato fin troppo il numero di dirigenti che si occupano della parte tecnica. Come sostiene un vecchio e saggio ds, troppi pareri nel calcio finiscono solo per confondere le acque. E’ come se per la costruzione di un palazzo si facessero lavorare insieme cinque ingegneri. Trovare una linea comune non sarebbe semplice. Ci si interroga parecchio negli ultimi tempi sul ds, se resterà Pradè (possibile) o su chi eventualmente potrà arrivare e quale possa essere la figura migliore.  Al di là di queste considerazioni, sarà fondamentale che al dirigente vengano attribuiti tutti i poteri necessari per svolgere al meglio il suo lavoro. E per poterlo poi giudicare per ciò che ha saputo fare. 

   Un’ultima considerazione sulla condizione psico-fisica della squadra: se è vero che i dati fisici della Fiorentina sono positivi, dal punto di vista mentale non c’era davvero lo spazio per riaccendere la luce? Una domanda che forse resta sospesa nel vuoto. Il ko contro la Roma è stato pesante e forse la gestione di quel momento poteva essere diversa, soprattutto se c’era la sensazione che potesse lasciare strascichi. Il quarto posto comunque – magari non esaltante per come si era messa la stagione, fino a gennaio – è ancora alla portata, seppure più difficile. Ma da oggi l’imperativo è riprendere una marcia spedita, molto spedita. 

Lorenzo Marucci