RAGIONE E FOLLIA: BERNARDESCHI AL BIVIO MENTRE AUMENTA LA LISTA DELLE GRANDI SULLE SUE TRACCE. E CON DUE SOLE POSSIBILITA' PER IL DOMANI
Federico Bernardeschi d'estate sarà a un bivio e lì non potrà aggirarlo come fatto con le bandiere tedesche, con un verde arcobaleno. Federico Bernardeschi potrà scegliere di guardare su, in tribuna o giù, in panchina. Seguire la logica o la follia, il raziocinio o il primo battito del cuore. Saranno silenzio o musica a suonarne il domani, a cucire il suo dieci. Starà a lui decidere se guardare verso Giancarlo Antognoni, lasciandosi abbagliare dalla Luce, o se puntare l'occhio e l'orecchio verso Paulo Sousa. Che più realista del Re, e pure del Presidente, disse che "Bernardeschi può ambire a piazze con altri obiettivi". E' vero, come lo fu per i Grandi di Firenze. E' una verità che un tesserato non può palesare ma che alla fine dei conti, visto che in questi negli alti uffici fiorentini son abili e già arruolati, è lapalissiana.
Federico Bernardeschi ricorda i grandi giocatori. Nei vizi e nei vezzi. Nei tocchi e pure nei tacchi di troppo. Nelle movenze e nelle posture. Si allunga e riprende il pallone con capacità olandese. Conclude con freddezza tedesca, dribbla con estro brasiliano. Gli manca la garra dell'argentino, ma essere leader così giovani non è facile e già indossare quella maglia sulle spalle è già impegno serio. Ieri c'era il Milan del futuro a vederlo, la Juventus lo conosce a menadito, Suning adesso pare che lo preferirebbe pure a Berardi e tra Inghilterra e Germania, è più rapido dire chi non lo segue che viceversa. Un rapido conto degli estimatori: Conte, Wenger, Ancelotti, Mourinho, giusto per snocciolarne quattro non a caso.
Per questo, per Federico Bernardeschi, d'estate ci sarà un bivio. Questa, nella prossima magari, se la Fiorentina ergerà davanti a lui mura dorate. Però per il suo caso, più che per ogni altro, conterà la volontà del giocatore. L'ha espressa e palesata, ma è chiaro, ma pure comprensibile, che un conto è metter le mani avanti e l'altra immaginare di averle su una pila di soldi alta il triplo e pure sulla Champions League. Scegliere tra la verità di Sousa, normalità per qualsivoglia lavoratore e figuriamoci per un professionista calciatore, o tra i sogni da bambino. Sulla Luce. Che, uno tra un milione, a volte riesce pure ad abbagliare nel modo giusto.
PS - Qualche riga in conclusione, ma in cima ai pensieri, agli amici, veri, sinceri, di Radio Sportiva. Chi scrive è stato tra i primi a gettare il sasso nell'oceano di un sogno che professionisti veri, seri, hanno trasformato in una realtà giornalistica unica da un milione di ascoltatori. Purtroppo, non editoriale. Ieri è andata infatti in scena la conferenza stampa nella sede dell'Assostampa, per discutere di stipendi arretrati mai corrisposti, di vertenze e di condizioni non più sopportabili, per i lavoratori e per gli uomini. L'auspicio è che torni presto a splendere il sereno o che altrimenti venga fatta giustizia nelle sedi competenti. In bocca al lupo, colleghi. Amici.