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TRENTA GOL, TANTO PER COMINCIARE: ITALIANO SCUOTE LA FIORENTINA. A FINE MESE PROMOSSI E BOCCIATI. VIA LIROLA, FRENATA ZAPPACOSTA. PIACE POBEGA. VLAHOVIC E MILENKOVIC NON RINNOVANO. IL CONSIGLIO COMUNALE PER ANTOGNONI. UNA SOCIETÀ IN GUERRA CON TUTTI

di Enzo Bucchioni

Oggi la Fiorentina gioca la prima partitella stagionale e Italiano vuole trenta gol, tanto per cominciare. E’ un modo, ovvio, per dare un segnale forte. E chi non conosceva il nuovo allenatore viola, il suo modo di pensare calcio e soprattutto di lavorare, ha capito in fretta come e cosa sta cambiando nella squadra viola. Praticamente tutto. Intensità è la parola d’ordine. Aggredire è un modo di essere. Non mollare mai e attaccare sempre è un manifesto filosofico-calcistico.

E se è vero che i risultati delle amichevoli in montagna contano poco, è altrettanto vero che certe gare servono molto a capire se i giocatori seguono l’allenatore, se il nuovo calcio è entrato nella testa e nelle gambe. E’ una mentalità che sta cambiando, è un modo diverso di giocare a calcio che ha fatto la fortuna dello Spezia e (speriamo) potrà farlo anche della Fiorentina.

Finalmente la figura dell’allenatore è tornata ad essere centrale, la società ha capito che oggi il gioco viene prima dei giocatori e (meglio) se i giocatori non hanno un gioco rischiano di perdere anche le loro qualità come è successo alla squadra viola negli ultimi due anni.

Con Italiano è diverso. Il gioco è centrale e i giocatori devono formare una squadra in grado di muoversi armonicamente e intensamente. L’allenatore spiega e rispiega, anche qualche “cazziatone” può servire. E tutti devono lavorare duramente.

E’ chiaro che le cose funzioneranno se i giocatori si metteranno a disposizione con umiltà, se capiranno che dal gioco potranno ottenere solo benefici. Non mi meraviglio se in questo momento uno come Terzic che ha giocato in B nell’Empoli, abbia scavalcato Biraghi nelle gerarchie. La fame e la volontà sono fondamentali, ma anche le caratteristiche tecniche.

E, diciamolo, diversi giocatori viola non sembrano avere quell’intensità che serve al gioco di Italiano.

Questi quindici giorni di ritiro a Moena e le quattro amichevoli in programma, oltre alla doppia seduta quotidiana, serviranno al tecnico per capire chi farà parte del suo progetto e su quali basi di formazione ripartire.

Anche per questo il mercato in entrata è praticamente congelato, si guardano soluzioni, si tengono calde delle piste, ma la trattative inizieranno soltanto dopo l’inizio di agosto quando Italiano preparerà la sua lista dei promossi e dei bocciati. I giocatori hanno grande voglia di cambiare, sono stimolati, ma come detto, alcuni non hanno le caratteristiche tecniche. A questo punto dovrà essere brava la società a fare mercato per immettere in rosa i giocatori che Italiano indicherà. Quello sarà il momento decisivo per capire cosa vorrà fare da grande questa Fiorentina.

In difesa servirà almeno un centrale in grado di far ripartire l’azione, in mezzo al campo un regista rapido di testa e di gambe, ma è anche vero che potrebbero uscire delle sorprese dai giocatori attualmente in rosa da rivitalizzare.

Insomma, il cantiere Italiano è aperto e calcisticamente stiamo vivendo una parentesi interessante e innovativa rispetto al recente passato. Non so se “difendere bene e attaccare benissimo” funzionerà, ma almeno si stanno battendo strade moderne che puntano alla spettacolarità della squadra viola. Chi ha visto lo Spezia forse s’è annoiato una o due volte in tutta la stagione, compreso il secondo tempo contro la Fiorentina, tanto per capirci.

Ecco, questo è quello che vuole la società: una squadra dinamica, aggressiva, capace di far emozionare e rendere orgogliosi.

In attesa del mercato vero e proprio, intanto qualcosa si muove. Lirola ha deciso d’andar via e lo sappiamo. Il ragazzo fa parte della scuderia di Davide Lippi, uno dei procuratori che più ha collaborato con la Fiorentina negli ultimi due anni, ma dopo la vicenda Ribery ora c’è il gelo anche con lui. Caceres non ha rinnovato e Lirola che avrebbe fatto molto comodo a Italiano per il suo modo di giocare, non si può trattenere a forza. Siamo ai dettagli sulla formula e sui tempi di pagamento, ma la volontà di chiudere c’è. A Marsiglia si sono mossi anche i tifosi per chiedere alla Fiorentina di vendere il giocatore. Chi prendere al suo posto? L’idea Zappacosta è in piedi, ma per la difesa a quattro non sembra il massimo, è bravo soprattutto dalla metà campo in avanti. Anche al Chelsea ha faticato proprio per motivi tattici. Ma se arriva l’ok di Italiano si può anche chiudere.

All’allenatore piace molto Pobega, giovane del Milan, nazionale under 21, che alla Spezia ha fatto bene. I rossoneri lo danno solo in prestito, ma gli intermediari hanno subito tirato in ballo Vlahovic che per il futuro piacerebbe molto a Maldini e Massara. Si può trattare? E qui siamo ai casi delicati che esistono e persistono in questo gruppo, lontani dall’essere risolti.

Gli agenti di Vlahovic non hanno alcuna intenzione di rinnovare e Joe Barone l’ha fatto capire chiaramente “per trattare bisogna essere in due”. Oltre alla clausola rescissoria bassa per una eventuale trattativa, mi risulta che sia stata fatta arrivare la richiesta di ingaggio che ha dell’assurdo. Si parla di sei milioni, gli stessi soldi offerti da una grande società che corteggia il serbo.

Che fare? La Fiorentina pensava di arrivare a tre con i bonus e già da questo si capiscono le difficoltà. Se poi i suoi agenti non si mettono neppure a sedere…

Di buono c’è che il ragazzo è un computer programmato per il lavoro e per il successo. E’ comunque felice e niente incide sul suo rendimento. Il contratto non lo turba, sa che due campionati che lo separano dalla fine del contratto con la Fiorentina (2023) passano in fretta e si sta preparando con il massimo impegno e con il sorriso al suo futuro. Anche i soldi che ci rimette ora non sono un problema, sa che li riprenderà tutti insieme andando via a parametro. Purtroppo il caso Donnarumma insegna e Vlahovic è di un anno più giovane.

Questo insegna che certe situazioni andrebbero risolte prima. Come con Milenkovic. Trattenere il difensore l’estate scorsa è stato un errore. Se ci fossero stati dirigenti padroni del mercato e non come Pradè a traino di procuratori, l’estate scorsa la Fiorentina avrebbe potuto portare a casa trenta milioni da reinvestire subito. Oggi, a un anno dalla scadenza, sarà dura trovare qualcuno che abbia voglia di pagarne quindici di milioni, ben sapendo che il prossimo primo febbraio il giocatore si potrà prendere a zero. Temo proprio che andrà a finire così perché Milenkovic non ha alcuna voglia di rinnovare e i potenziali acquirenti si nascondono aspettando il parametro.

Altra operazione in stand-by è quella di Messias che Italiano avrebbe voluto anche alla Spezia e gli americani-spezzini avevano già trattato. Anche la Fiorentina ritiene che siano troppi gli otto milioni richiesti. Ma il discorso fa parte dello screening che Italiano sta facendo, la valutazione positiva di Kokorin, Callejon, Saponara o Sottil, potrebbe escludere questa operazione anche in futuro.

E poi, altro test per valutare la dirigenza viola, ci sono da piazzare una trentina di esuberi che ad esser bravi potrebbero portare milioni da reinvestire. Ma, a naso, le difficoltà non mancheranno.

Intanto tiene ancora banco il caso Antognoni e la guerra che, praticamente, la società ha ormai dichiarato a tutti e non sappiamo con quale strategia. E, in particolare, dove porterà.

Ieri anche in consiglio comunale s’è parlato di Antognoni con una netta presa di posizione di Giorgetti, presidente della commissione sport e cultura. Firenze sta con Antognoni e non con i soldi, in sostanza ha detto Giorgetti. Non è poco.

Barone dice che ha deciso Rocco, ma io torno a un vecchio discorso: cosa viene detto a Rocco? Se due anni fallimentari vengono addebitati a Antognoni, Dainelli, Buso, Donadel e altri andati via, o perfino Marangon (altro epurato l’anno scorso), c’è qualcosa che non torna. Tutti questi non avevano ruoli operativi, per la prima squadra erano assolutamente marginali ad eccezione del team manager Marangon bravo e competente.

Ho già scritto come la penso: Commisso è libero di assumere e licenziare chi vuole. Con uno come Antognoni però servivano maggiore sensibilità e rispetto. Forse sarebbe stato meglio se Rocco gli avesse detto chiaramente in faccia “non abbiamo più bisogno di lei”. E’ andato via perché non ama la Fiorentina? Non scherziamo.

Vorrei vedere come la prenderebbe Joe Barone se per assurdo Rocco Commisso domani gli dicesse “torni ai Cosmos, li voglio rilanciare. Per me sono più importanti della Fiorentina”. E’ chiaro che proporre a Antognoni il settore giovanile era un modo per metterlo alla porta. E i soldi in certi casi contano meno dell’orgoglio.

Comunque, quello che non capisco è il costante clima da bufera amato da questa Fiorentina americana. Cui prodest? Si chiedevano i saggi latini. A cosa serve? A chi giova?

Nell’ultimo mese ricordiamo scontri con Gattuso, Mendes, Ribery, Davide Lippi, Antognoni e tutti gli altri appresso. E forse ne dimentico qualcuno. Nei mesi scorsi sappiamo cosa è successo, nel mirino Lega calcio, Soprintendenza, politica cittadina, la stampa e i tifosi che mettono striscioni.

Continuo a pensare che per ripartire dopo due anni bui forse sarebbe stato meglio mettere una pietra sopra a tutto e tutti per ritrovare positività. Ma forse sbaglio. A Moena i tifosi sono pochi e questo non è un bel segnale. In città si buba, aspettando il mercato.

Speriamo che almeno Italiano riesca nell’impresa di mettere in piedi una squadra capace di coagulare la tifoseria e le energie viola. Ci sarebbe bisogno di positività e di sorrisi, ma al mercato non si trovano. Intanto se arrivano trenta gol…