TUTTO SULL’ATTACCANTE. SCAMBIO ZAZA-KOUAME, IL TORO VUOLE ANCHE DUNCAN. PIACE INGLESE, NO A CAICEDO. EL SHAARAWY COME CALLEJON. QUESTA NON È LA FIORENTINA DI PRANDELLI. DOMANI TURNOVER, TORNA BIRAGHI
Neppure un tiro in porta contro il Bologna, un dato clamoroso, e così l’allarme-attacco è tornato a suonare molto forte in casa viola. Talmente forte che da ieri, riapertura del mercato, Pradè ha puntato dritto e subito sui nomi e sulle operazioni che aveva già imbastito cercando di chiudere qualcosa prima possibile. Non c’è più tempo da perdere, ormai è evidente a tutti.
Del resto il problema dei problemi della Fiorentina è questo e non da oggi, l’assenza di uomini-gol e un reparto offensivo troppo giovane e non all’altezza hanno condizionato pesantemente sia il lavoro di Montella e Iachini prima, di Prandelli oggi. Che fare?
Come detto, Pradè ha diverse opzioni. Ieri c’è stato un lavoro molto intenso con il Torino, un’altra squadra in difficoltà, che sta cercando come la Fiorentina delle opportunità invernali per sistemare l’organico e farlo diventare più adatto a Giampaolo. Alla Fiorentina serve una punta esperta, fisica come Zaza che al Toro invece non serve perchè ha Belotti. Ai granata, invece, farebbe comodo una seconda punta più agile e la Fiorentina ha Kouamè.
Da qui, da questo ragionamento, fra Vagnati e Pradè è nata l’idea di lavorare sulla possibilità di uno scambio di prestiti per sei mesi. I due hanno feeling, con la SPAL (ex società del ds granata) Pradè ha fatto affari. Gli ostacoli però non mancano, a cominciare proprio da Zaza che non gradirebbe il prestito, ma la cessione a titolo definitivo. Sull’acquisto la Fiorentina nicchia, il giocatore ha trent’anni e guadagna molto. Si riflette.
Ci sono sul tavolo anche altre soluzioni, tipo prestito con l’obbligo di riscatto a giugno per il solo Kouamè al Toro, un’operazione da quindici milioni con i quali Pradè si potrebbe buttare su un’altra punta nella lista concordata con Prandelli. Il Toro però insiste, e per convincere la Fiorentina ha chiesto anche Duncan per sostituire Meitè destinato al Milan, inserendo il difensore Izzo. Duncan è ai margini del progetto tecnico del nuovo allenatore viola, ma in difesa la Fiorentina è coperta anche se deve prepararsi al probabile addio estivo di Milenkovic e Pezzella. Dunque, la coppia Kouamè-Duncan vero Torino? Possibile, ma serve una pausa di riflessione per convincere Zaza e valutare altre soluzioni.
E per sostituire Kouamè nell’organico, a Pradè piace molto Inglese che avrebbe preso anche l’anno scorso quando dal Napoli passò invece al Parma. Quest’estate il Parma l’ha poi riscattato per una cifra molto alta, circa 18 milioni. E’ tornato dopo un infortunio, anche lui come Zaza è del 1991, e quest’anno non ha ancora fatto un gol, però è rapido e apre gli spazi, potrebbe inserirsi nel 3-5-2 ed essere un’alternativa a Vlahovic. Il Parma ha chiesto tempo, non sa ancora se tenere Liverani o meno, se ne riparlerà da giovedì.
E Caicedo? Come vi abbiamo già detto, pagare 5-6 milioni per un giocatore di 32 anni che chiede tre anni di contratto a più di due milioni, non è al centro dei programmi della Fiorentina. Magari domani a Roma i dirigenti delle due società potrebbero parlarne su basi diverse. Vedremo, ma è difficile. Anche Pellè, offerto a diverse società, ha 35 anni e in Cina quest’anno ha fatto soltanto otto gol.
Serve un’idea, un’intuizione, a gennaio è difficile trovare giocatori in grado di fare la differenza da subito. Anche Pavoletti piace, con il Cagliari ci sono ottimi rapporti, ma pure la classifica degli isolani non permette cessioni a cuor leggero.
Tornando a Kouamè, oltre al Torino per il prestito con diritto di riscatto c’è anche il Verona e dall’Inghilterra il Crystal Palace, ma l’ex genoano andrà via soltanto se e quando Pradè troverà un sostituito. Sulla lista degli attaccanti partenti c’è già Cutrone e, giustamente, non è il caso di sfoltire senza immediati rimpiazzi. Per l’ex milanista sono in corsa Benevento (Inzaghi insiste e non da oggi), ma anche Bologna e Genoa. I rossoblù hanno Scamacca che potrebbe finire nello scambio, ma il Sassuolo, proprietario del cartellino, frena. Qualche intermediario ha proposto anche El Shaarawy che vuol tornare dalla Cina, ma pure lui, come Callejon è un esterno da 4-3-3 o da 4-2-3-1. Non può certo fare il quinto nel 3-5-2 di oggi con tutta la fascia da coprire. E poi vuole la Roma.
E qui siamo al perché questa Fiorentina continui a faticare come visto con il Bologna, dopo la straordinaria impresa di Torino contro la Juve, e sia tornata a giocare un calcio grigio e difensivista. Come la penso lo sapete, e anche se il dottor Rocco Commisso non lo vuol sentir dire, la madre di tutti gli errori è stata la riconferma di Iachini che con una squadra costruita per il 4-2-3-1, ha continuato a lavorare sul suo 5-3-2 bruciando tutto il lavoro di inizio stagione e le ambizioni della squadra. Questa, insisto, è una squadra che dovrebbe giocare il 4-2-3-1 con Dragowski, Caceres (o Lirola se si riprende), Milenkovic, Pezzella, Biraghi; Amrabat, Pulgar; Callejon, Castrovilli, Ribery; Vlahovic, e sono convinto che all’inizio anche Prandelli avesse in testa di cambiarla così, ma oggi è difficile. La classifica fa paura, il lavoro è stato fatto solo in un certo senso, manca la personalità per giocare un calcio più coraggioso e aggressivo e anche Prandelli s’è adattato per cercare la salvezza punto dopo punto, prima possibile. Troppi giocatori sono lontani dal loro rendimento abituali e dalle attese e non reagiscono. Ho detto di Lirola, ma anche Pulgar, Duncan, Callejon, Kouamè, Cutrone, pure Bonaventura, ci aggiungo Castrovilli che non è quello dello scorso anno, al di là dell’assenza di una punta vera e di quello che si voglia pensare di questa squadra, quasi tutti sono lontani dalle attese e dal loro reale valore. E’ evidente. Altrettanto evidente è quello che sta facendo Prandelli, vuole dare certezze tattiche e solidità, ha ricostruito la fase difensiva per la regola numero uno “primo non prenderle”, ma lo fa solo per necessità. C’è la paura che tentando di fare il calcio che il tecnico ama, più offensivo, più generoso, si finisca per non conquistare neppure quei punticini che muovono la classifica. Meglio non correre rischi. E’, insomma, la famosa coperta corta.
Ci sarebbe da cambiarla profondamente questa Fiorentina per immettere giocatori più motivati e renderla prandelliana, ma ci sono i soldi e ci sono le opportunità a gennaio? Vedremo. Se non si cederanno quelli che hanno il muso e quelli che non si sono inseriti, questo sarà comunque e ancora un campionato di sofferenza. Purtroppo. Ma il calcio è strano, confido sempre che il lavoro di un uomo esperto come Prandelli prima o poi trasformi in meglio questi ragazzi, dia coraggio, aggressività e voglia di provare ad andare senza paura nella metà campo avversaria. Finora Cesare non ce l’ha fatta, ma una mano ora gliela dovrà dare anche Pradè. E torniamo così all’attaccante. Vlahovic ha potenzialità e l’ha dimostrato, sarà il futuro della Fiorentina se firmerà il rinnovo, ma come abbiamo scritto tante volte, è acerbo e in gare come quella con il Bologna i suoi limiti sono tornati evidenti. Per questo serve subito un attaccante pronto e fatto, spiegate al dottor Rocco Commisso che questo investimento va fatto per tirarsi fuori più in fretta da una zona sempre difficile e una classifica corta che incoraggia i recuperi, ma fa vedere anche il precipizio.
E domani pomeriggio si rigioca. La Lazio ha pareggiato con il Genoa che è messo peggio della Fiorentina, non avrà il regista Leiva e Correa, ma resta una squadra di caratura ben superiore ai viola. Serve una gara attenta, concentrata e rabbiosa nelle ripartenze che la Lazio in genere concede, una gara difesa e contropiede, di quelle che oggi riescono meglio ai viola, simile alla notte con la Juve. Anche la Lazio gioca il 3-5-2, ma con interpreti più adatti ad attaccare. Domani giocare a specchio va bene, servirà un po’ di turn-over, ma ne farei di più domenica contro il Cagliari in attesa della sfida con l’Inter in coppa di mercoledì della prossima settimana. Torna Biraghi sulla fascia sinistra. Probabilmente avrà una nuova chance Pulgar in cabina di regia per contrastare la fisicità laziale. E poi qualche lampo del solito Ribery servirà a trovare soluzioni negli spazi. Tutto questo alla lavagna, sognando Torino…