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SEGNALI D'ALLARME DA NON SOTTOVALUTARE. BASTA CON IL CENTROCAMPO A DUE E GLI ESTERNI D'ATTACCO CHE NON INCIDONO. I CAMBI NON SONO ALL’ALTEZZA DEI TITOLARI, INDISPENSABILE UN MERCATO DI ALTO LIVELLO. RANIERI CHE ERRORE, MA COS’HA PONGRACIC?

di Angelo Giorgetti

La classifica è buona, andiamo in pace fratelli. Anzi no: pensiamo a quello che abbiamo visto nell’ultimo, complicatissimo, mese di dicembre e prepariamoci a un mercato che dovrà essere di alto livello. Niente scuse stavolta, se il club vorrà restare in alto. 

Sul campo dopo lo choc di Bove è cominciato un altro film, su 6 partite la Fiorentina ne ha perse 3 cercando di convincersi che fosse tutto come prima, giocando con lo stesso modulo e adattando calciatori fuori ruolo (primo fra tutti Beltran, ma anche Colpani ha dovuto dedicarsi principalmente alla fase difensiva). Adli e Cataldi si sono trovati spesso in inferiorità numerica e in generale la copertura ha perso le distanze che permettevano alla squadra di gestire il recupero palla con un cinismo da manuale calcistico, con ripartenze verticali vincenti. Poi, se il portiere para tutto e il centravanti segna sempre, è un gran bel vivere. Ma purtroppo certi equilibri magici si possono guastare se manca una rotella fondamentale dell’ingranaggio (Bove) e la squadra viene investita da una tempesta sentimentale che la sovrasta facendole perdere serenità.

Bisognerebbe a quel punto avere la capacità e il coraggio di cambiare qualcosa, senza però adattare giocatori a riempire ruoli che non sono i loro nel tentativo di replicare un originale che non c’è più. E invece, anche ieri sera abbiamo rivisto un 4-2-3-1 che è rimasto lo stesso anche dopo i cambi, mentre l’Udinese aveva capito che fare mucchio e ripartire sarebbe stato sufficiente per non correre troppi pericoli. La Fiorentina stava improvvisando un assedio senza aumentare la forza in attacco. Ora, non è che il centrocampo a 3 possa essere la soluzione temporanea a tutti i problemi, ma certamente è un peccato annotare il solito superuso di Adli (sempre meno verticalizzazioni, perché deve fare due mestieri) e la stanchezza progressiva di Cataldi. Da chi dovrebbero essere aiutati per restare lucidi, da Sottil travestito da Bove nelle diagonali difensive? Oppure da Beltran, al quale mancano la capacità di saltare l’uomo lungo la linea e l’intelligenza tattica per saldare le distanze laddove partono le imbucate?

La verità poi è che, a proposito di cambi, le sostituzioni quando sono ‘scolastiche’ aggiungono davvero poco, anzi come ieri sera abbassano la qualità: Mandragora per Adli, Ikoné per Colpani, Kouame per Sottil, Parisi per Gosens. Aggiungiamoci anche Gudmundsson (sotto tono) per Beltran e il quadro è completo, almeno in termini tattici di assetto. Aggiungiamo che Kayode certamente non è Dodò, così completiamo un chiaro abbastanza chiaro per chi vuol capire. La Fiorentina non ha saputo cambiare faccia contro l’Udinese, che al contrario sapeva esattamente che cosa fare per non subire troppi danni.

In questo Palladino dovrà migliorare, ha già superato un esame di maturità facendo fuori il capitano (dopo 7 giornate) da una improbabilissima difesa a 3, poi ha creato un assetto che ha permesso alla Fiorentina di giocare buonissime partite, alcune spettacolari (Roma, Lecce) e altre da squadra vera (Genoa, Torino, Como), ma è arrivato il momento di un ulteriore salto di fantasia in attesa di un mercato che dovrà dimostrare la voglia di crescere da parte del club.

Sappiamo tutti cosa serve. Nell’ordine: un sostituto multitasking di Bove, un esterno di attacco che sulla destra sia meglio di Colpani e soprattutto di Ikoné. Possibilmente anche un vice Kean. Il valore di questi tre ‘rinforzi’ ci dirà dove vuole arrivare la Fiorentina, che in questo momento ha assoluto bisogno di avere energie fresche per aumentare la propria qualità diffusa e i cambi da fare in corsa, perché ormai si gioca in 16 e non in 11. Niente braccino, qui si misura davvero la voglia di fare sul serio.

Riflessione finale sugli errori individuali, che nelle ultime partite cominciano a essere un po’ troppi. Questo succede quando la Fiorentina non ragiona da squadra compatta. Succede anche per eccesso di sicurezza, lo ‘scavetto’ di Ranieri in area è stato un pessimo modo per consegnare la palla agli avversari, e se poi arriva il gol del pareggio i problemi del flop personale triplicano. Comuzzo (anche lui in difficoltà contro Lucca) e Ranieri sono cresciuti tantissimo anche perché hanno beneficiato della grandissima sicurezza di avere De Gea alle loro spalle. Ci sarebbe però bisogno di un turno di riposo anche per loro, visto che hanno giocato sempre (spesso anche in Conference, a turno). Ci si chiede allora che cos’abbia Pongracic, che è praticamente scomparso dai radar dopo un inizio tutt’altro che esaltante nella difesa a tre. Quando la linea è passata a 4, si è infortunato e anche dopo il rientro in gruppo ha collezionato solo presenze in panchina, con pochissimi minuti come riserva. Mistero. Fare un po’ di chiarezza su un difensore pagato 16 milioni potrebbe aiutare tutti, anche Pongracic che sicuramente non la sta vivendo benissimo, mentre Quarta ha dato ulteriori segnali di inaffidabilità, Moreno è ancora acerbo e Valentini arriverà fra pochi giorni dopo un lunghissimo periodo di inattività. Riflettere bene, per favore, in modo da non trovare scuse alla fine di gennaio.