SINISA, E' FINITA. ARRIVA ROSSI
L'era di Mihajlovic è finita. Si è consumata in un pomeriggio di pioggia e di resa incondizionata di fronte a un Chievo impaurito come un coniglio bagnato. La Fiorentina ha deciso di cambiare guida tecnica: tra poche ore lo renderà noto. Al posto di Mihajlovic arriverà Delio Rossi. Lo scenario è questo al 95 per cento. Il restante 5 appartiene alla sfera imprevedibile del calcio. Sinisa paga colpe sue e non. E' stato anche sfortunato, ma questo fa parte del gioco. Lui stesso, con grande onestà, lo ha sempre ricordato. Quando scegli il suo mestiere, metti in preventivo anche l'esonero. E i tifosi della Fiesole, quelli più caldi, che lo hanno aspettato per 'invitarlo' ad andarsene e che lo contestano da tanto, gli hanno riconosciuto di essere un uomo e di averci messo sempre la faccia.
L'allontanamento di un allenatore è sempre traumatico - nel caso della Fiorentina ancor di più perché nella proprietà e nel diesse non risiede la cultura dell'esonero -, equivale all'ammissione di un fallimento tecnico. Infatti è così: si sceglie un allenatore, con lui si condividono progetti, indirizzi, obiettivi, mercato. Poi a metà novembre ci si accorge che è finito tutto. Significa che è stato commesso un errore, grande, nella pianificazione. Prima o poi, più spesso e meno, capita a tutti nel calcio. Non è un delitto, però lo sbaglio resta.
Oggi, sarebbe semplice dire che, dopo il tifo dell'ambiente fatto a giugno per Moratti nella speranza che portasse Mihajlovic all'Inter, la soluzione migliore fosse quella di una via d'uscita bilaterale, serena, per chiudere lì la questione, lasciandosi senza rancore e con tanta stima. La società avrebbe dovuto possedere una lungimiranza politica per capire che una stagione non avrebbe potuto iniziare con quei presupposti. Non dimenticando, poi, che quella appena conclusa era stata all'insegna della mediocrità, seppur con qualche attenuante.
Errori, dunque, dai quali ripartire pensando ad un traguardo assolutamente da raggiungere: il ritorno in Europa. Se Delio Rossi sarà davvero il nuovo allenatore, dovrà aver chiara nella testa questa meta. E' un tecnico che lavora tanto sul campo, lo definiscono un insegnante di pallone. A lui servirà tempo per modellare la squadra sui propri disegni tattici. Ma la Fiorentina non ha mesi da regalare: un anno ancora fuori dall'Europa sarebbe un altro fallimento. Però Rossi avrà dalla sua l'entusiasmo della piazza: la gente lo invoca da mesi. Non è poco.
Poi toccherà ai giocatori. Loro vanno in campo e loro stanno mancando sul piano delle prestazioni. Ci dobbiamo mettere d'accordo una volta per tutte su un punto: questa è o non è una buona rosa? C'è chi sostiene che sia sopravvalutata e c'è chi, invece, continua a ritenerla competitiva, in grado di lottare almeno per il quinto-sesto posto. La risposta sarà nei fatti: di sicuro i viola dovranno dare molto di più di quanto abbiano dato fino ad oggi: più grinta, gambe, cattiveria agonistica, gioco, concentrazione. Anche perché con il licenziamento di Mihajlovic cadranno gli ultimi alibi.
Non è un bel periodo per la Fiorentina, ma può e deve migliorare. Spetterà alla società vigilare affinché la rotta di navigazione torni ad essere corretta. Proprietà e dirigenza sono chiamate ad una fuga in avanti. Anche loro, come i calciatori, possono fare tanto di più.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana