SIMEONE STANCO E SENZA ALTERNATIVE. PJACA, GERSON E UN MERCATO SBAGLIATO. PIOLI IN DIFFICOLTÀ. SOLO CHIESA OK, MA NON VOGLIONO RINNOVARE. STADIO, I DELLA VALLE PROVANO A STRAVINCERE
"Colpa del vento", le parole a fine partita di Andrea Della Valle e Stefano Pioli sono state più deprimenti dell’inatteso pareggio casalingo. Domandina della sera: ma il vento per il Cagliari non c’era? Non domandatelo ai trombettieri e a quelli del club della bistecca, per loro, contro i Viola e solo contro i Viola soffiava la bora… E te pareva, ci avrei scommesso.
In realtà, vento o non vento, quelli che amano il calcio e la Fiorentina si chiedono: cosa sta succedendo?
Il pareggio con il Cagliari non può essere derubricato a incidente di percorso. Chi ha buona memoria non può non ricordare che questa è la terza partita consecutiva giocata sottotono. L’Atalanta avrebbe meritato il pareggio, poi Chiesa ha conquistato quel famoso rigore e vennero i tre punti. Con la Lazio a pezzi dopo il Derby e l’Europa League, la Fiorentina ha perso. E domenica il Cagliari ha pareggiato giocando a tratti un calcio migliore.
Già, cosa sta succedendo?
Una cosa molto semplice, di calcio. Questa squadra imperfetta, preparandosi per i preliminari di Europa League che purtroppo poi non sono arrivati, ha iniziato il lavoro estivo molto prima, è andata in forma presto e all’inizio del campionato era atleticamente più avanti di molte altre squadre. Per questo la Fiorentina ha fatto un figurone, correva parecchio, pressava, usciva alla distanza. Ora la sensazione è che le scorte di energia siano finite e mentre le altre stanno crescendo, i viola abbiano perso intensità e quindi efficacia.
Questa, lo abbiamo detto mille volte, è una buona squadra costruita grazie a un grande gruppo di bravi ragazzi, ha qualche ottimo giocatore, altri meno, ma è una squadra imperfetta. Il suo percorso positivo che spesso abbiamo applaudito, è figlio del lavoro di Pioli, del sudore, dell’abnegazione, della volontà e anche, perché no, del dramma di Astori. Quando le cose vanno bene questo atteggiamento positivo diventa un valore aggiunto, quando cala la forza fisica e mentale i limiti tecnici e di gioco sono evidenti e anche un Cagliari nato per non retrocedere, ti mette in difficoltà.
Per carità, siamo ancora molto intrigati dal tridente Chiesa-Simeone-Pjaca. Abbiamo sperato che Pjaca tornasse quello dell’Europeo del 2016, quella poteva essere la svolta in grado di eccitare la piazza e mascherare gli errori fatti sul mercato. Pjaca purtroppo stenta, ma non resta che aspettarlo. Corvino ha costruito la squadra su di lui, doveva essere lui (un giocatore della Juve) il plusvalore (non la plusvalenza), ma lo stiamo ancora aspettando e questo è un vero, grande problema.
Ci consoliamo con Chiesa, sempre più dentro il suo percorso da Grande. E invece ci arrabbiamo un po’ per Simeone. Non con lui, ci mancherebbe, ma con chi per il secondo anno consecutivo non gli ha messo dietro un altro attaccante in grado di dargli il cambio, di farlo respirare e farlo crescere. E questo è un altro marchiano errore di programmazione tecnica. Simeone è chiaramente in difficoltà. Non è lucido, è appesantito. Oltre alla Fiorentina lo stanno spremendo anche le convocazioni dell’Argentina e un giocatore che fa della forza fisica la sua arma migliore se è stanco paga ancora di più. Che fare?
Purtroppo Pioli non ha alternative. Perfino Maran si è permesso di fare a meno di Pavoletti stanco per essere arrivato a Firenze solo in mattinata, che non aveva chiuso occhio per la paternità. Maran tanto ha il talentino Cerri, Pioli chi ha? Vlahovic, un ragazzo del Duemila. Ma non è solo questo. Milenkovic è bravissimo, diventerà una grande plusvalenza, ma è un centrale. A destra si adatta a volte bene, altre meno, ma comunque se da quella parte la Fiorentina chiude, non spinge mai. Secondo voi, sarebbe servito un terzino destro di spinta per dare, all’occorrenza, una alternativa a Pioli? Ieri sarebbe servito parecchio, magari per spostare Milenkovic in mezzo viste le difficoltà di Hugo. E non voglio tornare sul regista. Nelle ultime ore di un altro mercato da squadra da mezza classifica, con pochi soldi in tasca, è arrivato il semi sconosciuto Norgaard. Dunque ci si era resi conto del problema, ma perso Badelj non c’è stato verso di prendere un giocatore vero, neppure di farsi prestare Locatelli dal Milan. E’ andato al Sassuolo. Così il migliore, Veretout, è costretto a fare un mestiere che non è il suo. Non sfigura, ma intanto Pioli sempre più spesso gioca a due a centrocampo per non fargli fare solo il perno basso. Non ha i tempi di gioco e si trova troppo lontano dalla porta. Ma Corvino sta perdendo anche l’altra scommessa, Gerson. E’ della Roma, Pioli sta facendo un favore ai giallorossi, ma il brasiliano non riesce proprio a incidere. Morale: i migliori sono quelli dell’anno scorso. Il mercato di questa estate non ha portato (per ora) praticamente niente. E non possiamo neppure farci impressionare da due dribbling di Mirallas visti qua e là, quelli li sa fare da dieci anni. Il problema è essere funzionali a una squadra e al gioco.
E se è vero che almeno la panchina è migliore rispetto alla tristezza dell’anno scorso, quest’anno qualche alternativa c’è, anche Pioli sta calando assieme alla squadra. Contro la Lazio ha fatto cambi conservativi. Ieri più o meno lo stesso. Toglie un centrocampista e ne mette un altro. Toglie un attaccante o un esterno e mette la sua controfigura. Una partita la proviamo a cambiare con un guizzo? Un’idea? Simeone stava giocando male d’accordo, ma il problema lo risolvi mettendo dentro per otto minuti un acerbissimo Vlahovic? Anche no.
Insomma, tanti campanelli d’allarme che non devono sorprendere. Ma non ricordate le tribolazioni estive? Corvino ha fatto il mercato con pochi soldi perché i Fratellini a Pallini non vogliono spendere, ma comunque ha speso dieci milioni per la Primavera. Si può? Poi troppi prestiti (oltre a Pjaca e Gerson, anche Edimilson e Mirallas non sono della Fiorentina), le solite scommesse.
Il problema è che i trombettieri hanno cercato di vendere fumo per coprire il tutto. Andatevi a rileggere quelli che parlavano di Champions League, qualcuno è arrivato a dire che la Fiorentina può puntare al secondo posto. Poi qualcuno ci crede e il ritorno alla realtà fa più male.
Per me questa è una squadra giovane e simpatica che va sostenuta e incoraggiata, che può far divertire in certe gare, ma ha dei limiti che a volte maschera altre no, potrà lottare al massimo e con difficoltà per il settimo posto. Non illudete nessuno. Non credete ai venditori di fumo. Gli stessi che poi, ieri, già facevano suonare le campane a martello.
Per fortuna c’è Chiesa che continua a essere protagonista. Se va avanti così è a lui che la Fiorentina si deve aggrappare sempre di più. Ormai siamo quali al "palla a Chiesa" e che Dio ce la mandi buona. E invece mi risulta che, almeno per ora, in società non abbiamo intenzione di rinnovargli il contratto. Ma spero si ravvedano al più presto, Chiesa va accompagnato e accontentato, proprio nell’interesse della società. Pjaca lo aspettiamo, ma se dovesse riesplodere (ci speriamo ancora) tanto se lo riprenderà la Juventus.
Sabato c’è il Toro, poi la Roma. Momento delicatissimo, ci sono otto squadre in due punti, non si può più sbagliare.
Delicatissima anche la questione stadio. Ora i Della Valle giocano sulle interpretazioni dei comunicati. Dicono che la data per la presentazione del progetto esecutivo non è il 31 dicembre come si è sempre saputo e come il sindaco ha sempre detto, ma sei mesi dalla data dell’approvazione della variante. Quindi in primavera. La sensazione è che i Della Valle faranno il progetto soltanto quando avranno la certezza matematica al mille per mille che tutte le pratiche saranno state approvate, che la Mercafir si sposta, che la pista dell’aeroporto verrà modificata. Rischio d’impresa? Praticamente zero. Una situazione non simpatica e se è vero che un progetto esecutivo costa circa dieci milioni, è altrettanto vero che il terreno è stato regalato dal comune. Un Comune che sta facendo di tutto per favorire la costruzione dello stadio. I Della Valle temono che Nardella possa non essere rieletto, che il Pd perda e una nuova maggioranza dica no allo stadio? Ci sta tutto nella vita, ma tenere Firenze in mezzo a questo stucchevole balletto di date e comunicati, anche no.