UN ERRORE, UNA SCONFITTA: È LA SOLITA FIORENTINA. SALVEZZA ANCORA DA CONQUISTARE, È BENE LO CAPISCANO TUTTI. SOCIETÀ INFURIATA: MENO MALE…
Una partita brutta che meritava lo zero a zero, la spiegazione migliore della mancanza di gioco offensivo, di attacchi sterili, della poca voglia di arrivare a dama. Il confronto tra due squadre piene di problemi, l’Udinese addirittura con nove assenti tra squalifiche e infortuni. Solo 8 giocatori in panchina di cui 2 portieri. Un elemento ulteriore di amarezza per la Fiorentina che ha perso contro i resti dell’Udinese. Una sfida nella quale i portieri hanno fatto poco o nulla: Dragowski su Striyger Larsen e Musso su Quarta nel primo tempo e Vlahovic nella ripresa, poi niente altro. Un confronto incanalato sul pareggio, dunque. Ma siccome gli errori sono quelli che determinano il risultato finale, la Fiorentina è tornata a sbagliare, come sovente accade in questa stagione da dimenticare. Cross di De Paul, uno dei pochi in campo a distinguersi del gruppo, testa di Nestorovski, dormita di Milenkovic, Dragowski piantato sulla linea di porta perché i portieri di oggi non sanno uscire, gol del macedone. Per inciso, l’attaccante dell’Udinese, solo 3 reti stagionali, non segnava dal dicembre scorso. Era il minuto 41 del secondo tempo, a quel punto rimaneva poco per rimediare. Frittata servita.
Se la Fiorentina ha vinto solo una volta in trasferta in campionato - a Torino con la Juve, un po’ come stringere tra le mani lo scontrino del Superenalotto -, ci sarà un motivo. I viola hanno una cronica difficoltà a far gol e quindi tutto dopo diventa più difficile: perché un dato è certo, prima o poi dietro l’errore arriva. Non ci sono segreti, l’annata della Fiorentina è facilmente leggibile: un compendio di sbagli, la paura che subentra e arrivano i pericoli.
E’ stata una settimana di discorsi e tanta poesia: i rumors su Sarri e gli altri allenatori, gli esperimenti da fare perché tanto la stagione volgeva al termine, il futuro insomma bussava alla porta. Prandelli, invece, sabato in conferenza stampa si era affrettato a ricordare che i 40 punti erano ancora da conquistare: “Tranquillo mai”, aveva aggiunto perentoriamente Prandelli. Come se non bastasse aveva anche spiegato come lui non si fidasse della classifica che consegnava ai viola 10 punti di vantaggio sul Cagliari, adesso ridotti a 7 dopo l’ottimo esordio di Leonardo Semplici con i sardi. Cesare può sbagliare un cambio o una formazione, ma non i giudizi sulla Fiorentina. Prandelli è dentro lo spogliatoio e la sua grande esperienza di calcio gli consente di capire quali siano le fragilità della squadra viola. Una Fiorentina debole sul piano caratteriale, incline allo sbaglio, pronta a volar via di fronte ad una ventata. Ha provato a fare qualcosa, ma le scelte stavolta non lo hanno premiato: Eysseric è tornato nell’anonimato, Malcuit non è sembrato un fulmine e Kokorin ha risposto alla chiamata con quel che ora può dare. Distante ancora da una forma accettabile. Il russo ha bisogno di lavorare tanto. Ma si sapeva. Ci voleva coraggio a pensare che fosse pronto. Pure Vlahovic, in gol 5 volte nel 2021, si è fermato: non lo hanno servito e lui si è mangiato l’unica chance per far gol dopo un suggerimento perfetto di Ribery. Giornata storta per tutti o quasi. Anche per questo la Fiorentina è uscita senza nulla dalla Dacia Arena.
I viola devono ricominciare a far punti, senza farsi distrarre dai discorsi esterni. L’esegesi sul futuro, su Sarri e suoi fratelli di panchina, non possono distogliere l’attenzione dal tema principale: la salvezza non è un dato acquisito, ma è ancora tutta da guadagnare. E’ inutile interrogarsi su tutto quello che non è andato, meglio concentrarsi su quello che d’ora in poi dovrà andare. Perché la società dovrà cambiare tante cose se vorrà davvero ritrovarsi più ambiziosa. Daniele Pradè ha tuonato nel post gara di Udine e le sue parole non sono passate sotto silenzio. Il diesse ha solitamente un modo di porsi diverso da quello di ieri, quindi viene da pensare che lui sia stato il portavoce di una società infuriata. Meno male. Dalle arrabbiature si può uscire più forti, soprattutto si è consapevoli dove intervenire per migliorare.