TRE PARTITE DI FILA AL FRANCHI: SCOPRIAMO LA NUOVA FIORENTINA. CON TERIM SARÀ UN TUFFO NEL PASSATO, MA LA CURIOSITÀ È TUTTA NELLE SCELTE DI MONTELLA. PROSSIMA SETTIMANA PRADE’ ANNUNCIA UN ALTRO ACQUISTO, THEREAU & C. PERÒ SONO UN FARDELLO
Tre partite al Franchi nel giro di due settimane, è l’occasione giusta per conoscere la nuova Fiorentina. Stasera c’è il Gala dell’Imperatore, domenica la coppa (contro Benevento o Monza, lo sapremo oggi), infine, sabato 24, il grande debutto di campionato con il Napoli di Ancelotti: non male per essere agosto. Pradè ha promesso altri colpi, la prossima settimana ne annuncerà un altro, probabilmente in attacco, ma nel frattempo Montella potrà provare il suo centrocampo nuovo di zecca con Badelj organizzatore e Pulgar uomo tattico, perfetto per dare equilibrio a una squadra che nell’idea dell’Aeroplanino dovrà essere molto offensiva. Il cileno è un acquisto che non riempie gli occhi, nelle corde non ha le doti di palleggio dei centrocampisti della vecchia Fiorentina Olé di Montella e neppure del norvegese Berge, ma allo stesso tempo garantisce solidità e senso della posizione, insieme a una buona dose di personalità e potenza: alle cifre che è stato pagato, può considerarsi un ottimo affare, soprattutto perché Pradè, coi soldi di Veretout, ha di fatto ricostruito il centrocampo.
Ora ovviamente si aspettano gli attaccanti: Vlahovic è un gioiellino, ma alla Fiorentina manca l’uomo gol che faccia dimenticare gli stenti dello scorso anno. Prima di prenderlo però serve piazzare Simeone, e qui sta l’inghippo. Il Cholito ha avuto richieste da club di medio-basso profilo e solo in prestito. La Fiorentina vorrebbe monetizzare, mentre lui nicchia: che succederà? Il giro di attaccanti che si sta scatenando in tutta Italia potrebbe creare occasioni, l’importante è che lui stesso si convinca che cambiare aria non potrebbe che fargli bene. Montella più chiaro di così non poteva essere: nelle amichevoli o ha giocato Vlahovic, o Boateng centravanti atipico, mentre il Cholito è entrato solo per far l’attaccante esterno. Un ruolo dove oggettivamente sembra un pesce fuor d’acqua.
Nel frattempo godiamoci l’abbraccio a Terim, uno che pur essendo rimasto pochissimo a Firenze, ha lasciato tracce indelebili a suon di bel gioco, gol a raffica (anche presi a dire la verità) e corse sotto la curva. Indimenticabile il suo applauso alla Fiesole sotto il diluvio dopo la rimonta contro la Reggina, e ovviamente il mitico 4-0 al Milan e la cavalcata in coppa Italia. Se ne andò per colpa di Cecchi Gori e stasera, a distanza di quasi 20 anni, giocherà per la prima volta da avversario. Siamo alle soglie di Ferragosto e lo stadio non potrà essere pieno (finora sono stati venduti poco meno di 6mila biglietti), ma saranno comunque emozioni. Prima di tutto per lui, ma anche per chi, quella Fiorentina un po’ folle ma tremendamente bella, se l’è goduta dal vivo. Il Gala tra l’altro è squadra vera e per Montella sarà un gran bel test. La curiosità allora sta tutta nelle scelte che farà l’Aeroplanino. Possibile che parta col 4-3-3 e che Pulgar inizi dalla panchina. Poi però Badelj e il cileno giocheranno insieme e l’assetto della squadra potrebbe cambiare: Pulgar mezzala infatti si fa fatica a immaginarselo, più facile pensare a una coppia di registi in mezzo, in un 4-2-3-1 o nel 3-4-1-2 visto a Montecatini. Le soluzioni sono tante e un’amichevole con un avversario da Champions, non può che diventare una specie di prova del 9 in vista delle partite che contano per davvero.
Tornando al mercato, De Paul resta il nome più ambito, mentre il brasiliano Pedro costa troppo ed è già stato depennato. Il vero guaio, come già detto e ridetto, sono le cessioni. Eysseric, Dabo, Cristoforo e Thereau (ma c’è pure Salifu) non hanno mercato. Per loro non sono arrivate richieste: si arriverà all’inizio di settembre con il rischio di doverseli tenere a libro paga. Non esattamente quello che avrebbe voluto Commisso, ma così va il mercato. A proposito di Rocco, l’idea di sponsorizzare la Fiorentina con la Mediacom è un segnale per il futuro: il calabrese di New York fa sul serio, vuole aumentare il fatturato viola e si è messo in testa di far sbarcare il marchio viola oltreoceano, senza dimenticare la voglia di investire a Firenze, su stadio e centro sportivo. Tutto e subito non si poteva fare, ma se il buongiorno si vede dal mattino, la Fiorentina può davvero sperare di tornare a essere una delle più belle realtà del calcio italiano.