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REAGIRE A EMPOLI PER UN FINALE PIÙ SERENO. MA PRIMA DI CAMBIARE UOMINI, SERVE RIVEDERE LA STRATEGIA

di Tommaso Loreto

Prossima fermata Empoli. Il pullman viola si prepara alla prossima trasferta (relativamente vicina ma non per questo destinata a essere vissuta in massa dai tifosi viola che, invece, hanno già fatto sapere che snobberanno l'appuntamento per il prezzo dei biglietti), andando a caccia di una vittoria che manca dal 21 febbraio scorso. Fu in effetti lontano dal "Franchi", a Bergamo, che gli uomini di Sousa portarono a casa tre punti per l'ultima volta, e fu proprio in quella gara che arrivò l'unico gol di questo 2016 firmato Nikola Kalinic. 

Ed è inevitabilmente dal croato che ripartono le speranze viola di un finale di stagione meno deludente di quanto non stia raccontando il campionato nelle ultime settimane. I tre pareggi con Verona, Frosinone e Sampdoria hanno definitivamente sgonfiato qualsiasi sogno di gloria, andando a scacciare anche le residue aspettative coltivate lungo un girone di andata che aveva visto la Fiorentina persino capolista. Agli errori del mercato di gennaio, e ai rinforzi non arrivati durante le trattative invernali, in altri termini, si è aggiunto un calo evidente di tutto il gruppo sportivo. Dal tecnico ai giocatori. 

I perchè di questa flessione sono stati ampiamente analizzati negli ultimi giorni, ma riportano inevitabilmente alla memoria stagioni e momenti già vissuti. Con una società non pienamente all'altezza quando chiamata in causa, ma decisamente pronta a soffiare la propria delusione sull'operato dei propri tesserati. Che siano dirigenti oggi come non mai in bilico (e sono le posizioni di Pradè e Angeloni le più traballanti) o, appunto, che sia il tecnico e la squadra dalla quale ci si aspettava di più. Dove stia il nodo cruciale della questione, allora, non è facile capirlo, certo che, prima di qualsiasi cambiamento, sarà necessario intervenire anche sulle tante (troppe) dinamiche che rallentano i piani di crescita di una società dove esistono troppe anime e dove l'unità d'intenti troppo spesso viene sventolata solo in termini teorici, e raramente pratici.

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it