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ROCCO, PRESSIONE SULLA POLITICA: CHI VUOLE IL FRANCHI DEVE SBRIGARSI, IL PRESIDENTE NON ASPETTA PIÙ. CAMPI ALTERNATIVA PRONTA. LA FIORENTINA HA GRANDI AMBIZIONI

di Mario Tenerani

Rocco ha parlato tirando fuori ciò che gli era rimasto indigesto e ha indicato la via. La propria, s’intende, che non è detto combaci con quella della politica e della burocrazia, ma il presidente è stato chiarissimo. L’anniversario del primo anno a Firenze ha sancito una linea di demarcazione dalla quale non si tornerà più indietro. Un nuovo Franchi è stata la sua prima idea ed è ancora in piedi però non devono esserci lacci e laccioli, tutele, burocrazie eccessive e mal di pancia politici. “Io non farò nulla e non tirerò fuori un euro se ci sarà di mezzo ancora la Soprintendenza. Con tutto il rispetto credo che la Soprintendenza debba occuparsi di tanti altri monumenti…”. Pragmatico, diretto, americano: così è se vi pare, fatevene una ragione. Ma anche onesto intellettualmente perché per Bagno a Ripoli ha ringraziato comunque la Soprintendenza. Lì, almeno lì, sta filando tutto liscio. 

Non ci sono guerre di religione, Rocco è a distanza siderale da questa mentalità, così come dalle faide della politica. Lui ha in testa un obiettivo, intende portarlo a termine anche per non “lasciare un problema incompiuto alla famiglia”. A 70 anni bisogna ragionare così, si deve correre. In una direzione o nell’altra. “Lasciatemi fare questo stadio e porterò la Fiorentina tra i primi 20 club al mondo”. Parole come macigni, un forte impegno che lui sente di onorare perché la sua vita è stata tutta una sfida, fin dai tempi della fisarmonica suonata nel Bronx. Oggi pesa 8 miliardi di dollari e quando gli parlano dei poteri forti di Firenze, delle varie consorterie, dei soliti noti rosiconi, sorride e procede come un panzer. Carica a testa bassa. Non teme vendette politiche perché il suo business è oltre Oceano, non Italia. A lui non possono fare nulla. Questo lo rende diverso da chi opera qui e magari era giunto alla medesime conclusioni, salvo rinunciare poi a premere l’ultimo tasto perché è meglio non disturbare il manovratore. 

Non è detto che Rocco vincerà questa partita, ma state certi che la giocherà fino all’ultimo secondo, senza arretrare di un centimetro né tantomeno affidandosi a giochetti di palazzo per prendere tempo. Dopo 12 mesi il suo pensiero è già arrivato a sentenza, siamo in Cassazione. La conferenza stampa di sabato è stata didascalica da questo punto di vista. Rocco ha alle spalle un esercito di tifosi, tutti con lui. Anche loro sono stanchi di ascoltare le solite storielle. Con il gesto degli striscioni - altre iniziative sono in cantiere - hanno urlato un clamoroso basta ad un certo andazzo. 

Il presidente ha tracciato 4 opzioni, ma quelle decisive sono due: un Franchi completamente rifatto oppure si esce dal comune, ancora. Dopo aver comprato 25 ettari a Bagno a Ripoli per costruire il centro sportivo, Commisso ha opzionato  - in attesa di perfezionarne l’acquisto - 36,5 ettari a Campi Bisenzio. Non proprio un fazzoletto di terra… Per costruire uno stadio ne bastano circa 3 e questo fa capire quale progetto abbia programmato Rocco Commisso. 

L’annuncio di Campi ha avuto una duplice valenza: rendere nota la pianificazione e contestualmente avvisare la politica fiorentina che il tempo è scaduto. Siamo ai supplementari. I ringraziamenti, infatti, al sindaco Nardella e al senatore Renzi per i concetti espressi a favore di un cambiamento della legge di tutela sugli stadi pubblici protetti dai beni architettonici, sono stati implementati dalla richiesta di fare qualcosa subito. Non tra un po’, ma sul momento. “Solo le leggi di Dio non possono essere cambiate”, è stata un’altra sentenza di Rocco. Commisso sabato pomeriggio ha schiacciato il cronometro, entro un mese o poco più si aspetta una risposta certa dalla politica. Attende una legge che possa consentirgli di rifare il Franchi come vuole lui e se questo non avverrà, tanti saluti senza rancore. La Fiorentina giocherà a Campi Bisenzio in un impianto ultra moderno, circondato da ampie aree commerciali e per il tempo libero. Perché 36,5 ettari non sono uno scherzo. Gli attori in commedia dovranno darsi molto da fare se vorranno regalare un nuovo Franchi a Commisso, Rocco sabato ha messo addosso alla politica una forte pressione. Eppure ha anche mostrato notevoli capacità diplomatiche quando ha teso una mano alla società Toscana Aeroporti. Nessun scontro, ma solo sintesi nell’interesse della comunità: “Noi vogliamo  l’aeroporto - ha detto - ma vogliamo realizzare anche la nostra opera. Ci metteremo ad un tavolo e troveremo la soluzione”. 

Nelle considerazioni finali è stato apprezzato molto anche il passaggio sugli investimenti attuali perché dobbiamo capirci bene su questo punto: la priorità adesso è costruire una rosa all’altezza del ritorno in Europa, con lo scopo di rimanerci a lungo. Rocco non si è nascosto: “Vorrò stare nella parte sinistra della classifica, in alto. Non sarà più accettabile sostare dove siamo ora”. Per fare questo serviranno però robuste iniezioni economiche. Rocco ha detto che per evitare disastri finanziari non si può spendere 150 quando si incassa 100, ma subito dopo ha spiegato un concetto importantissimo: “Al di là di questo so che dovremo investire laddove sarà necessario, i soldi sono i miei e la responsabilità è solo la mia”. 

Ecco cosa significa nel calcio fare il presidente. La vecchia regola non scritta è famosa: nel pallone vince o perde il presidente, l’unico elemento indispensabile e decisivo della filiera. Gli altri ingranaggi, più o meno importanti, sono tutti sostituibili.