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SE È UN SOGNO NON SVEGLIATECI, QUESTO TRIONFO È GIÀ STORIA. UN GRANDE VLAHOVIC E UN BORJA ILLUMINATO, MA IL CAPOLAVORO L’HA FATTO CESARE. GODIAMOCI TUTTO SENZA ILLUSIONI. E BUON NATALE FIORENTINA

di Leonardo Bardazzi

Se è un sogno, non svegliateci. La Fiorentina umilia la Juve e si regala un Natale meraviglioso, in una serata da sballo che per i cuori viola è già storia. A dodici anni di distanza dalla mitraglia di Osvaldo, riecco il trionfo nella serata più attesa dell’anno, stavolta senza ribaltoni rocamboleschi o colpi di fortuna. Stavolta la gloria è piena, meritatissima, da vivere e rivivere per una città intera, che dopo aver ingoiato fiele, ha un bisogno pazzesco di ricominciare a godere. Stendere la Juve in questo modo non ha prezzo, soprattutto se alla partita la Fiorentina ci arrivava in pieno affanno, senza vittorie da due mesi e con l’attacco ingolfato. In questa serata magica invece è stato tutto perfetto. Prandelli, bravissimo, ha azzeccato tutto e di più. Aveva chiesto sfacciataggine: l’ha avuta. Aveva chiesto ordine e concentrazione: idem. Ma la grandezza viola è stato rispondere colpo su colpo ai campioni d’Italia, al punto da meritarsi il vantaggio con un bellissimo gol di Vlahovic (che palla Ribery e che leone Dusan) e la superiorità numerica dopo lo sciagurato fallo di Cuadrado. 

Il primo tempo è stato da stropicciarsi gli occhi, al limite della perfezione, non fosse stato per quel paio di occasioni sciupate davanti a Szczęsny. La Fiorentina non ha solo avuto grinta, è stata aggressiva e concentrata, compatta e sempre pronta a ribaltare l’azione. Caceres largo a destra sembrava una scelta difensiva, invece col suo calcio rabbioso, ha chiuso i varchi agli esterni bianconeri e ha saputo riproporsi con continuità sulla fascia, in pratica offrendo superiorità numerica in ogni azione. La Juve invece è stata molle, inguardabile, forse innervosita dalla sentenza del Coni sulla partita da rigiocare col Napoli, ma comunque totalmente sorpresa da una squadra che arrivava a Torino in crisi e che invece ha sfoggiato e mostrato il lato più bello di sé stessa. Nel secondo tempo Ronaldo e compagnia sono partiti più convinti, ci stava probabilmente anche un rigore su CR7, ma in una notte così, anche vedere Nedved uscire dal campo fuori di senno, arruffato e imbelvito, diventa un’altra immagine da inserire nell’album dell’apoteosi. Nella partita è contata tanto anche la scelta di Borja regista. Il sindaco viola ha fatto girare la squadra con la solita, splendida intelligenza calcistica che si ritrova, senza marcatura asfissiante, figlia anche del rosso precoce a Cuadrado, ha giganteggiato là in mezzo, come a sottolineare che quando c’è il regista, anche le idee, come per incanto, nascono da sole.

Bene, benissimo, pure Amrabat, fisico e inesauribile motorino in versione Hellas, così come Igor, splendido bronzo di Riace in difesa, ma in generale fantastici tutti, dal primo all’ultimo. Da ieri, e con pieno merito, entrati di diritto nella storia viola. Il finale poi è stato da film: gol in flipper con Bonucci per terra, gol di tacco dell’ex Caceres nello stadio dell’ex più atteso, che per la prima volta incontrava il suo passato. Chiesa a proposito si è visto solo per le proteste. Ha sgasato, ha corso, si è sfiancato, ma di giocate degne del suo prezzo, neanche l’ombra. Chissà che bello sarebbe stato esultare sotto la curva, con Rocco a saltare felice come un bambino. Di sicuro la vittoria è anche e soprattutto per lui, il presidente tifoso, che come ogni fiorentino, muore dalla voglia di cominciare a risalire la classifica. Intanto però godiamoci questa magia, godiamoci finalmente questo meraviglioso regalo di Natale, senza illudersi che come per magia tutto il brutto visto finora possa sparire d’un colpo. Se la goda anche Cesare, il grande protagonista di questo sballo viola. In serie A non vinceva da 16 partite, e anche quella volta fu la Juve la sua vittima. Corsi e ricorsi, questo 3-0 può essere la svolta, per lui e per la Fiorentina e come minimo rende meno amaro questo difficilissimo 2020. Ci sarà ancora da soffrire, ci sarà ancora tanto da fare, ci sarà da capire quale potrà essere l’assetto definitivo sul quale lavorare anche sul mercato. La sfida adesso è trovare continuità. Però una storia così è troppo bella da raccontare, da vivere, da sentirsi sulla pelle: godiamocela tutta. E Buon Natale Fiorentina.