.

TRE PASSI PER L’EUROPA, ROMA GASATA MA FORSE ANCHE STANCA. ITALIANO ASPETTA RISPOSTE E GOL. SARÀ UN FRANCHI ANCORA BOLLENTE. DAL 22 COMINCIA L’OPERAZIONE FUTURO

di Mario Tenerani

Partiamo dalla cronaca: a 270 minuti dalla fine del campionato la Fiorentina è dentro il recinto europeo. Inutile ripeterlo: è già un’impresa. Pochi avrebbero scommesso nell’agosto scorso, quando la nascente Fiorentina di Italiano perse immeritatamente la prima di campionato contro Mourinho, che i viola si sarebbero ritrovati il 9 maggio in quella posizione di classifica. Non cambierà il nostro giudizio in base alla qualificazione o meno ad una competizione continentale.

Gli elementi sono già sufficienti per assegnare un voto alto a Italiano e ai suo uomini, capaci anche di superare la perdita di un bomber come Vlahovic. Mica un dettaglio. Era il capocannoniere del campionato. Certo, loro per primi, oltre a tutta Firenze, sperano di arrivare in Europa League o Conference. Basterebbe anche la seconda, alla faccia degli snob da sagra paesana. Quelli che preferiscono l’amichevole del giovedì al tour per l’Europa. Quelli che non sanno che per la Uefa il vero discrimine non è tra la Champions e le altre due competizioni, ma tra chi partecipa a livello continentale e chi sta a casa, purtroppo da molti anni, come la Fiorentina. Eppure non sembra difficile da comprendere. Già la nostra serie A è stata declassata, se poi immaginiamo una Fiorentina che staziona a metà graduatoria, la mediocrità è servita. La fuga in avanti, lo scatto verso un domani migliore, sta nell’entrare nelle magnifiche sette. Per questo una città intera spingerà la Fiorentina nei prossimi tre passi che speriamo possano preludere ad una festa finale. Il ritorno laddove i viola meritano di stare. Per storia, lignaggio, cultura, comunità. La Fiorentina ha sempre avuto una vocazione europea, pur vincendo solo due scudetti. Non è un caso che sia stata la prima italiana a fare una finale di Coppa dei Campioni e la prima anche a vincere (Coppa delle Coppe 1961) un trofeo di prestigio. La Juventus, ad esempio, la squadra più titolata del nostro calcio, ha vinto la prima coppa (Uefa) nel 1977. 

La società di Commisso, solo alla sua terza stagione da quando è partito il nuovo corso, ha bisogno di esperienze oltre confine per confrontarsi e misurarsi con nuove sfide, alzando l’asticella. I paragoni servono per imparare e migliorare. Come Italiano e la squadra. L’Europa può far bene a tutti, a patto che la si affronti seriamente, con un gruppo attrezzato, formato grazie a rinforzi di grande qualità. Altrimenti è inutile. Meglio stare a casa a vivacchiare. 

I viola troveranno una Roma gasata, proprio per avere conquistato la prima finale di Conference dopo una serata magica. Olimpico pieno, contro una formazione inglese, non della periferia europea. Roma giallorossa ha festeggiato a lungo e i giocatori in campo hanno speso energie psico-fisiche. Sono stati prosciugati? Non lo sappiamo, ma potrebbe essere successo. La Roma che giocherà lunedì sera al Franchi avrà il morale alto, ma potrebbe essere un po’ stanca. E i viola in tal caso dovrebbero approfittarne. 

Italiano dopo 4 sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia, seppur maturate con modalità diverse, attende dai suoi risposte decise e soprattutto gol. La Fiorentina ha un grande problema a segnare: mancando poco alla fine della stagione, non crediamo davvero possa risolverlo, ma pensiamo che invece si possa organizzare per far fronte all’emergenza offensiva. Urge uno sforzo da parte di tutti. Le reti possono arrivare anche da dietro e da centrocampo, fermo restando che Cabral o Piatek, con gli esterni, debbano fare tanto di più su questo fronte. 

Il Franchi sarà bollente come sovente gli capita. I tifosi ci hanno sempre creduto e sostenuto la squadra nel momento del bisogno. La gente ha capito tutto, non ha avuto necessità di spiegazioni. C’è tanta voglia di vincere e la rivalità con l’avversario è un motivo in più. Trentamila anime viola come minimo, alzeranno il volume della voce per sostenere la Fiorentina. Sarà uno spettacolo, la Fiesole trascinerà tutto il Franchi. 

Tre passi verso l’Europa e dal 22 maggio, atto finale del campionato, partirà l’operazione futuro. Il club dovrà investire con forza perché il difficile arriva adesso. Sembra un paradosso, ma non lo è: è più semplice scalare posizioni dal fondo classifica fino alla zona Europa, piuttosto che salire gli ultimi gradini, quelli che portano alla vetta; è su quello scoglio che si fermano quasi tutti. Per stare in quota occorrono quattrini e competenza.