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UN ALTRO K.O. IN COPPA CONTRO LA JUVE, UN'ALTRA LEZIONE DA IMPARARE

di Tommaso Loreto

No, difficile pensare che sia ancora del tutto passata. La semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juve ha avuto i contorni di una mareggiata. Ed è inevitabilmente difficile risistemare tutto dopo che è passato un uragano. Il tre a zero rimediato dai bianconeri sembra aleggiare ancora intorno al "Franchi" senza che, francamente, emergano spiegazioni troppo convincenti a come sia stato possibile dilapidare il patrimonio del 2-1 dell'andata. La squadra non era stanca perchè la sosta era appena passata, e la stessa ripresa del campionato aveva testimoniato buona condizione di gambe e testa a giudicare dai tre punti rimediati contro la Sampdoria.

Dall'altra parte, poi, sembrava arrivare una Juve come minimo nella sua versione "b" viste le assenze. Infine la stessa coppia offensiva Salah-Gomez (anche se il tedesco non aveva incantato contro i blucerchiati) sembrava promettere scintille. Invece i viola si sono sciolti come neve al sole, immediatamente nervosi, contratti, come il tennista che sente arrivare il "braccino" nel set e nel momento decisivo. La vittoria di Torino, per certi versi storica, si è tramutata nell'incudine appesa ai piedi degli uomini di Montella. E lo stesso tecnico è apparso fin troppo distaccato per non rendersi conto che la Fiorentina stava subendo passivamente la lezione bianconera.

Forse è davvero nel dna di questa squadra il bisogno di fare gioco, d'imporsi, e di non fare mai calcoli. Forse sta proprio nella sua conformazione la spiegazione del perchè la Fiorentina sia rovinosamente caduta al suolo martedì sera. Una lezione da imparare e da tenere di conto per il futuro (pur mantenendo la testa sul presente senza farsi prendere da vittimismi o ancor peggio depressioni), magari traendo le giuste riflessioni anche per costruire la squadra che verrà. Anche martedì sera, in altri termini, la squadra viola mancava di elementi preziosi, in particolare in mezzo al campo.

Ed è evidente come, a tutt'oggi, l'assenza di una reale alternativa a Pizarro (al di là di Badelj) rimanga una delle spiegazioni al perchè tutti i recenti mercati viola (incluso il tanto celebrato - almeno dalla tifoseria - mercato di gennaio) non abbiano consentito alla Fiorentina di fare un salto in avanti. Sotto questo profilo, già l'uscita dall'Europa League dell'anno scorso, sempre al cospetto dei bianconeri, avrebbe dovuto far pensare che qualcosina là in mezzo al campo serviva. Riflessioni, queste come altre, dannatamente simili a quelle fatte un anno fa di questi tempi, ma non per forza attuali. Ci sarà infatti tempo a fine stagione per valutare e decidere. Non ora, però, visto che già domenica a Napoli servirà capire se questa squadra ha accusato il colpo o saprà rialzarsi subito. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it