TUTTI AL FRANCHI, DOBBIAMO ESSERCI PER DAVIDE E PER LA SQUADRA. IL RISULTATO NON CONTA PIÙ: STIAMO VICINI ALLA FIORENTINA. FIRENZE, QUANTO SEI BELLA
I giorni passano, ma lo stomaco si chiude sempre di più. C’è una cappa di tristezza su Firenze, la soffoca nel dolore. Eppure bisogna ripartire. Già, ma come? Non lo sappiamo. Pioli piano piano sta provando a girare la chiave nel quadro, ma i giocatori non sono fatti di ingranaggi, fili e circuiti integrati. Sono di carne e di anima, sentono dolore dentro e fuori. I viola hanno certamente voglia di reagire, ma sull’esito della loro reazione non possiamo fare pronostici.
Il vuoto pneumatico della mancanza di Davide col trascorrere delle ore aumenta inesorabilmente. Gli allenamenti si svolgono in silenzio, l’impegno c’è, ma la testa è un frullatore di pensieri brutti. Tra volontà ed effetto c’è una bella differenza. Ad oggi la Fiorentina è un grande punto interrogativo. I dirigenti hanno raddoppiato gli sforzi, i Della Valle si sono comportati come bravi padri di famiglia. Insieme hanno allestito un’unità di crisi di pronto intervento. Andrea andrà avanti e indietro dalle Marche, Diego penserà al resto. La gente ha capito tutto, forse da questa immane disgrazia nascerà un germoglio da coltivare, quello dell’unione, di una ritrovata coesione. Nel segno di Davide, uno che era nato per unire e che da morto continua nella sua missione. Pensiamo solo alla piazza che ha applaudito Buffon, Chiellini e gli altri bianconeri. Davide aveva un fluido particolare, adesso è tutto chiaro.
Oggi parlare di calcio è difficile, quasi impossibile. E francamente non ci interessano nemmeno i risultati. D’accordo, se la Fiorentina ricomincerà a vincere sarà bello, ma se invece perderà pace, ci saranno cose più importanti a cui pensare. Non certamente un gol fallito, una rete balorda subita, un passaggio sbagliato o un tiro finito in curva. Conterà stare vicino a questi ragazzi, servirà riscaldare il cuore della Fiorentina. Applaudendo gli errori più dei gesti tecnici, accettando qualsiasi verdetto del campo. Solo un corpo unico di tutte le componenti garantirà il sostegno ai viola.
Domani dovremo andare tutti al Franchi: non per i tre punti, ma per salutare a modo nostro Davide. Per fargli vedere quanto è stato grande a portarci tutti lì. Dovremo andare anche per la squadra: non per aiutarla a correre, bensì a camminare su un percorso accidentato.
Firenze è partecipazione. Lo sapevamo, ma riscoprirlo è stato stupendo. La storia di questa città è carica di cultura, ma anche di tanta umanità. Il carattere è di carta vetrata, ma protegge un cuore di una sensibilità fuori dal comune. A Coverciano abbiamo guardato strabiliati questa fila biblica, ordinata, composta, dignitosa, formatasi per rendere omaggio alla camera ardente. Il giorno dopo 10mila persone si sono riversate in piazza Santa Croce, schierate con un ordine naturale, senza che nessun tutore dell’ordine dovesse spiegare che fare e dove andare. In quell’attesa bagnata dalle lacrime, un silenzio di estremo rispetto è diventato il dominus di Santa Croce. Non abbiamo sentito nemmeno un trillo di cellulare, una rappresentazione stupenda di Firenze, in un giorno in cui di fantastico non poteva esserci nulla. Solo chi non la conosce può meravigliarsi, ma noi lo possiamo urlare: “Firenze, quanto sei bella…”.