.

TAGLIOLINI AL TARTUFO E UN MERCATO GRATTA E VINCI

di Stefano Prizio

Iniziamo dalle cose buone: Kokorin è arrivato e fa già simpatia, si presenta in italiano, ridimensiona l’immagine da cattivo ragazzo e ciò dimostra intelligenza nella comunicazione da parte sua e del club.

Anche l’entusiasmo di Rocco Commisso non sembra essersi congelato, malgrado i troppi bastoni tra le ruote del suo progetto fiorentino. Il proprietario è a Firenze, col solito sorriso, il timore di un suo disamoramento c’era e forse c’è ancora, ma col tempo e col lavoro le cose si aggiustano, Prandelli è stata una scelta felice, lo spauracchio retrocessione è più lontano, ma occhio perché si potrà festeggiare solo a salvezza matematicamente raggiunta.

Il mercato invece non può entusiasmare, mutuando l’antica metafora corviniana della lana e della seta, pensiamo ai menù dei ristoranti anni ’80, coi loro tagliolini al tartufo, dove i tagliolini c’erano e il tartufo un po’ meno. Come a dire più che tagliolini al tartufo, al profumo di tartufo e talvolta manco quello e quindi al ricordo di tartufo, all’illusione di tartufo. Un po’ come questo mercato di gennaio, che la società ha dichiarato chiuso, dove il tartufo, nel senso del colpo grosso, il titolare e pronto subito, non s’è visto.

Intendiamoci, nessuno sostiene fosse facile, nell’anno orribile del Covid, quello del dissesto economico globale che nel calcio si sente ancora di più, pretendere operazioni faraoniche adesso, sarebbe folle e infatti nessuno, neppure i club più importanti, ne fa.

Ma tornando ai tempi di Corvino, al netto degli errori, si aveva la certezza che nella Fiorentina governasse un’idea forte, un pensiero che diventava personalità, anche nelle operazioni di mercato, l’ex Ds investiva soprattutto sui giovani, salvo alcune felici eccezioni. Adesso invece sembra mancare proprio un’idea forte, un perno attorno al quale far girare il progetto tecnico sportivo, non a caso ad oggi, gennaio 2021, non si hanno certezze su chi saranno da giugno in poi, il direttore sportivo e l’allenatore, insomma la conduzione tecnica del club, cioè la sua anima.

Nel mercato poi, pare quasi che si vada in giro cercando di pescare il jolly, come un giocatore tra i tavoli di Las Vegas, proprio l’operazione Kokorin ne è un esempio, il giovanotto, carattere a parte (che poi nella vita si cambia e la galera è un’esperienza spartiacque) anche tecnicamente è per lo meno un’incognita, quasi un ‘gratta e vinci’, infatti non si sa quando sarà pronto né quante reti potenziali potrà fare, non si può essere certi della sua tenuta psicologica e non si sa dove inserirlo nell’undici viola, Prandelli ha già detto che ci vorrà tempo per integrarlo.

Felici di essere smentiti da una presta esplosione del russo sul campo (per il quale confessiamo subito anche una particolare simpatia a pelle), nessuno potrà negare che egli non sia quel calciatore ‘pronto subito’ che in molti agognavano e chiedevano a gran voce dal mercato di gennaio.