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SAN SIRO OGGI CONTA PARECCHIO. GIOCHINO I MIGLIORI ANCHE SE UN PO' STANCHI. UN MILAN COSI' ACCIACCATO NON RICAPITA... STADIO: VICENDA CHE SI COMPLICA SEMPRE DI PIU'. CI SONO LE CONDIZIONI PER ANDARE AVANTI...?

di Mario Tenerani

Crocevia, bivio, tappa fondamentale per i viola, possiamo andare avanti con la presentazione più aderente alla realtà della sfida di stasera a Milano. Chiudiamola così: per la Fiorentina San Siro conta parecchio. 

Intanto per la classifica: rossoneri avanti solo di 3 punti, al terzo posto, in zona Champions. Non solo: molto acciaccati. Da inizio stagione sono 24 gli infortuni, Pioli non se ne fa una ragione. Come dar torto a Stefano che, per inciso, a Firenze è legatissimo. Ma questi problemi per un avversario, e siamo alla Fiorentina, diventano vantaggi. Non danno la certezza della vittoria, ma aiutano a predisporsi per conquistarla. Una situazione del genere va sfruttata. Considerando che ci sono reparti nel Milan, che sono devastati. Prendiamo l’attacco: Giroud, campione assoluto, è fuori per colpa sua. Si è fatto espellere per proteste nel turbolento finale di Lecce. Meglio per la Fiorentina perché il centravanti transalpino è al momento il giocatore più decisivo della Serie A con 10 punti (su 20 dei rossoneri) portati al Milan. Tra l’altro la sua espulsione ha fatto salire a 4 totali i rossi del Milan, la squadra di Pioli è la più “nervosa” del campionato. Tutto questo solo in 12 giornate… Mentre Leao, altro giocatore molto importante, è ai box per guai fisici. Così come Okafor che si è fatto male alla terza partita con la Svizzera, del tutto inutile. Raccontano che a Milanello abbiano sentito le urla di Pioli… E siamo a tre. 

Per questa ragione al centro dell’attacco rossonero dovrebbe schierarsi Jovic, contestatissimo a Milano per il suo scarso rendimento. L’atteggiamento dello slavo è lo stesso di Firenze, inutile aggiungere altro. Pioli senza più punte ha convocato un ragazzo che potrebbe diventare l’esordiente più giovane della storia di tutta la Serie A con i suoi 15 anni 8 mesi e 15 giorni: Francesco Camarda. Nelle giovanili rossonere ha segnato una valanga di gol, uno dei quali nel 2022 proprio alla Fiorentina Under 15 nella finale scudetto. Per convocarlo il Milan ha dovuto chiedere una deroga al comitato regionale Figc, data la sua giovane età. In difesa fuori Kjaer e Kalulu, a centrocampo Bennacer. E ci fermiamo ai più noti. 

Questo è il quadro del Milan, certamente non felice. 

La Fiorentina, come detto, per mettere i cromosomi della grande squadra deve cogliere al volo una chance come questa. 

Il Milan nelle ultime 5 partite ha vinto solo in Champions contro il PSG, poi ha perso l’altra con i francesi oltre a quella in casa con l’Udinese e 2 pari con Lecce e Napoli. Mentre i viola nella stessa striscia hanno trionfato in 3 occasioni (col Bologna e in Conference), perso poi con Juventus e Lazio. Anche Italiano ha avuto i propri alti e bassi, ma sulla carta si mostra più in salute la Fiorentina rispetto al Milan. 

Il rientro dopo la sosta non è mai banale perché ogni allenatore deve fare i conti col ritorno dei propri nazionali. Entrano in ballo tutte le considerazioni della gestione: chi è più stanco, chi meno, le altre partite da affrontare, un tecnico diventa una sorta di farmacista, col bilancino in mano. Ma ci sono gare che non sono come le altre, per ordine di importanza soprattutto dal punto di vista strategico. E come spiegato, l’occasione di oggi per la Fiorentina è difficilmente riproducibile. Per questo pensiamo che Gonzalez possa partire dal primo minuto: con l’Albiceleste ha giocato 53 minuti contro l’Uruguay e circa 20 con il Brasile, al Maracanà. Poteva andare peggio come minutaggio. Come si fa a tenere fuori un attaccante che in 11 presenze su 12 complessive ha segnato già 6 gol e 1 assist? Media realizzativa del 17,65% grazie ai 13 tiri in porta effettuati. Italiano, poi, in questa stagione dopo la pausa lo ha sempre fatto giocare: con l’Atalanta 63 minuti e tutta la gara nel derby con l’Empoli.

Una possibile formazione? Terracciano, dietro Parisi, Milenkovic e Quarta (l’argentino in nazionale non ha giocato e Ranieri è squalificato), Biraghi. Nel mezzo Arthur e Duncan (che festeggerà le 100 presenze in A), poi Gonzalez, Bonaventura, forse Kouame e in attacco ballottaggio fino all’ultimo tra Nzola e Beltran. 

Ieri è stato scritto un altro capitolo nella delicata vicenda stadio che adesso, francamente, diventa molto ingarbugliata. Si fa fatica a intravedere l’orizzonte del nuovo Franchi. Il Tar del Lazio, infatti, ha respinto il ricorso che Palazzo Vecchio aveva prodotto contro il taglio dei 55 milioni per la ristrutturazione del Franchi. Il Tar in pratica ha sentenziato che il decreto antifinanziamento operato dal Governo era legittimo. Il Comune ha annunciato un altro ricorso al Consiglio di Stato, ne prendiamo atto. 

Quindi il sindaco di Firenze si è ritrovato col cerino in mano. Al momento la disponibilità è di circa 150 milioni e non bastano assolutamente per portare a compimento il progetto. A dir la verità neppure 200 milioni probabilmente basterebbero considerando i naturali extra costi, bagaglio normale di qualsiasi infrastruttura. Ma stiamo ai numeri concreti. Il Comune di Firenze dove andrà a reperire questi fondi? Considerando che anche il Padovani, ottima idea per ospitare la Fiorentina nel biennio in cui sarà orfana dello stadio, ha necessità di almeno 4/5 milioni per essere completato, il totale fa 60 milioni da racimolare. La situazione è pesante. La sensazione, poi, è che in questa storia non ci sia mai stato niente di semplice, compreso il rapporto tra la società viola e Palazzo Vecchio. Ogni volta un nuovo ostacolo sul percorso. Forse una riflessione si imporrebbe: ci sono ancora le condizioni per il restauro del Franchi? Vale la pena continuare a lottare, talvolta contro i mulini a vento, incaponirsi oppure sarebbe più opportuno fermarsi e rinunciare? Del resto una parte dei 155 milioni dovrebbero comunque essere utilizzati per mettere in sicurezza il vecchio, ma nobile Franchi. E su questo non si scherza. Il cemento armato dimostra in pieno tutta la sua anzianità. E dopo? Fermarsi oggi non significa non pensare a qualcosa di diverso e migliore domani. Magari lasciando stare il Franchi. 

La nostra è una provocazione, ma fino ad un certo punto…