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SARRI-GIUNTOLI ACCOPPIATA PER LA FIORENTINA. RAMADANI IN ITALIA. ROCCO FURIBONDO HA MESSO TUTTI NEL MIRINO. MA DOPO DUE ANNI BUTTATI, ORA NON RESTA CHE FAR TESORO DEGLI ERRORI E AZZERARE. LA PEGGIOR FIORENTINA DOPO IL FALLIMENTO

di Enzo Bucchioni

Se Sarri dovesse essere il prossimo allenatore della Fiorentina non arriverebbe solo ma con Cristiano Giuntoli come direttore sportivo. Questa, ricomporre la coppia che tanto bene ha fatto a Napoli, sarebbe almeno l’idea che circola fra gli intermediari che stanno “apparecchiando” la situazione alla ricerca di una strada praticabile, come del resto vi avevamo in sostanza anticipato senza entrare nei dettagli dell’operazione già giovedì scorso. La domanda è sempre la stessa: è fattibile in assoluto e in particolare per la Viola?

Alla luce di quello che sta succedendo in Fiorentina (ne parleremo dopo) e in attesa delle decisioni di Commisso, sembra ormai evidente che la società viola abbia bisogno di una svolta e di nuovi programmi per uscire dal grigiore e dalla modestia che durano ormai da tre anni, l’ultimo dei Della Valle e i primi due della proprietà americana. Dire che il Popolo Viola non ne può più è perfino un eufemismo.

Chi sta muovendo le fila secondo radiomercato avrebbe intenzione di riproporre la coppia che ha messo in piedi lo spettacolare Napoli che tre anni fa ha conteso lo scudetto alla Juventus e incantato top-allenatori come Guardiola, ben sapendo che l’operazione non è semplice.

Se Sarri a fine stagione si libererà del contratto con la Juventus chiamata a pagare una penale di tre milioni in caso di mancato rinnovo per il terzo anno, invece Giuntoli ha ancora due anni di contratto con De Laurentis, non ne conosciamo i dettagli, ma in genere separarsi dal presidente del Napoli non è mai facile.

Della vicenda si è occupato anche Pressing e l’esperto di mercato Claudio Raimondi concorda con questa analisi. Vedremo.

Di sicuro fra Sarri e Giuntoli c’è sempre stato feeling calcistico e umano e risulta che i due si siano sentiti spesso nelle settimane scorse ed è possibile che abbiano parlato anche e soprattutto della Fiorentina.

Intanto, per capire meglio, si continua a pensare e ipotizzare un eventuale contatto fra Sarri e la Viola entro la fine marzo, quando Commisso tornerà a Firenze. Da parte di Sarri c’è una gran voglia di rimettersi in gioco e come vi abbiamo già raccontato, l’idea di rilanciare la Fiorentina è forte, sarebbe un’operazione spinta anche dal cuore. Sarri sa bene quel che vuole, conosce la sua ricetta per arrivare a costruire un progetto calcistico che funzioni. La sua storia recente parla.

In sostanza vuole un rapporto diretto con il presidente, senza intermediari, come già successo con De Laurentiis e nel caso anche a Commisso chiederebbe proprio questo. Filo diretto.

Inoltre per ricominciare da zero sono necessari tre anni di contratto con la completa responsabilità e autonomia dell’area tecnica che farebbe capo a lui e al direttore sportivo per il mercato.

In sostanza Sarri ha in testa una catena di comando snella del tipo presidente-direttore sportivo-allenatore uniti dagli stessi programmi e dalle stesse idee calcistiche.

Ovvio che serve anche un ingaggio da allenatore di prima fascia, ma Sarri non chiederebbe e non chiederà né quello che prendeva al Chelsea, ma neppure i sei milioni più bonus che gli sta passando la Juve. A Napoli guadagnava circa quattro dopo l’ultimo rinnovo e, come già detto, oggi Commisso paga comunque una cifra simile fra gli stipendi di Montella, Iachini e Prandelli. Non cambierebbe nulla.

Forse sarà un caso, ma Fali Ramadani, il procuratore di Sarri, in questi giorni è in Italia. Ieri è stato avvistato proprio a Napoli dove ha però due giocatori come Koulibaly e Maksimovic e pare si sia incontrato solo con loro.

Nei giorni scorsi era stata anche rilanciata l’ipotesi che Sarri potesse tornare proprio a Napoli, ma l’allenatore non sarebbe entusiasta dell’idea della “minestra riscaldata” e sarebbe in realtà ben più intrigato dalla Fiorentina.

E’ logico però che il suo procuratore debba vagliare tutte le soluzioni possibili per poi far decidere al suo assistito.

Comunque per il discorso Fiorentina, ben sapendo che esistono i telefoni, per stringere sembra inevitabile aspettare il ritorno in Italia di Rocco. Ora poi che il presidente si è vaccinato i rischi Covid sono fortunatamente superati. Ammesso e non concesso, ovvio, che il presidente viola confermi l’interesse che c’era stato per Sarri nell’autunno scorso quando fu esonerato Iachini.

Come sappiamo, infatti, sono anche altri gli allenatori accostati alla Fiorentina del futuro con un bel numero di intermediari al lavoro sui nomi di Gattuso e diversi altri, compreso l’emergente Italiano per un progetto diverso da quello di Sarri. Ovvio. Deciderà Rocco.

L’eventuale arrivo di Sarri, ma credo di qualsiasi allenatore, comunque porterà di sicuro a una rivoluzione in società e nella squadra.

E così veniamo all’oggi. La sconfitta contro l’Udinese priva di otto titolari è stata devastante per come è arrivata, alla fine di una partita non giocata e se ti chiami Fiorentina e lotti per salvarti non ti puoi permettere di giocare le partite puntando allo zero a zero con il minimo sforzo. Rocco è giustamente furibondo. Secondo indiscrezioni ieri avrebbe strapazzato un po’ tutti per ricordare i doveri e le aspettative, quello che tutti devono fare per la maglia, per la tifoseria, ma anche per rispettare gli investimenti fatti da questa proprietà.

Spero che il presidente Commisso dall’alto della sua straordinaria esperienza imprenditoriale e memore di due anni di calcio in Italia, sappia vedere nitidamente tutti gli errori commessi per intervenire e cambiare rotta al più presto possibile.

Spero anche, nell’interesse della Fiorentina, che non si faccia condizionare dai soliti Leccarocco, dai giudizi di quelli che sono soliti ossequiare i potenti per ingraziarseli (dal club della bistecca al club dell’hamburger il passo è breve), e si renda conto che nella Fiorentina non funziona il comparto tecnico, non funziona la comunicazione, non vanno più bene neppure le Women e si domandi se ci sono gli uomini giusti al posto giusto. Se lo domandi e si dia una risposta, come dice Marzullo.

Ci piace il suo concetto di meritocrazia, ma qui fatichiamo a vedere dei meriti.

E continuare a scaricare pretestuosamente le colpe su quelli che si sono permessi di evidenziare i problemi, di fare analisi costruttive o suggerire strade calcistiche diverse da questa, non porta da nessuna parte.

Ora Rocco ha davanti due anni di lavoro da valutare e credo possano essere sufficienti per promuovere o bocciare a tutti i livelli.

Soprattutto quando una società non funziona come non funziona la Fiorentina, dopo aver cambiato tre allenatori e rigirato decine di giocatori, non resta che la soluzione drastica dentro e fuori lo spogliatoio. Una volta si diceva che quando c’è “il baco” bisogna cambiare tutto. Questo mi sembra uno di quei casi. Rattoppi o compromessi non risolverebbero il problema, mi sembra evidente dal come questa squadra si approccia alle partite. E se la Fiorentina in campo è questa vuol dire che a monte c’è qualcosa di sbagliato, arrivano messaggi non giusti, non c’è feeling dentro e fuori.

Per non parlare poi del rapporto con la città che ormai riconosce a questa proprietà soltanto il grande sforzo infrastrutturale e il magnifico Viola Park. Per il calcio, la tifoseria è stanca e delusa, guarda i risultati e si accorge che era dal 2001-2002, l’anno del fallimento, che non si vedeva una classifica come questa.  Il Popolo Viola ha ancora la speranza che l’entusiasmo e la capacità di spesa di Rocco possano far cambiare la rotta, ma i tifosi si aspettano davvero una rivoluzione. Diciamola brutta: non si possono più vedere certi giocatori e certe situazioni non degne della storia di questa società.

In quanto a Prandelli, forse ha accettato l’incarico per amore, senza valutare fino in fondo una situazione complicatissima. Sta facendo meno di quello che anche lui si sarebbe aspettato, a Udine ha sbagliato. E’ ovvio che siano tutti responsabili, compreso Prandelli, al di là dell’affetto e dell’amore che Firenze gli riconosce, ma credo che l’allenatore abbia sbagliato in particolare a non pretendere di far giocare il suo calcio a questa squadra. Quando è subentrato c’erano ancora trenta partite da giocare, forse sarebbe stato meglio cambiare modo di fare calcio anche a costo di un periodo iniziale di difficoltà. Probabilmente la sconfitta con il Benevento e la precarietà della squadra l’hanno condizionato, ma questo 3-5-1-1 non è il calcio prandelliano che conosciamo e forse anche lui fatica a riconoscersi. Ci sono anche dei meriti, ovvio, tipo la crescita di Vlahovic, ma la situazione difficile era e difficile è rimasta. Molti problemi nello spogliatoio avrebbe dovuto risolverli a suo tempo la società, non lo ha fatto e tutto diventa più complesso. Quando una squadra arriva in campo in certe condizioni fisiche e psicologiche è sicuramente colpa dei giocatori che per quanto mi riguarda avrei portato in ritiro anticipato aspettando la Roma, ma fare buoni programmi e buon calcio dipende dalla società e dalla sua catena di comando.

Domani sera sarà durissima, ma confido in partite stimolanti come questa più che in quelle con le squadre di bassa classifica. Quando i giocatori pensano soltanto a loro stessi ci tengono a fare bella figura per mettersi in evidenza contro avversari tosti e in gare che vanno sotto i riflettori. Poi la Roma gioca, ma fa giocare e negli spazi la Fiorentina si esprime meglio. Lo so, è poca roba, ma bisogna aggrapparsi a tutto per non scivolare, diceva il saggio. Chi giocherà? Mi aspetto il ritorno di Amrabat, forse Venuti e poco altro. Non so se Milenkovic è stanco, eventualmente c’è Igor. Sperando, ovvio, che Ribery sia al top. Io farei anche altro, mi metterei a specchio con la Roma (3-4-2-1), ma Prandelli ci ha detto più volte che questa squadra moscia per non perdersi irrimediabilmente ha bisogno di andare avanti sulla strada che conosce.