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ROCCO VA IN GUERRA PER VLAHOVIC. PRIMI PROMOSSI E BOCCIATI. SERVONO UN REGISTA E CINQUE ESTERNI D’ATTACCO. KOKORIN FATICA. AMRABAT NON RESTERÀ. LIROLA TESTA A MARSIGLIA. L’EFFETTO ITALIANO FA TORNARE L’OTTIMISMO

di Enzo Bucchioni

La Fiorentina sta facendo di tutto per rinnovare il contratto a Vlahovic e per farlo rimanere il più a lungo possibile in viola. E’ giusto così, si devono provare tutte le strade prima di arrendersi, con la consapevolezza che siamo di fronte a un potenziale campione con un futuro tutto da scrivere e probabilmente difficile da legare a un progetto a lungo termine. Ma intanto è a Firenze e la speranza è che ci possa restare ancora tanto.

Le basi di un accordo ci sono già, rinnovo fino al 2026, stipendio da tre milioni a salire fino a raggiungere con i bonus in cinque anni, i sei milioni promessi da altre società, clausola rescissoria a 70 milioni. Fin qui la strada sarebbe spianata, resta l’ostacolo delle commissioni al procuratore che proprio Rocco Commisso non riesce a mandare giù. Si parla di oltre quattro milioni, quel che costa un buon giovane. Il presidente viola ha assolutamente ragione, la sua battaglia è talmente giusta che da anni anche in sede europea, in Uefa, il dibattito sul ruolo dei procuratori e degli intermediari è aperto. Si chiedono, per ora inutilmente, regole nuove che ne definiscano i poteri, il range operativo e le possibilità di guadagno per evitare che le società finiscano sotto scacco o, peggio, ricatto e siano costrette a esborsi folli per le commissioni. E’ un malcostume che la Fiorentina aveva evidenziato e rifiutato anche trattando con Mendes.

Non ci sarebbe altro da aggiungere se non un pizzico di saggezza o diplomazia meglio, che mi permetto di suggerire a Rocco. Suggerimento non richiesto, ovvio. Ribadisco che la Fiorentina ha ragione, ma dopo appena due anni di calcio ha la forza per cambiare regole sbagliate e modificare un mondo come quello del calcio dove il “mangia mangia” è la normalità? Non lo so. Se è vero che certe battaglie qualcuno le deve pur cominciare, mi dispiacerebbe se poi alla fine Rocco rimanesse isolato con gli altri presidenti bravi a parlare, ma scarsi nei fatti.

Il rischio qual è? Che per Vlahovic, ma di recente anche per Oliveira o altri in futuro, i procuratori comincino a guardare con sospetto i diktat di Rocco Commisso e che la Fiorentina fatichi a trovare sponde e giocatori sul mercato. Il mondo del calcio, purtroppo, è questo. Mai piegare la testa, giusto far sentire le proprie ragioni, ma siccome ognuno guarda all’interesse personale, il rischio è quello di rimanere da soli a combattere battaglie giuste per pagarne poi le conseguenze. Oppure di lavorare con pochi procuratori. Rischio calcolato?

Se è così viva il coraggio di Rocco. Il procuratore di Vlahovic, Darko Ristic, è un tipo tosto e nella sua agenda ha già diverse proposte per il suo assistito che vengono da società di primissimo livello. Non c’è solo il Tottenham di Paratici che deve sostituire Keane, quindi se l’accordo della Fiorentina con Vlahovic è davvero a un passo converrebbe chiudere. Quattro milioni sono tanti, è vero. I principi sani vanno difesi, è verissimo. Però, c’è sempre un però, legare Vlahovic subito sarebbe un doppio colpo straordinario, tecnico ed economico. E quei quattro milioni potrebbero tornare per altre strade. Se firma subito la convenienza tecnica è ovvia, per quella economica si eviterebbe il rischio di avvicinarsi alla scadenza (2023) quindi al deprezzamento e comunque anche se poi il giocatore poi volesse andar via con una clausola da 70 milioni la plusvalenza sarebbe enorme e consentirebbe di prendere altri giocatori di prima fascia.

E’ questo firmo-non firmo che non può durare ancora a lungo e andrebbe risolto assolutamente prima che chiuda il mercato. Se si dovesse intaccare la prossima stagione senza firma, il coltello sarebbe ancora di più nelle mani di Ristic.

Non sono abituato a sbilanciarmi in maniera esagerata sui giovani, sarebbe ingenuo e imprudente, ma di Vlahovic siamo davvero autorizzati a pensare che possa diventare un numero uno. E’ impressionante. L’altro giorno nella prima amichevole non ha segnato e l’allenatore Italiano lo ha punzecchiato simpaticamente, ma lui ha capito. La reazione è stata da campione, caratteriale prima che tecnica. Sette gol in un tempo sono tanti e non derubricateli a “roba da amichevoli” perché i gol comunque vanno preparati, fatti, servono ferocia, concentrazione, posizione e senso del gol. Questo è Vlahovic.

Il gioco di Italiano potrà soltanto esaltarlo se pensate a cosa hanno fatto nello Spezia giocatori normali come Galabinov (prima dell’infortunio) o N’Zola.

Ma il gioco di Italiano sta esaltando tutti, quindici giorni di lavoro sono bastati a far ritrovare al gruppo grandi motivazioni, a far tornare l’autostima e la voglia in giocatori calcisticamente depressi, ma anche a rilanciare l’ambiente.

C’è la giusta sensazione che la novità vada cavalcata e accompagnata con simpatia e positività. Consapevoli che non sarà facile, ma il lavoro di Italiano innesca entusiasmo. La sua carica è contagiosa.

Basta vedere come lo guardano e ascoltano i giocatori durante gli allenamenti per capire che l’allenatore è già il leader e mettere al centro del lavoro il gioco piace a tutti.

Anche ai tifosi. La presenza della Fiesole a Moena è sintomatica. C’è stato un patto, noi daremo il massimo per voi, ma voi in campo dovete dare il massimo per noi. E chi non vuole starci può anche andarsene, naturalmente questo rivolto ai giocatori.

La società ha capito, sa che dopo due anni di calcio sbagliato è arrivato il momento del rilancio e della ripartenza. Non ci saranno altri appelli. Il mercato non è ancora decollato, Nico Gonzalez è un gran colpo, ma i tempi dell’annuncio non hanno scaldato la tifoseria. Accenderà la fantasia quando lo vedranno in campo.

E dopo? Giustamente Italiano aveva chiesto uno stop per valutare i tanti (anche troppi) giocatori in rosa e tirare le prime somme. Cosa è emerso in queste prime settimane? L’allenatore in conferenza è stato giustamente evasivo e generico sui singoli, all’inizio di agosto ci sarà un summit con la società, ma guardandolo lavorare qualcosa è già emerso.

Detto che tutto il gruppo segue l’allenatore con grande entusiasmo, in attesa dell’arrivo dei nazionali, qualche recupero importante c’è già stato. Uno su tutti Callejon. Il 4-3-3 è il suo modulo e ha messo tanta voglia in allenamento e partitella. Ma anche Sottil è sicuramente da promuovere. Pure Milenkovic gioca con entusiasmo e applicazione diversi, ma qui c’è da capire se resterà. E’ in scadenza nel 2022.

Per il resto, invece, Kokorin ci sembra ancora in difficoltà. A naso non sembra avere le caratteristiche giuste e soprattutto l’intensità per il nostro calcio. Probabilmente finirà sul mercato. Ma voci sempre più frequenti che arrivano da intermediari, raccontano anche di un Amrabat lontano da Firenze per ragioni tattiche, per la voglia di tornare con Juric e per dimenticare un’annata no lontano da una squadra dove non s’è inserito. Piace invece Maleh che ha grande fame, ma cosa chiederà Italiano?

Non filtrano nomi, né richieste particolari, ma è sicuro che sugli esterni e sul regista si dovrà intervenire. Italiano gioca con quattro-cinque esterni d’attacco titolari. Il ruolo forse è il più importante per il suo calcio. Chi ha seguito lo Spezia lo sa benissimo, chi gioca dall’inizio spesso non finisce la partita, uno dei due esterni viene regolarmente sostituito dopo 50-60 minuti, l’altro a metà secondo tempo. E da partita a partita la rotazione è sempre profonda. Oggi in rosa ci sono Gonzalez e Sottil, probabilmente Callejon s’è convinto a rimanere e dire no alla Lazio, Saponara può entrare nelle rotazioni. Di sicuro servirà un altro esterno di alto livello. Non sarà Messias, non c’è l’ok di Rocco per un giocatore di 30 anni a quelle cifre. Giustamente per me. Vedremo, nomi sui taccuini ce ne sono tanti.

E il regista classico? Pulgar non lo è, ma chi conosce Italiano sa che ha sempre parlato bene del giocatore e lo vorrà provare a fondo nei due in mezzo. Due? Il centrocampo è a tre, ma due restano a livello della linea di metà campo e si alternano all’impostazione, il terzo (Castrovilli o Bonaventura) va negli spazi e si unisce agli attaccanti in modo da far diventare 2-4-4 la fase offensiva. Quindi serve un centrocampista-regista da affiancare a Pulgar, almeno come idea.

Vedremo cosa farà la Fiorentina, c’è Rocco (almeno dicono) che ha grande voglia di rifarsi e l’esame a questo punto è per Barone e Pradè che devono portare giocatori funzionali e forti e vendere un esercito di esuberi. Tutto nel mese di agosto anche se l’allenatore aspetta rinforzi prima possibile perché il campionato parte il 21 agosto con la trasferta a Roma.

Risolta invece, almeno a quel che s’è visto da Moena, la pratica Dragowski. Con i piedi non è il massimo, ma Italiano sembra avere trovato disponibilità dal portiere e grande voglia di giocare ripartendo dal basso. E Pezzella? Se non dovesse chiedere chiaramente di andar via anche lui potrebbe essere rilanciato proprio dal calcio di Italiano. In fondo è pur sempre un nazionale argentino vincitore della coppa America, lui come Quarta sul quale si fa molto affidamento. Come vedete i giocatori ci sono e c’erano, mancava il gioco, ma quello sta arrivando.