RIALZARSI PER NON CROLLARE
Romulo non ha acceso la fantasia dei tifosi, eppure in Brasile tutti sostengono che sia un buon giocatore. Probabilmente lo sarà anche in Italia, Corvino ne è certo. E il diesse viola in questo mercato non può sbagliare. Dunque, un indizio in più. Ma il problema non è questo: l’ambiente viola è sgonfio come un canotto alla fine di agosto. Forse servirebbe solo Messi per un pieno d’aria. Questo per spiegare che adesso la distanza tra tifosi e società è grande. La percezione è che ormai non vada più bene niente quando si muove la Fiorentina.
Gran parte della gente ha sperato che Mihajlovic andasse all’Inter – poco importa che nell’ultima stagione le colpe non siano solo dell’allenatore – e invece è rimasto. Una porzione di tifoseria ha sperato che gli sceicchi si prendessero la Fiorentina e invece i Della Valle hanno fatto sapere che non vendono. Insomma, in questo mosaico viola paiono poche le tessere collocate nel posto giusto. Il comune denominatore è la delusione collettiva.
Non ci sono soluzioni magiche: amore e fiducia appartengono alla sfera del sentimento. Non si comprano, ma si conquistano. Nel caso della Fiorentina si ri-conquistano. Tocca a Corvino, ai dirigenti, ai Della Valle, per non parlare di Mihajlovic e i giocatori, fabbricare fatti e non chiacchiere.
Però bisogna ripartire. Da qualche parte, in qualche modo. La delusione dei tifosi è legittima, incontestabile, ma col catastrofismo non si imbocca nessuna strada. Solo quella dell’autodistruzione. La Fiorentina sta vivendo l’era più difficile del post-fallimento: è davanti ad un bivio. O si rialza o crolla pericolosamente. Per evitare che si materializzi la seconda ipotesi tutti devono fare uno sforzo. In gioco c’è il futuro di una cosa maledettamente seria: la Fiorentina. E chi non lo capisce, chiunque sia, cambi sport, città oppure mestiere.