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SQUADRA STRAORDINARIA. PER LE BATTAGLIE DI PRINCIPIO ROCCO COMPRATI UN GIORNALE

di Stefano Prizio

Un girone d’andata straordinario, nel senso etimologico: che esula, sorpassa, l’ordinario, il prevedibile,  eccezionale, imprevisto, già perché ad inizio stagione erano in molti a preconizzare che, con la stessa squadra e cambiando solo Iachini con Italiano, la Fiorentina avrebbe fatto lo stesso solo una mediocre corsa per la salvezza.

Il campo, per questa prima parte di stagione ha raccontato un’altra storia: quella di una squadra che è gruppo equilibrato e coeso, orgoglioso, capace di vincere 10 volte, soprattutto grazie ai gol di un fuoriclasse che non è meno fuoriclasse, solo perché è ancora giovane, ma anche all’organizzazione di gioco di un tecnico, arrivato quasi per caso a Firenze. Dieci vittorie quindi, e qualche sconfitta di troppo, ben 7, poi si diceva che la squadra non pareggiava ed ecco due patte nelle ultime due del girone.

La salvezza è lì ad appena 8 punti e l’Europa è un obiettivo molto credibile. Ora tocca alla società, ha detto più di qualcuno e infatti il club si è già mosso e si sta muovendo in queste ore per fornire ad Italiano una rosa più completa, anche nei ruoli lasciati scoperti nel mercato estivo.
Sembrano lontani i tempi in cui alla Fiorentina del Trap in corsa per il titolo, nel 1999, , venne regalato Ficini, da un Cecchi Gori che sprofondava già nel baratro della disfatta finanziaria.

Così come sembrano lontani i tempi già di Della Valle, 2010, in cui l’aiutino invernale fu il raggelante Keirrison e ancora quelli dell’anno in cui Sousa riportò la Viola in cima alla classifica ( 2015), quando in inverno, tra gli altri, la società ebbe il coraggio a di far sbarcare a Firenze i ‘dadaisti’ Tino Costa, Kone e Benalouane.

Ma detto della squadra, merita una nota l’ennesima uscita, un tantino urlata di Rocco Commisso, in polemica con gli usi e costumi del calcio italiano. Orbene, puntualizzare sui conti del pallone è cosa giusta nel merito, ci mancherebbe, ma il rischio è inimicarsi tutti che poi arriva un Doveri qualunque, come col Verona, e non vede un rigore solare e ti danneggia sul campo (diciamo che senza il rosso severo a Biraghi col Sassuolo ed il rigore non visto su Vlahovic col Verona, la Fiorentina avrebbe fatto più di 2 punti nelle ultime due gare del girone di andata).

Non sarebbe né la prima né l’ultima volta che accade nel calcio italiano, a Firenze tra le ultime esperienze di ‘reazione’ del palazzo  ricordiamo i famigerati ‘cattivi pensieri’ di un galantuomo come Dino Zoff che non a caso dopo la Fiorentina uscì dal calcio. Perché poi, come diceva già Giovanni Giolitti si sa: ’i regolamenti con gli amici si interpretano, coi nemici si applicano’.

Perciò a Rocco Commisso diciamo che se ha davvero voglia di combattere il sistema arcaico e cronicamente malato del calcio italiano, se ha voglia di denunziare pubblicamente l’iniquità delle regole o il fatto che in Italia tutte le società sono eguali, ma alcune società sono più eguali delle altre, meglio sarebbe se, come han sempre fatto le grandi famiglie imprenditoriali italiane, dagli Agnelli a Berlusconi, per farsi difendere ed esaltare innanzi al popolo bue. Meglio sarebbe, dicevamo, che si comprasse un medium di informazione, un giornale, una tv, perché se si aspetta che le testate giornalistiche esistenti battano sul punto Giustizia, faremo in tempo tutti a diventar vecchi, l’informazione, nel pallone e altrove, è una guerra per bande, Commisso a voler fare il cavaliere solitario dell’onore, rischia di perderci i soldi ed il sonno. Viceversa avrebbe le risorse e aggiungiamo gli attributi, per rilevare una testata ( con pochi euro data la crisi dell’editoria) e farne un  libero luogo per una grande battaglia culturale di onestà e giustizia nel calcio.