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TAMPONARE LA CRISI E RISCOPRIRE SE STESSI: COME IN QUEL MITICO FILM CON AL PACINO, OGGI E’ UNA DOMENICA FONDAMENTALE. PER LA FIORENTINA E PER CHIESA, IL CAMPIONCINO RITROVATO.

di Redazione FV

«Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi». Rocco Commisso non si è mai detto grande appassionato di sport americani, ma di sicuro avrà sentito parlare di Vince Lombardi, il mitico coach di football americano entrato nella storia come il più grande allenatore della storia dell’Nfl e che ispirò Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. “Vincere non è tutto, ma la volontà di vittoria sì”, diceva ancora Lombardi. 

Rialzarsi, ritrovare se stessa, le motivazioni e la fiducia: la Fiorentina oggi a Torino è chiamata a fare tutto questo. Dopo tre sconfitte di fila lo chiede il presidente e lo pretende la gente viola, delusa e turbata per questo improvvisa inesistenza di una squadra che fino a poco più di un mese fa era riuscita a mettere sotto grandi avversari. Si è parlato di tante cose in queste settimane. Di un allenatore in crisi d’identità, del mercato sbagliato, della scarsa voglia del giocatore simbolo, delle assenze forzate di gente come Pezzella e Ribery. Il vero difetto però è stato mentale, perché la giovane Fiorentina ha sbattuto contro i suoi limiti (la scarsa attitudine a far gol, i pochi ricambi e una certa fragilità psicologica di un gruppo non ancora abituato a convivere con la pressione) e ha finito per annodarsi su se stessa. Commisso allora ha scelto di usare più carota che bastone. Con Montella, con la squadra e soprattutto con Chiesa, l’amico da ritrovare per uscire dalla crisi tutti insieme. 

Oggi Fede torna finalmente in campo e dopo i due faccia a faccia tra babbo Enrico e la Fiorentina, che in un modo o in altro segnano una nuova fase dei Chiesa a Firenze. Sul nuovo contratto, lo abbiamo già detto, c’è poco da essere ottimisti. Il futuro del gioiello cresciuto qui è altrove, anche se Commisso “vorrebbe tenerlo a vita”, come ha detto anche oggi. Ora però conta il campo, le partite, conta ritrovare il campioncino che scarta tutti e vola sulla fascia. Lo spera la Fiorentina, ma ne ha bisogno anche lui, Fede, che in poche settimane di musi lunghi e dolorini, ha perso il posto da titolare in Nazionale e la fiducia di una gran parte di tifosi. Come sempre però, settimana dopo settimana, il calcio scrive pagine diverse tra loro, a volte anche opposte: c’è spazio insomma per continuare insieme con obiettivi comuni, con la voglia di rincominciare e tornare protagonisti insieme, almeno fino a giugno. La storia riparte da Torino, dove Chiesa l’anno scorso trascinò la Fiorentina ai quarti di coppa Italia: non sarà al meglio, ma già averlo in campo potrebbe diventare importantissimo. A proposito di storie strane del calcio, riecco anche Marco Benassi, l’ex capitano del Toro che proprio in questi giorni ha ritrovato una considerazione che pareva perduta. I due gol al Cittadella gli sono bastati per dire “ehi, ci sono anch’io”. Benassi è un giocatore atipico, ha il gol facile, ma anche una certa facilità a estraniarsi dalla partita. Alle panchine però ha risposto con lo spirito giusto e anche per questo merita una maglia da titolare. Montella se la giocherà con un modulo nuovo, un centrocampo più folto con Castrovilli trequartista e una cerniera di tre mezze ali messe lì per soffocare il gioco dei trequartisti di Mazzarri. Il Toro tra l’altro non avrà Belotti, il capitano, il bomber trascinatore, il Golden boy da cento milioni che ha dovuto dire no alle sirene di mezzo mondo, ma che ha reagito diventando il simbolo del cuore Toro. Chi ha orecchi per intendere, intenda. Oggi è una domenica fondamentale, c’è da tamponare l’emorragia e uscire dalla crisi. Il trittico alle porte (Toro, Inter, Roma) fa paura, ma la Fiorentina ha già sbagliato abbastanza e ora deve solo reagire. Proprio come Chiesa.