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QUINDICI GIORNI PER IL FUTURO DELLA SQUADRA E DI SOUSA. DOVE LI VEDE I MIGLIORAMENTI? BABA DEVE GIOCARE. QUARTO PEGGIOR ATTACCO, DIECI PUNTI IN MENO. SCARSE MOTIVAZIONI. BORJA, CHE SUCCEDE? SBAGLIATO CONFERMARE LA SQUADRA DELL'ANNO SCORSO

di Enzo Bucchioni

Guardo Sousa e chissà perché mi viene in mente Amalia Rodrigues. La Fiorentina, a tratti, sembra un Fado. Triste, scontata, monocorde, oggi questa squadra è capace di trasmettere solo un sentimento: la nostalgia di un anno fa quando con il Napoli giocava il miglior calcio del campionato e viaggiava in testa alla classifica fra sogni e speranze. Dove è finita?

Un anno dopo, un altro mondo. Quattordicesima in classifica, la Fiorentina ha dieci punti in meno di un anno fa, al lordo di una gara da recuperare. L’attacco è il quarto peggiore del campionato (sei gol), hanno segnato meno soltanto Crotone, Empoli e Palermo, guarda caso le ultime della graduatoria. La situazione non può non essere preoccupante per chi come me cerca di andare oltre i risultati e non si fa eccitare da un 5 a 1 al Qarabag come ha fatto qualcuno. Ma quali saranno i miglioramenti che Sousa ha visto? Sinceramente non l’ho capito. Io di sicuro so di calcio un quarto di quanto sa Sousa, ma ho visto il Torino arrivare primo su tutte le palle, continuare a giocare fino al 94’ un buon calcio semplice, senza fronzoli, ma efficace, contro una squadra femmina, forse narcisista, timorosa, sicuramente poco motivata, prigioniera di scelte discutibili.

Tanto per dirne una, si può ancora giocare con un attaccante solo quando la squadra non riesce più a servire nei tempi e nei modi giusti un Kalinic che detta il passaggio, ma non riceve mai la palla bene? Si può fare a meno (tanto per dirne un’altra) di un Babacar sicuramente acerbo per l’Accademia del Football di Sousa, ma almeno efficace, fisico, mobile. E, soprattutto, fino a quando la Fiorentina dovrà giocare questo calcio lento, scontato, senza pressing, con un modulo e dei movimenti troppo astrusi, e soprattutto con interpreti palesemente fuori condizione (Ilicic e purtroppo Borja, ma anche Badelj tanto per dirne alcuni)? Mi interrogo spesso su una cosa: come mai Sanchez è sempre il migliore in campo? Rispondo ogni volta allo stesso modo: perché ha motivazioni, ha voglia di dimostrare, questa è la sua rivincita personale dopo tante delusioni non ultime in Inghilterra. Ci mette l’anima. La morale è devastante: evidentemente gli altri le motivazioni le hanno perse e non riescono più a trovarle.

A chi mi chiede come mai da qualche tempo non sono d’accordo sull’operato di questa società ho già risposto diverse volte, ma lo faccio ancora. Pradè lo hanno fatto lavorare fino a maggio, è stato sbagliatissimo prendere solo a giugno un pur grande direttore come Corvino. Il pesante ritardo ha condizionato tutto. I giochi andavano fatti prima, molto prima, quando (gennaio?) la proprietà aveva perso la fiducia nella vecchia catena di comando. E se è vero che Corvino non è riuscito a liberarsi dal contratto con il Bologna quando avrebbe voluto, è altrettanto vero che i tempi sbagliati hanno costretto a fare quello che non andava fatto: tenere la squadra dell’anno scorso.

Quella che Cognigni ha fatto passare come una grande decisione , in realtà è stata una scelta obbligata dettata dalla impossibilità di cominciare a fare strategie serie di mercato nel mese di giugno. Invece gli ultimi cinque mesi dell’anno scorso dovevano essere un allarme rosso da non trascurare. Quella era già una squadra spenta, in riserva, demotivata e triste. Forse alla fine di un ciclo. Ilicic andava venduto dopo i tredici gol, trentacinque milioni per Kalinic andavano presi. Pure Badelj a quindici milioni doveva partire. Queste, calcisticamente, erano operazioni da fare. Purtroppo sono mancati i tempi tecnici per fissare obiettivi validi, per trovare i giocatori giusti, reinvestire quei soldi e rifare la squadra. Aggiungo una cosa molto impopolare: se è vero che la Roma offriva quindici milioni, potendo avrei venduto anche Borja Valero. Dopo quattro grandi stagioni, inconsciamente forse anche lui ha bisogno di rinnovarsi.

La strategia conservativa è, secondo me, uno dei motivi di questo inizio troppo simile al finale della scorsa stagione. Ma spero di sbagliare. Detto che le cose ora non si cambiano più e per fortuna alcuni dei nuovi sembrano poter essere valide alternative, è il momento di correre ai ripari. O quantomeno serve subito chiarezza per non trascinare troppo a lungo questa apatia con tutte le conseguenze del caso.

E’ vero che sette partite sono poche, l’anno scorso la Juve dopo dieci giornate era poco sopra la zona retrocessione e poi ha vinto lo scudetto, ma più dei risultati, quello che deve preoccupare è proprio una squadra sempre troppo simile a sé stessa e inconcludente da mesi e mesi, almeno dal febbraio scorso. Colpa del modulo? Si può cambiare. Colpa dei giocatori? Si possono sostituire. Le alternative, anche giovani, ci sono. Colpa del tecnico? Pure lui, volendo, si può sostituire.

Il discorso può essere prematuro, ma siccome Corvino è un grande uomo di calcio, in questi quindici giorni senza campionato deve essere bravo a capire se davvero la Fiorentina sta per ripartire e noi non ce ne accorgiamo, se l’allenatore ha ancora il gruppo in mano e la squadra condivide la sua filosofia di gioco. Qualcosa va fatto. Una scossa va data. E’ vero che dopo la sosta il calendario offre Atalanta, Cagliari e Crotone, ma nessuno si illuda, sono proprio le squadre che giocano meno al calcio, ma pressano, corrono e si chiudono, che fanno patire i viola più di squadre più tecniche come la Roma o il Milan, tanto per dirne due. Sinceramente Sousa mi sembra un po’ confuso. Ma forse mi sbaglio. L’ho visto a Torino mettere perfino in campo Zarate il cui merito è solo quello di aver fatto due gol in Europa League quando la partita era scaduta a livello di allenamento o forse peggio. Solo pochi giorni prima Sousa l’aveva demolito: non è pronto. E questa era (purtroppo) la verità visto cosa ha fatto contro il Toro. Allora non era meglio mettere qualcuno più vivo o qualche ragazzo (perché non la vivacità di Chiesa?).

Spero che il Cristoforo visto in Europa League possa essere un’idea per dotarsi di un cervello pensante che questa squadra non trova più in Borja e neppure nelle geometrie sparite di Badelj. Spero che Tello si ritrovi così è contento anche Cognigni, se non gioca deve pagare la penale. Spero tante cose. Perfino che un giorno o l’altro Sousa capisca che un modulo più italianista, magari un bel 3-5-2, può essere una soluzione in momenti difficili come questo. Pensate a una bella Fiorentina tosta, una a caso, con Tata; Salcedo,Gonzalo,Astori; Bernardeschi, Vecino, Badelj, Sanchez, Olivera o Milic; Kalinic e Baba. Ma ci sono molte altre soluzioni con una rosa duttile come questa.

Quindici giorni per confrontarsi, chiarire, risolvere e risorgere non sono tanti, ma neanche pochi. Le possibilità per ripartire ci sono, il sesto posto è un obiettivo e deve restare tale. Ma chi la da la scossa? Secondo me con il Fado non funziona….