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ROCCO CONCIONE, UNA ‘TIPICA’ SETTIMANA INTENSA PRE-CONFERENCE

di Stefano Prizio

E’ lunedì e Rocco Commisso convoca a stretto giro di posta una conferenza stampa per il giorno appresso. Il martedì va quindi in onda la concione, un circolo, riservato alla stampa, dove il magnate di origine calabrese bacchetta giornalisti e tifosi, insomma chiunque si permetta di criticare lui, la sua gestione, l’allenatore e i giocatori; è quindi la già udita arringa fatta di accuse e rimproveri contro la mala burocrazia italiana e certi vizi della politica patria, temi sui quali pare a molti abbia più di una ragione, ma ne parla con una rabbia che francamente stupisce in un imprenditore navigato come lui.

E poi, a Rocco piace condurre il ballo, ed infatti conduce la conferenza a suon di ‘in piedi…’, ‘seduti’, che par d’essere alla messa, il tutto francamente forse un po’ a disdoro della dignità dei presenti.

Nella sala stampa intitolata a Manuela Righini, una grande giornalista fiorentina che forse, dinanzi a certi modi si sarebbe alzata per abbandonare il confronto che confronto non era, Rocco sfoga il suo malanimo: ‘voi parlate sempre - dice rivolto ai cronisti - io ho solo queste occasioni per dire la mia’. Non siamo di questo avviso: Commisso, come lui stesso tiene a sottolineare è un uomo che mette 440 milioni di dollari nella Fiorentina, un grande imprenditore, un italiano che porta alta la bandiera tricolore negli Stati Uniti: ha quindi ogni modo e mezzo per parlare.

E del resto non è parlare il punto, ma dialogare, e farlo in pari dignità; ed anzi ben venga la critica ai giornalisti, ma i modi son sembrati francamente non tesi al dialogo. Questo, il Commisso, come ci è parso in onda martedì.

Per fortuna si gioca subito, quindi tutta la rabbia della conferenza stampa di Commisso non avrà il tempo di sedimentare e fermentare, già perché alla vigilia di Conference ha parlato mister Italiano il quale Deo gratias parla di calcio.

Infatti calano gli Unni dai paesi baltici e anche se non fanno tanta paura come quelli di Attila, è pur sempre la prima di coppa al Franchi dopo tanti anni, che non avrà il fascino della musichetta che va in onda al Parco dei Principi, ma è quel che i viola si sono conquistati sul campo, l’anno scorso e col Twente.

Italiano infatti la butta sul truce chiedendo ‘ ferocia’ ai suoi (Italiano forse pensa al popolo condotto da Attila celebre proprio per la ferocia), poi ha parole d’incoraggiamento, così come capitan Biraghi che gli fa eco, per Luca Ranieri, annunciato titolare della difesa contro l’RFS, più per il contemporaneo forfait di Igor e Milenkovic e lacune di mercato (dove malgrado la partenza di Nastasic non è arrivato un altro centrale di livello) che per convinta scelta tecnica, tuttavia malgrado ciò qualche parolina di affetto e fiducia il giovane debuttante in viola quest’anno, la meritava, parolina che è arrivata.

Ma non vorremmo davvero che queste ultime tre righe suonassero come un’aspra e inaccettabile critica. Del resto, ‘criticare con amore è un’arte’, disse il teologo e cardinale Carlo Maria Martini.