.

TRE PUNTI DI GRINTA E AMORE: IL TIFO HA SPINTO LA SQUADRA. SIMEONE HA SBAGLIATO, OK LE SCUSE. UNA MEDIANA DA 11 GOL. SCRITTE, ASPETTIAMO LA VERITA’

di Mario Tenerani

Alla fine è arrivata la buona notizia. Al nono tentativo la Fiorentina ha riacciuffato quei tre punti che mancavano dal 30 settembre. Un soffio di serenità in un frangente in cui se ne avvertiva un gran bisogno. E’ stata una giornata molto fiorentina, se pensiamo al pallone. Quando suona la campana dell’emergenza, la gente viola sa cogliere le difficoltà di chi va in campo. I tifosi sono andati sabato a parlare al gruppo di Pioli e per stessa ammissione dell’allenatore è stato un incontro molto positivo. Era giusto far capire ad una squadra molto giovane - per tanto poco strutturata sul piano temperamentale - che l’appoggio non sarebbe venuto meno, anzi. A patto però di sputare i polmoni in campo, di non arretrare di un centimetro, di vincere ogni duello individuale dandoci dentro fino in fondo. La partita si è messa subito male col gol di Krunic, eppure proprio in quel momento il tifo è stato ancora più caldo. Con quella passione sono state gettate le basi di una rimonta senza discussioni. La seconda consecutiva anche se quella di Reggio era stata più della disperazione che del ragionamento. Questa, invece, è sbocciata su un gioco basico, ma efficace. Lo stadio è andato dietro alla Fiesole e in mezzo a quel freddo è sembrato di avvertire un vento dolce che gonfiava la vela della Fiorentina.

Mancavano tre titolari, Milenkovic, Veretout, Edimilson, ma non si è avvertita la loro assenza. Non perché siano scarsi, ma per l’impegno e la lettura che hanno offerto i loro sostituti. Serviva questo a Pioli, più che un modulo particolare. Il tecnico ha chiesto ai suoi centrocampisti di marcare a uomo, stile Gasp con l’Atalanta. Norgaard, all’esordio da titolare si è messo sulle tracce di Traorè, mentre Benassi, più alto, controllava Bennacer. Gerson vicino a Krunic. In pratica è diventato un 4-2-3-1. 

Il danese ha giocato in modo scolastico, ma dopo si è preso gli applausi del Franchi, discreta la prima uscita. Sarebbe interessante che Pioli lo riprovasse per alzare Veretout, riportando il francese nella sua collocazione naturale. 

Mirallas fin dalla prima giocata ha mostrato una brillantezza diversa rispetto a qualche settimana fa. Ha svariato sul fronte d’attacco, spesso sistemandosi anche tra le linee e ha segnato un bel gol - bissando quello di Reggio -, su assist perfetto di Simeone. Il Cholito sembra giovarsi di un attaccante che gli sta più vicino, è più libero. Se Mirallas sta così non può tornare in panchina, merita una maglia. 

Anche Dabo è pieno di energia: per carità, non possiede una cifra tecnica elevata, ma la sua fisicità e la voglia di darsi da fare, strappando come in occasione del gol, lo rendono perfetto per il centrocampo viola. Se Gerson è questo, tanto vale cambiare pagina e puntare su altre caratteristiche. Dabo è volato sotto la Fiesole a fare il saluto del capitano, Davide in cielo sarà stato orgoglioso di lui. 

Il gol di Dabo è stato l’undicesimo realizzato dalla mediana (Benassi 6, Veretout 3 e Gerson 1): un bel dato per un reparto che a Firenze non è mai stato tanto fertile. 

La rete di Simeone è nata anche dalla rinnovata insistenza al cross di Biraghi. Se il mancino mettesse più palloni nel mezzo sarebbe più semplice far centro. Bello il colpo di testa dell’argentino, seconda rete consecutiva. Ed è comunque interessante sottolineare come la Fiorentina nelle ultime 2 gare abbia prodotto 6 gol dopo un periodo di sterilità offensiva. Forse qualcosa si è rimesso in moto. 

Simeone ha sbagliato esultanza, pessimo quel dito portato alla bocca proprio in direzione di una curva che aveva sostenuto lui e i suoi compagni nell’attimo più delicato. Da giovani bisogna saper sopportare anche qualche fischio o brusio per un pallone giocato male, soprattutto se si viene da mesi complicati. Simeone appena rientrato negli spogliatoi si è reso conto dell’errore anche perché gli è stato fatto notare. Il Cholito si è scusato e ci è parso il minimo. Gli servirà di lezione per non sbagliare più. 

Una nota di merito anche per Lafont: il portierino viola è andato giù come una ghigliottina sul tiro di Caputo. Una parata così, la più bella da quando è a Firenze, vale un gol. Infatti due minuti dopo dallo sventato 2-2 si è passati al 3-1 con la fuga di Dabo.

La Fiorentina deve soffrire ancora sul percorso della maturazione perché con i giovani si vive di alti e bassi, ma il carattere dei viola è emerso e questo è un segnale certamente incoraggiante. 

Chiudiamo con la vicenda della scritte anti-Scirea comparse la sera della gara con la Juve: Firenze è finita nel tritacarne mediatico, ma fin dall’inizio, grazie ad alcuni indizi, si è intuito che i tifosi della Fiorentina non c’entravano con questa vicenda. Le forze dell’ordine, da subito, hanno dato il via alle indagini per trovare i responsabili. Speriamo che riescano a trovarli perché Firenze merita di conoscere la verità per essere risarcita dopo il fango che le è stato gettato addosso.