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TERRACCIANO, PARATE VERE. VIOLA, UN GRANDE CARATTERE MA I PAREGGI SONO 13 SU 27 PARTITE. EUROPA OK SOLO CON UNO SPRINT. PIOLI AMARO VERSO L’ADDIO

di Mario Tenerani

La Fiorentina non vince in casa dal 16 dicembre (3-1 nel derby) e continua a pareggiare: in tutto i pari sono 13 (nessuno in serie A come i viola) su un totale di 27 partite, uno ogni 2 gare, media non da Europa. Mancano 11 turni alla fine e 33 punti in palio, con 7 lunghezze di distanza dal settimo posto (Atalanta): se non è la fine del sogno europeo, via campionato, poco ci manca. 

Pioli ribatte giustamente che sono cominciati i 2 mesi decisivi per provare a “migliorare il piazzamento dell’anno scorso”, frase che mette in luce l’onestà intellettuale del tecnico. Lui non si nasconde ora che l’impresa sembra quasi impossibile, anzi ribadisce quello che avevano sostenuto a inizio stagione molti dirigenti viola, compreso il presidente Andrea Della Valle. Pioli ci vuole provare insieme ai suo giocatori: è una Fiorentina incompiuta, con 7-8 squadre che le sono superiori, però a questi uomini non si può non riconoscere un grande cuore e un grande carattere. Anche la tragedia di Davide ha contribuito a fortificare nell’animo un gruppo già coeso. I viola si battono, non pensano mai che sia finita, ma lo fanno coi loro limiti strutturali. In questa fase della stagione i valori emergono netti: la Lazio ha fatto quello che ha voluto fino al 16’ della ripresa, cioè al gol di Muriel, poi ha rischiato di perdere. Sono incompiuti, seppur per obiettivi diversi, pure i biancocelesti: puniti dalla loro presunzione, pensavano dopo un gol e altre 4 chance belle, di aver chiuso la partita e invece hanno sbagliato i calcoli. Però per un tempo e mezzo la cifra tecnica e fisica della Lazio è stata nitida: si parla di una squadra con ambizioni Champions - due interni di metà campo come Luis Alberto e Milinkovic - e con un monte ingaggi doppio rispetto alla Fiorentina. Questi sono i parametri. I tifosi vogliono bene ai viola perché capiscono che la squadra vale il centro classifica, ma i giocatori però si spendono fino all’ultima goccia di benzina. Le vere riflessioni, semmai, andranno fatte se malauguratamente la Fiorentina resterà senza Europa per il terzo anno consecutivo. Se un club nutre ambizioni non può stare senza coppe, purtroppo la divisione netta oggi nel calcio è tra chi viaggia e chi resta a casa. Ma queste considerazioni la società dovrà farle a luglio quando sceglierà quale indirizzo dare al proprio mercato. Sicuramente serve uno sforzo sul piano della qualità. 

Una lode va spesa per l’esordiente in viola Teracciano, autore di 4 parate belle, di cui una bellissima sulla conclusione di Immobile, finita grazie al portiere sul palo.  Ha giocato con sicurezza e l’ha trasferita a ai compagni. Note di merito anche per Simeone, in stato di grazia, e Mirallas, una freccia che ha rivitalizzato la Fiorentina dopo l’infortunio di Chiesa. Sono due giocatori che possono fare molto comodo nello sprint di fine stagione. 

Torniamo al futuro: le parole di Pioli in sala stampa hanno squarciato l’ambiente. L’allenatore quando ha detto di “aver già deciso cosa farà tra due mesi” e che “non sarà l’opzione o meno a decidere se resterà a Firenze”, ha lasciato intravedere la possibilità di un addio amaro. La sensazione è che Pioli, pur avendo ottimi rapporti con la proprietà, abbia capito che in società non tutti sono convinti del suo rinnovo. L’opzione è a favore del club, ma ormai da mesi nessuno ne parla più. Un silenzio che non fa pensare a niente di buono. E pensare che fino a poco tempo fa Pioli non celava il desiderio di restare molti anni a Firenze, città che ama e nella quale ha trascorso un lungo periodo pure da giocatore

Evidentemente il tempo è cambiato, Pioli si sente scaricato. Stefano, però, è un professionista autentico e fino al 26 maggio, insieme ai suoi ragazzi, spingerà sul gas per raggiungere il traguardo sognato. Il 24 aprile c’è in ballo una finale di Coppa Italia nel ritorno con l’Atalanta. Anche quel traguardo vale tanto, anzi tutto. Chiusura con due in bocca al lupo: uno a Chiesa perché possa recuperare in pochi giorni e l’altro per Pjaca. Il croato è stato davvero mirato dalla sfortuna. Stagione da dimenticare, ma speriamo che il domani sia molto più bello anche se lontano da Firenze.