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RICORSO SUL VIOLA PARK: SE QUESTA È LA SVOLTA GREEN RIDATECI I PALAZZINARI

di Stefano Prizio

Alla Fiorentina, non bastavano i guai in campionato, la paura di retrocedere, l’obbligo di vincere a Benevento e tutto il corollario di una crisi sportiva che stenta a trovare soluzioni.
No, per la serie le cattive notizie non vengono mai sole, è arrivata la novità del ricorso al presidente della Repubblica - povero Mattarella - da parte dell’associazione ambientalista Italia Nostra, sul progetto Viola Park, per intendersi, quello del centro sportivo viola a Bagno a Ripoli.
All’armi!!
Aiuto!!!

Emergenza, forse che Rocco Commisso vuol cementifificare i terreni agricoli del comune a sud di Firenze?
Forse che vuol costruire un aereoporto? Un centro commerciale? Un grande parcheggio?
No.
Il presidente della Fiorentina intende (o intendeva, vedremo) realizzare un grande centro sportivo, il Viola Park appunto, fatto in gran parte di campi da giuoco, che son verdi perché fatti d’erba, un centro sportivo pieno di alberi, non una discarica d’amianto.
Eppure, eppure, per questa associazione di ambientalismo, un po’ radicale, così ci sembra, il progetto non va bene: "Ci sono i volumi costruiti" dicono.
È vero, ci sono i volumi: 22000 mq di strutture necessarie ad un centro sportivo, come studi medici, palestre, piscine, la foresteria, sale conferenze, i punti ristoro per i due piccoli impianti (da 1.500 e 3.000 posti) dove far giocare le squadre giovanili e le donne, impianti coi loro servizi come parcheggi e strade d’accesso e punti ristoro, evidentemente.
Già, poiché anche se un certo super ambientalismo non sa forse farsene una ragione, è dai tempi dell’uomo di Neanderthal che gli esseri umani hanno necessità di ripararsi dentro costruzioni, manufatti dove vivere, nutrirsi, e tracciano sentieri per accedere ai luoghi che frequentano, ma tutto ciò non interessa ad Italia Nostra.
Dopo che tutte le autorità avevano dato il loro placet al progetto, dal Comune alla Soprintendenza, spunta un’associazione privata che s’impunta a mettersi di traverso, rischiando che Commisso, già avvelenato dalla vicenda stadio, esploda definitivamente mandando a ramengo questa città, certo bellissima, ma troppo impastoiata tra grembiulini e compassi e inscalfibili burocrazie.
Perché questa vicenda del Viola Park appare proprio come la dimostrazione solare e plastica di un paese schiavo della burocrazia, la povera Italia, dove è sempre possibile aggirare una decisione, ricorrendo a questo o a quello, anche oltre ogni tempo massimo.
Adesso è il presidente della Repubblica, ma dovesse questi respingere l’appello, Italia Nostra a chi ricorrerà, all’antico ospite del Quirinale?
Al Papa?
E successivamente al Papa emerito?
È tutto un parlare di ‘svolta green’ e giù con Greta e il partito ambientalista trasversale, ma tralasciando i Lima e i Ciancimino del sacco di Palermo, se la svolta green dev’essere questa dei radical ambientalisti, magari con cachemire e rolex, allora ridateci i palazzinari, almeno qualche povero lavoratore si paga un mutuo o aiuta i figli a farlo.