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ROCCO, TROVATI UN BONIPERTI MODERNO CHE GUIDI LA TUA FIORENTINA

di Stefano Prizio

Premettendo che oggi, con l’addio di Maradona, parlare di calcio è difficile, che è una banalità, ma le banalità, talvolta van dette, perché ci aiutano a vivere, a sentirci comunità.

Parliamo di Rocco, augurandoci che presto si innamori di un grande uomo di calcio che lo accompagni, lui e il suo fido staff, capitanato da Joe Barone, in questa grande avventura fiorentina.

Infatti Rocco si diverte e si balocca con la Fiorentina, tanto da sconfinare a volte in aree decisionali non adatte ad un proprietario.

Peccati veniali, perché l’ex ragazzo di Calabria che fece fortuna in America, è innamorato del calcio e come ogni italiano all’estero, dopo anni di lotte in un ambiente ostile, ha maturato un carattere dominante e arci convinto delle proprie opinioni, lo sa bene chiunque abbia conoscenti o parenti emigrati in gioventù all’estero che poi tornano in Italia, come quel vecchio zio che torna al paesello e entrato nella vigna dei parenti, dispensa consigli come certezze su come coltivarla al meglio e poi le zucchine, le patate, le olive e questo si fa così e questo cosà.

Insomma sa tutto lui, che poi la vigna della Fiorentina è la sua.

Il fatto è che Rocco ci si diverte, se è vero come è vero che dopo la partita con l’Udinese ha chiamato Montiel, il giocatore al quale si devono gli ottavi di Coppa Italia, si diverte e ciò è e sarà un vantaggio per le ambizioni viola.

Eppure ne avrà da fare un capitano d’industria come il patron della Mediacom?

Ma non si nega la gioia di fare i complimenti al giocatore che ha risolto la gara, lo spagnoletto che taluni già chiamano il nuovo Robbiati, Rocco lo chiama e si complimenta con lui, proprio come farebbe un semplice tifoso.

Per equilibrare nel club l’irruenza della passione di Rocco e le esigenze di un club calcistico, occorre un uomo, un uomo società: un Boniperti o se preferite un paragone meno bianconero, un Allodi, figure di connubio tra un manager d’azienda e un uomo di calcio, gente capace di convincere il proprietario che la scelta di puntare su tre ragazzini là davanti, non è la migliore in un torneo come la serie A,  per giunta funestato e reso più complicato, dalla questione Covid, di prenderlo a braccetto spiegandogli che Ibra non è un vecchietto bollito e se anche lo è, non gli si dice, di convincerlo che anche se gli resta sul gozzo qualche giornalista (fatto umanissimo) non può inimicarsi tutta la stampa, perché i giornalisti sono rognosi e vendicativi.

Non che in società manchino dirigenti capaci: Barone è un perfetto uomo azienda col vantaggio di avere con Commisso, l’intesa di un vecchio amico, Pradè è un bravo uomo mercato, Antognoni rappresenta la fiorentinità, vede qualche buon giocatore, ma, sia detto con rispetto e affetto, non ha il carattere per svolgere ruoli centrali e di personalità.

 Bisogna quindi guardare al futuro e in giro, si è sempre detto di Batistuta, ma la suggestione, non ha mai preso i  contorni  del possibile, adesso però dentro il club c’è Cesare Prandelli, uomo di calcio a tutto tondo, con competenze di azienda, di settore giovanile, di mercato, oltre che di campo.

Questo al di là del suo ruolo di allenatore che peraltro sta svolgendo bene in questo inizio dell’esperienza di ritorno in viola.

Infatti Prandelli ha ben mostrato di non aver perso il tocco magico del provetto allenatore, azzeccando i cambi e dimostrando, giusto ieri l'altro sera, che non ha perso il dono di leggere le partite e modificarle in corsa, uno dei crismi più importanti per un allenatore, su questo giudizio, la critica di oggi è unanime.

Quindi che lavori con tempo e fiducia sul campo, ma che si ricordino tutti, Rocco per primo, che in casa adesso c’è un uomo di calcio di grande personalità, al quale è d’uopo domandar parere in tutti i settori dell’azienda pallone, non ultimo il calciomercato invernale che è ormai alle porte e va programmato adesso.

*Giornalista dal 2003, Stefano Prizio è stato fondatore e caporedattore di Fiorentina.it, ha collaborato con i quotidiani "L'Unità" e "Il Tirreno" oltre a varie radio e tv. Ha pubblicato 5 libri ed è in uscita il sesto.