SCONFITTA A TESTA ALTA, IL GIOCO SI VEDE. PERSONALITÀ OK, MALE LA FASE DIFENSIVA. VLAHOVIC RESTA, NON È POCO. PJANIC TRATTATO, MA IL NAPOLI SI INSERISCE. ZAPPACOSTA VA A BERGAMO, SI AVVICINA MUNOZ
Un cambio di rotta c’è stato. Dopo tanto tempo abbiamo rivisto a Roma una Fiorentina dotata di idee offensive e personalità di squadra. Italiano l’aveva preparata bene, si è capito subito, ma l’espulsione di Dragowski ha fatto saltare il banco. Tra l’altro Pairetto, autore insieme ai collaboratori di una direzione mediocre, ha estratto il rosso sull’uscita del portiere viola quando 24 ore prima un fallo identifico di Musso su Belotti era stato sanzionato in modo più lieve. L’uniformità di giudizio è un’utopia lo sappiamo, ma qualcosa in più gli arbitri dovrebbero fare su questo terreno. Ci sono voluti poi 5 minuti complessivi di discussioni via cuffia tra arbitro e sala Var per convalidare 2 gol alla Roma. Oggi la tecnologia non sbaglia e quindi le reti erano regolari, ma lasciateci rubare una frase storica al vecchio presidente della Roma Dino Viola, “per questione di centimetri”.
Il dispiacere per la Fiorentina nasce dagli errori perché quando sul piano della personalità, sia 11 contro 11 che 10 contro 11, si creano occasioni da gol e poi si perde la rabbia monta. Al pareggio di Milenkovic ci era sembrato che i viola potessero vincere questa sfida e invece le sbandate difensive sono continuate. E’ su quel fronte che Italiano deve lavorare senza abiurare il proprio credo: è stato deciso di varare una Fiorentina d’attacco, con difesa alta e portiere stabilmente fuori area ed è giusto continuare su quella strada, ma con modalità diverse. Italiano deve venire via dall’Olimpico con quel tanto di buono che ha visto fare ai suoi, ma consapevole anche che dietro c’è ancora molto da lavorare. Non è pensabile, infatti, che ogni palla persa in mezzo al campo, cosa normale per qualsiasi squadra, debba trasformarsi in un pericolo costante. La Roma non ha fatto tanto rispetto al proprio potenziale, ad eccezione dell’esordiente Abraham che è sembrato un fenomeno, ma ha approfittato chirurgicamente dei tanti errori difensivi dei viola. Allora accompagniamo Italiano sul percorso di questa Fiorentina che nasce con tante idee belle, ma aspettiamoci un miglioramento della fase difensiva.
Gonzalez ha esordito in A facendo vedere che i soldi spesi per lui sono stati giusti: tecnica, grinta, personalità e capacità di affondare colpi. Ha fatto espellere Zaniolo e quando ha potuto ha messo in difficoltà la terza linea giallorossa. Ci è piaciuto anche Maleh e il gol di Milenkovic è stato il suggello del suo rinnovo. Vlahovic ha avuto un paio di palle giuste, ma non ha segnato. Mentre Callejon era partito bene, ma ha dovuto lasciare il posto a Terracciano causa l’espulsione di Dragowski.
Italiano va aiutato anche col mercato. Servono inserimenti in difesa, centrocampo e attacco. I nomi che circolano dimostrato la volontà della società di rinforzare come si deve la squadra per lasciare definitivamente la fascia mediocre della classifica. Con un po’ di buona volontà e qualche milione, la Fiorentina può crescere.
Ci sono storie all’apparenza impossibili che si manifestano sotto le sembianze di sogni e che poi rischiano di diventare realtà. Miralem Pjanic, regista di cachemere, un signore da 6,5 milioni netti a stagione è in libera uscita dal Barcellona e ha strizzato l’occhio a Firenze. Nonostante che la Fiorentina di oggi non sia più abituata a girare l’Europa e che gli ultimi tre anni siano stati consacrati alla sofferenza. Non ci sarebbero nemmeno i presupposti economici - perché 13 milioni lordi di ingaggio sono una roba fuori portata per i viola -, ma siccome il Barcellona arriverebbe a pagare il 60 per cento degli emolumenti, il discorso cambierebbe. Non solo: l’ex giallorosso avrebbe manifestato il piacere di cimentarsi in riva all’Arno. Ecco perché la vicenda da paradossale potrebbe trasformarsi in realtà. Con la benedizione di Fali Ramadani, super agente ben conosciuto dalle parti di Campo di Marte, tornato in buoni rapporti con la società viola dopo il burrascoso periodo che coincise con l’inizio della gestione Commisso.
Il problema è che il Napoli, a caccia pure lui di un regista, ha messo in moto un antico maestro del bosniaco, Luciano Spalletti. Ci sarebbe stata una telefonata dal tecnico di Certaldo a Pjanic, ma il Napoli è a corto di fondi. Però il club di De Laurentiis ci sta provando comunque e così la Fiorentina mentre accarezzava il sogno si è imbattuta in un pericoloso concorrente. Vedremo che sviluppi prenderà la vicenda.
Zappacosta, invece, che sembrava ad un passo dalla Fiorentina sarebbe pronto a indossare di nuovo la maglia dell’Atalanta, società in cui è cresciuto e alla quale farebbe un gran comodo per la redazione della lista Champions. Oltre al fatto che Gasperini ha problemi di infortuni sulle corsie e il club di Percassi sarebbe disposto a prendere il cartellino a titolo definitivo e non in prestito. Il Chelsea, squadra che vende, naturalmente gradirebbe di gran lunga la soluzione atalantina.
Per sostituire Lirola che per inciso è ancora un giocatore della Fiorentina, i manager di Commisso starebbero pensando a Munoz, ecuadoregno del Genk. Da non dimenticare, poi, Stryger Larsen.
Prima della partita Barone ha detto che Vlahovic non è in vendita e non si muoverà da Firenze. Un’ulteriore precisazione necessaria dopo le tante voci che si sono rincorse. Ma come abbiamo spesso ripetuto il presidente Commisso aveva sempre insistito sulla voglia di trattenere il suo gioiello a Firenze. La conferma di Vlahovic non è poco, anzi. Basta solo un altro piccolo sforzo sul mercato e la Fiorentina di Italiano può cominciare ad alzarsi in volo.