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RIBERY 3 GIORNATE, NIENTE STANGATA. ARBITRI, ORA BASTA. GUIDA-MAZZOLENI SARANNO FERMATI: VAR VA USATO. SBAGLIATO PURE MONTELLA. SOSTITUZIONI FR7 VANNO CONDIVISE. SOTTIL VS LUKAKU INUTILE AZZARDO. CACERES-LIROLA POST SOSTA. DOMANI EMERGENZA, C'È BOA

di Enzo Bucchioni

Scampato pericolo: Frank Ribery s’è preso soltanto tre giornate di squalifica. Non c’è niente da festeggiare, ovvio, ma una volta tanto il Dio del Pallone ha voluto bene alla Fiorentina. Lo dico a uso e consumo di quelli che masticano di calcio come facevano con le bistecche: per robe del genere, mani addosso e compagnia, c’era veramente il rischio di prendere una stangata da ricordarsene per un bel po’. Anche sei giornate, se ci avessero voluto male. Ricordate cosa successe a Borja Valero per una roba molto meno grave? 

E allora ho il sospetto che il guardalinee Passeri questa volta non sia stato troppo solitario. Si sia invece guardato intorno, abbia parlato e valutato, si sia messo una mano sulla coscienza e abbia capito che anche lui (che anche loro arbitri) l’aveva fatta veramente grossa non fischiando il fallo di Lukaku su Sottil. Passeri nel suo rapporto, è evidente, non se l’è sentita di infierire sul francese in piena crisi di nervi per l’evidente ingiustizia subita e la sostituzione sgradita, non ancora abituato al nostro campionato e forse non avvezzo a giocare in una squadra molto meno potente del Bayern di Monaco. Meglio così, una volta tanto gli arbitri hanno usato il buon senso.

E adesso voglio proprio insistere su questo concetto, il buon senso. Non sono un mangia-arbitri, so benissimo che razza di lavoro si siano scelti, difficoltà altissima, e quanto sia complicato trovare un equilibrio stabile, unito a una grande capacità tecnica e fisica. Gli errori vanno capiti. Punto. Quello che però non capisco e non capirò mai è il masochismo che molti arbitri si portano dentro e l’eccessiva rigidità mentale che li condiziona. Anche nella carriera. Sempre a uso e consumo di quelli che parlano e scrivono con la bistecca in bocca, esiste un protocollo per l’uso del Var che consente l’intervento solo quando c’è un “chiaro ed evidente errore” dell’arbitro. E’ ovvio che il legislatore debba mettere dei paletti, ma è altrettanto ovvio che l’ultima parola spetti a chi è in campo. E allora arrivo al buon senso. Sia in occasione del fallo di Caceres su Lazzari (per onestà intellettuale era rigore) che per lo scontro Lukaku-Sottil, sul campo qualche dubbio poteva anche esserci. Lo ammetto. E forse entrambi i casi non rientrano nel “chiaro ed evidente errore” del regolamento. Non è così oggettivo, esiste un margine di soggettività. Minimo, ma esiste. Ma siccome l’obiettivo è uno e uno solo, sbagliare il meno possibile, visto che oggi c’è il Var, cosa hanno paura i Varisti, di fare peccato mortale se dicono al loro collega in campo “non sono convinto né in un senso né nell’altro, vallo a rivedere”? Cosa hanno paura, di urtare la suscettibilità? Ma facciamola finita e pensiamo soltanto a rendere la direzione di gara più giusta, l’unica cosa che conta è la corretta gestione della partita non la carriera degli arbitri, il grado o l’anzianità. 

Sono convinto che se Guida fosse andato a rivedere le azioni, in pochi secondi, si sarebbe reso conto che c’era il rigore per la Lazio e il gol di Immobile andava annullato. Lo dico per amore del calcio e della giustizia, non facciamo della partigianeria inutile, l’obiettivo deve essere comune: avere partite il più possibile regolari. Provare a portare gli errori gravi vicino allo zero. 

Alla Fiorentina era già successo con Valeri alla prima giornata, stavolta è stato Mazzoleni a essere colto dalla sindrome del vigile urbano, a non trovare dentro quel buon senso che forse non aveva neppure quando arbitrava. Ora anche basta. Ci sono regole e regolamenti da rispettare, ma gli uomini non possono ridursi al mero ruolo di macchine o di robot. Che senso ha fare il Varista se non possiedi la personalità giusta e l’autonomia di pensiero per andare oltre un protocollo burocratico quando pensi sia giusto farlo? Nessuno. Fai solo dei danni.

Detto questo, ha ragione Commisso nel definire questo arbitraggio scandaloso e non solo sugli episodi chiave. Però anche la Fiorentina ci ha messo molto del suo e spero che il presidente viola ieri si sia interessato agli episodi, abbia chiesto spiegazioni e dato consigli.

Non vorrei mai più vedere una reazione del genere da un campione come Ribery. Degli arbitri si discute, gli arbitraggi possono essere contestati, ma certi atteggiamenti sono inaccettabili. Credo che la Fiorentina multerà il francese sia per l’atteggiamento sbagliato tenuto verso il guardalinee, ma anche per la plateale contestazione della sostituzione decisa da Montella. E non importa se in entrambe le situazioni poteva avere ragione, le regole vanno rispettate e uno come Ribery, con la sua storia e la sua età, deve dare anche degli esempi positivi. Era l’uomo nuovo, il bello di questo inizio di campionato e d’improvviso è spuntato il dottor Jekyll che aveva dentro. Lo rivedremo dopo la sosta di novembre, le sue scuse mi dicono che l’uomo ha capito, che è dispiaciuto forse più di tutti e lo voglio ritrovare presto in campo con lo spirito positivo delle ultime meravigliose settimane.

Ora arrivo a Montella e mi dispiace. Mi sembrava di aver visto un allenatore diverso, più maturo rispetto a quello giovane e in carriera che ci aveva lasciato dicendo che Firenze per lui era piccola e con poche ambizioni. Mi chiedo e gli chiedo: ma come si fa a sostituire Ribery? O meglio, come si fa a sostituire uno come Ribery senza prima parlare con il giocatore, valutare, consigliare, suggerire e alla fine condividere? Certi giocatori meritano un doppio rispetto per la loro storia e per quello che significano oggi, nella fattispecie per la Fiorentina. Questo Montella non l’ha valutato e mi dispiace. 

Quello che racconterò ora lo scrivo anche per Montella se, puta caso, non sapesse cosa fare e gli capitasse l’occhio su questo giornale online (per altro seguitissimo, bravi ragazzi!). Bene. Mi raccontava Marcello Lippi, allenatore con molte medaglie sul petto, che durante i mondiali del 2006, poi vinti, a volte vedeva Totti un po’ in difficoltà, reduce da un infortunio pesante, non al massimo della condizione. In certe partite sarebbe stato da sostituire. Sapete cosa ha fatto Lippi? Non l’ha mai tolto perché glielo chiedevano i compagni, lo volevano loro in campo, per il suo carisma, per la sua classe, perché gli avversari lo temevano e lo marcavano comunque in due: chiunque altro, anche se fresco, avrebbe dato meno di un Totti non al top. Lippi avrebbe potuto decidere, fare, disfare, intervenire. Non l’ha fatto perché il calcio è fatto di tanti equilibri in campo e fuori e certi giocatori non possono mai essere uguali ad altri. Sarà un caso, ma senza Ribery la partita l’ha persa. Come l’aveva pareggiata con l’Atalanta.

Ma è stato un errore anche la scelta di Sottil. La Lazio stava provando a vincere la partita, stava meglio in campo e sembrava abbastanza evidente. Si fa male Lirola e Montella che fa? Sulla fascia dove era appena entrato quel trattore di Lukaku, novanta chili di muscoli, messo da Inzaghi per spingere sulla fascia e provare a vincere, gli oppone un ragazzino che sta provando a ricoprire quel ruolo, ma di mestiere fa l’ala. Un conto è giocare con il Brescia stanco, un altro contro una Lazio e un Lukaku in salute. Sottil? Purtroppo travolto. Su quella fascia andava messo un Venuti, uno più forte fisicamente, più difensore. Le partite che non si riescono a vincere meglio pareggiarle, soprattutto se l’avversario è più forte di te. Questa è un’altra regola da ricordare.

Però Montella ha ragione, e qui lo dico per il partito del centravanti, quando parla di equilibrio tattico e di annata di transizione. Se in rosa ci fosse un attaccante pronto, in grado di garantire gol e personalità, tipo Llorente sfuggito per un nulla in estate tanto per capirci, pensate davvero che Montella non lo farebbe giocare? Il problema è che Boateng è indietro di condizione dopo sei mesi di inattività o quasi a Barcellona, Vlahovic deve crescere e Pedro non è pronto. 

E domani a Sassuolo senza Ribery, Caceres, Lirola e Ranieri come la mettiamo? A proposito, i due infortunati torneranno dopo la sosta di novembre. Non credo che Montella, squalificato anche lui, con tanti giocatori da sostituire cambi anche il modulo tattico. 

Con il 3-5-2 potrebbero giocare Milenkovic, Pezzella e Ceccherini in difesa, Venuti, Pulgar, Badelj, Castrovilli e Dalbert in mediana, Chiesa e Boateng davanti. L’alternativa è il ritorno al 4-3-3 con Venuti, Milenkovic, Pezzella e Dalbert; Pulgar, Badelj e Castrovilli; Chiesa, Boateng e Sottil. 

Al di là della formazione e delle assenze, con tre partite in una settimana forse servirebbe il turnover a centrocampo dove si tira di più la carretta, ma in questa situazione si può rilanciare un Benassi? Vorrebbe dire cambiare quattro titolari e avere poi poche alternative in panchina. Scelte difficili e complicate per una partita trappola, il Sassuolo gioca e sta bene.