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ROCCO, ANNIVERSARIO COL BOTTO. OGGI LA VERITÀ SULLO STADIO. CAMPI E FRANCHI: SI VALUTANO ENTRAMBI. LA MODA DEGLI STRISCIONI… TIFOSI VIOLA UNICI, FANNO TENDENZA

di Mario Tenerani

Un battito di ciglia, un anno volato in un istante. Era un venerdì caldissimo quel 6 giugno, col sole che picchiava come un martello al Vespucci (l’aeroporto c’entra sempre…), flash, radio, tv, giornali, siti, tutti schierati per scoprire dal vivo il nuovo presidente, insieme ai tifosi presenti. L’aereo partito da Milano, dove poche ore prima si era chiusa l’era Della Valle, aveva a bordo la famiglia Commisso e la delegazione americana. Rocco sgranò gli occhi quando si trovò davanti quel piccolo esercito accaldato, curioso e felice. “Se ci vorrete bene a me, io ci vorrò bene a voi…”. Più che una frase, una sentenza. Rocco si presentò così e in quel preciso istante cominciò l’avventura a Firenze di Commisso. Se l’amore è amore si capisce subito, non ci sono filtri, contraffazioni, forzature. Tra Rocco e Firenze la scintilla scoccò al primo sguardo, nati per stare assieme. Sotto il Savoy, suo primo hotel fiorentino, iniziò la processione dei tifosi a caccia di un selfie e di un abbraccio. E lui lì, stanco ma entusiasta. “Qui mi salutano tutti, che bello - ci disse - a New York non mi riconosce nessuno…”, e giù una risata delle sue, contagiose. 

Da allora è stato un crescendo di emozioni, all’insegna di una forte empatia tra la gente viola e il suo leader. Rocco non ha promesso niente, solo sincerità e così si è stratificato un legame fortissimo con la tifoseria. Rocco è ricorso ad una vecchia regola del giornalismo: separare i fatti dalle opinioni. Così è stato: prima i fatti. Come il Centro Sportivo, un miracolo del calcio a Firenze, realizzato in poche settimane, giusto il tempo di individuare i terreni e passare all’azione. Diventerà il più bello in Italia, uno dei migliori in Europa, non solo per come è stato pensato, ma anche e soprattutto per lo scenario in cui è stato incastonato. Colline, verde, cipressi e Firenze a due passi. Scusate, ma di che parliamo? 

C’è stato l’intoppo della panchina con Montella, il tecnico è stato sostituito da Iachini mentre la classifica cominciava a far tremare i polsi. Ma le cose si stavano indirizzando bene quando è arrivata la maledizione del Covid-19. Tutto sospeso, compreso il giudizio sulla Fiorentina. E ora si riparte, ma nel frattempo la saldatura tra Rocco e il suo popolo si è fatta ancora più forte nella battaglia per lo stadio. #iostoconrocco è diventato virale, una chiamata alla mobilitazione generale, una tendenza. Gli striscioni esposti dai tifosi in ogni parte di Firenze, d’Italia, d’Europa e del pianeta, da New York all’Indonesia, hanno influenzato anche la politica e gli apparati contigui. Il tifo viola è unico, ha capacità persuasive quasi taumaturgiche, riesce a indicare la via. In settimana il sindaco Nardella si è adeguato scoprendosi ultrà mentre srotolava il suo lenzuolo nel cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio. Ma c’è di più: emersa la voglia di Rocco di fare lo stadio a Campi, è scesa in campo l’artiglieria pesante di Toscana Aeroporti che ha minacciato ricorsi perché il futuribile stadio sarebbe sul cono di atterraggio della nuova pista. I lavori però sono fermi, anzi non sono mai partiti, perché qualche mese fa, come è noto, il Consiglio di Stato ha bocciato la compatibilità col territorio della nuova pista, quindi tutto da rifare. L’iter ripartirà da zero e nella migliore delle ipotesi serviranno minimo altri 4 anni per tornare in pista…è proprio il caso di dirlo. Intanto, comunque, ieri i vertici dello scalo fiorentino hanno srotolato anche loro un bel lenzuolo - hai visto mai che restassero indietro nella rincorsa allo striscione - con una variante sul tema: #Io sto con l’aeroporto e con Rocco e con la Fiorentina. Insomma, una metrica un po’ complessa, ma ci siamo capiti. Quindi le parole di Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti: “Quello che pensiamo è scritto nello striscione che abbiamo appeso. Fiorentina e Toscana Aeroporti non hanno mai litigato e non inizieranno a farlo ora. Riteniamo che ambedue le opere, stadio e nuova pista, siano strategiche per la città e vadano fatte senza pestarsi i piedi. E’ una cosa che non ci deve mettere in nessun modo in contrapposizione con la Fiorentina”. Chiarimento opportuno dopo le dichiarazioni bellicose di qualche giorno prima. Una ritirata strategica giusto per non andare contro quell’esercito pacifico che aveva espresso l’appoggio totale al presidente viola. 
Oggi Rocco Commisso, quando in America saranno le 9 e qui le 15, parlerà alla gente viola attraverso i canali ufficiali della società. Stilerà il bilancio di questo primo anno e dirà la propria verità sullo stadio. Ieri è stata una lunga giornata e molto importante su questo fronte: nello studio dell’architetto Casamonti, che sta seguendo già il progetto del centro sportivo, c’è stato un incontro approfondito per discutere dello stadio. E’ tornata in ballo prepotente l’ipotesi “Franchi nuovo” anche perché i rumors romani raccontano che ci sarà davvero una forte accelerazione per cambiare la legge attuale sui beni architettonici, nel caso di specie gli stadi protetti e di proprietà comunale. Si capisce allora perché il sindaco in settimana si sia così sbilanciato lanciando la crociata contro il palazzo per ottenere una normativa diversa e innovativa. 
Rocco, quindi, spera ancora di poter buttare giù il Franchi per poi farne un altro in linea con i dettami del terzo millennio, conservando però il simbolo della torre di Maratona e probabilmente pure le scale elicoidali, tanto discusse. Nel contempo, però, resta in piedi anche l’altra opzione, quella di Campi. Rocco a questa possibilità ha creduto fin dall’inizio perché quella zona avrebbe tutti i requisiti per realizzare uno stadio moderno. Dunque, Campi e Franchi, la partita si gioca su questi due tavoli. Ma oggi parla Rocco, ascoltiamolo con attenzione. Forse arriva il botto. Buon anniversario, presidente.